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I Lions mettono la testa avanti, ma la perdono in mischia

Creato il 22 giugno 2013 da Rightrugby
I Lions mettono la testa avanti, ma la perdono in mischia 2013 British & Irish Lions Tour - Brisbane
Australia 21 - 23 British and Irish Lions
Divertiti? Roba che al fischio finale uno finalmente riesce a tirare il fiato e già conta i giorni che separano Australia e British & Irish Lions dal prossimo confronto, gara 2. La prima se l'aggiudica la truppa di Warren Gatland per 23-21 con il picco di dramma sportivo all'ultimo minuto, quando Kurtley Beale scivola alla maniera di David Beckham o John Terry sul calcio dalla distanza che assegnerebbe la vittoria ai Wallabies - ora Robbie Deans e il resto del suo staff dovranno lavorare di fino per salvaguardare il precario stato psicologico del trequarti, segnato nell'ultimo periodo dai problemi con l'alcol. Comunque, fa già parte della storia del rugby il primo Test Match del Tour 2013 che racconta un sacco di cose. Che ad esempio questi australiani, dati per spacciati fino a quando i Lions non hanno incontrato i primi tarli nella sconfitta con i Brumbies, non si possono considerare moribondi. Che i britannici hanno un particolare di non seconda importanza da rivedere, con quella mischia che non tiene botta dopo i cambi. Tutto in fieri nel corso della settimana davanti che condurrà allo showdown: o si chiuderà la pratica o si registrerà un'immancabile ulteriore impennata di adrenalina. 
Ad arbitrare è chiamato il neozelandese Chris Pollock, che nel corso degli ottanta minuti modifica metro decisionale nei raggruppamenti dopo un avvio impeccabile nel quale non lascia passare nulla d'inosservato. Pronti via i Wallabies perdono il centro Christian Lealiifano che resta a terra dopo aver impattato di testa su Jonathan Davies nel giorno del suo debutto in nazionale e lo sostituisce Pat McCabe. Il fato riserverà a Deans altre brutte sorprese nel reparto dei trequarti con il trascorrere dei minuti. I padroni di casa nel frattempo si organizzano bene in difesa e Jonny Sexton prova ad innescare Alex Cuthbert con un cross-kick preso da Adam Ashely-Cooper e sugli sviluppi dell'azione James O'Connor si presenta alla piazzola per un fallo in ruck, ma il suo calcio dall'altezza della linea dei 10 metri è corto. Gli si presenta immediatamente un'altra occasione per il secondo intervento irregolare di fila di Brian O'Driscoll dallo stesso punto, ma il punteggio non si schioda: 0/2 - la matematica è roba scarna, quei sei punti avrebbero fatto comodo, va da sé. 
Dopo un paio di tentativi annullati per anticipo nell'ingaggio, al 9' sul taccuino si registra la prima mischia regolare e la spinta di Adam Jones e Alex Corbisiero lascia il segno sulla prima linea avversaria che tuttavia può fare affidamento su un Benn Robinson reattivo e partecipa nel gioco aperto. I Lions arrivano di penaltouche nei 22, ha inizio la gran battaglia con pick & go e raggruppamenti ravvicinati, mentre Mike Phillips è imbragato quanto tenta di attaccare la linea a modo suo. I trequarti restano bloccati e a lungo andare l'inerzia ospite svanisce, con il ball carrier isolato, imprigionato e costretto al tenuto. Così Will Genia batte veloce, esplora la terra che si prostra mezza sguarnita davanti a lui, lascia sul posto Phillips e di grabber affida l'ovale a Israel Folau che arriva in meta. Un contropiede che infilza i Lions dopo un prolungato tentativo offensivo ed è chiaro che a quelle latitudini chi si chiama Israel (Dagg o Folau, fate voi) ha gambe da vendere.  
Non è nemmeno trascorso il primo quarto, la trama è ancora tutta da scrivere. Le guardie australiane coprono gli spazi e gli uomini più rapidi dei Lions restano al palo, così si passa per l'opzione B, la migliore a conti fatti: Sexton e il calcio in profondità. Primi avvisagli di come potrebbe evolvere la situazione. Nel frattempo l'irlandese mette le mani sull'ovale conservato da O'Connor propiziando maul e turnover dopo che i soliti Robinson, Ben Alexander e capitan James Horwill erodono terreno nello scontro ravvicinato. Al 23' Leigh Halfpenny sblocca i suoi (7-3), timidamente si affaccia la fase ping-pong e infine Berrick Barnes consegna di piede il vassoio a George North, sprovvisto di pressione, con un buco nelle maglie avversarie, brucia McCabe, lascia sul posto lo stesso Barnes e marca all'angolo e Halfpenny converte. Basic rugby per i Lions: ancora Sexton profondo e nel mirino c'è Genia, sul quale si lancia North. Rimessa in attacco, un paio di fasi a terra e ancora il gallese che prova a sfruttare il missmatch fisico con il mediano Wallabie sul lato chiuso, ma il gomito tocca la linea laterale appena prima del touchdown e il TMO non convalida. Halfpenny in compenso allunga al 31' (13-7). 
Run Forrest, run!, gridavamo a Tom Hanks in quel famoso film. North v Folau, parte seconda. L'Australia è in gara, risale il campo (ancora bussolotto Robinson con Michael Hooper a fargli da spalla), da una fasci all'altra con il trequarti liberato da un ottimo passaggio del flanker Ben Mowen che lo libera al momento di venire placcato e il ragazzo pacifico fa mangiare la polvere a Sexton, Corbisiero e Halfpenny. O'Connor lascia sul campo l'ottavo punto della serata, ma i Wallabies sono a ridosso dei Lions a sei minuti dall'intervallo. Barnes non si riprende da uno scontro proprio con Folau e allora Beale fa il suo ingresso: in meno di un tempo, la panchina di Deans si assottiglia. Corbisiero trova un break, Tom Croft gli dà una mano, quindi subentrano BOD e Davies, chiuso ai 5 metri: Genia entra in ruck in posizione di fuorigioco, ma stavolta Halfpenny non trova la via dei pali.  
Con la seconda frazione, l'Australia perde pure McCabe per un altro roccioso contrasto - lo rimpiazza il terza linea Liam Gill. La truppa venuta dal Nord tenta di mettere al segno il colpo per infilare il match sui binari a lei più congeniali: si affida alla solida rimessa, l'ennesimo paio di raggruppamenti per avere poi una trasmissione di qualità al largo dove si aggiunge tagliando all'interno Cuthbert su assist di Sexton, mentre O'Driscoll corre avanti assorbendo O'Connor e al fine per l'altra ala gallese la strada è libera. E' il massimo vantaggio al 48', +8 Lions (20-12). 
Giro ai box: Mako Vunipola e Dan Cole per la front row d'Oltremanica - che finché Tom Youngs non è rilevato da Richard Hibbard è 100% inglese. Lo stesso tallonatore regala un fallo agli avversari che accorciano con Beale. Robinson - sempre lui - accelera in prossimità dei 22, Jamie Heaslip si fionda contro e recupera il possesso. Il ritmo nel breakdown sale, si avvicina l'ultimo quarto e le due squadre si muovono su un precario equilibrio perché nel momento in cui i Lions sembrano prendere il sopravvento tra i trequarti, le guardie australiane si ricompongono. Sekope Kepu prende il posto di Alexander, Beale al 61' fissa il -2 dalla lunga distanza. Ben Youngs fa il suo ingresso in cabina di regia, Sexton divide il mare con un up&under che propizia tre punti sicuri con Halfpenny quattro minuti più tardi. Allungo e risposta (Beale, minuto 68). 
I Lions mettono la testa avanti, ma la perdono in mischia

Ed eccoci. Ne mancano dieci al termine quando Sexton calcia profondo, North imbriglia Digby Ioane nei suoi 22, choke tackle e mischia in piena trazione offensiva per i Lions a ridosso della linea dei 5 metri. L'Australia si affida a Kepu e James Slipper perché la diga non cedi. Ed è la testa di ponte avversaria a uscire sconfitta dal confronto, con Genia che subito spedisce lontano il pallone rubato e Folau che salta più in alto di North per riprenderlo. I piani di battaglia sono saltati, la fanteria pesante aussie ha la meglio e al 74' manda Beale alla piazzola dopo un nuovo ingaggio portato a casa. Il trequarti non arriva a destinazione di gittata, ma una seconda chance è concessa a tutti - e chi meglio di Beale lo sa? 

Ultimo giro di orologio, mischia per i Lions in mezzo al campo, Cole cede, Pollock fischia. Beale si ripresenta sulla mattonella dalla quale in precedenza era andato a segno. Va per calciare, la gamba d'appoggio cede su un terreno in cattive condizioni. 23-21 Lions. 
Il tempo di rifiatare, in seguito riprenderemo le trasmissioni. 

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