I lunedì del nonno erbaceo
Da Lea
“Driiin driiiin!!!!!!” le telefonate del nonno erbaceo mi incuriosiscono e mi lasciano sempre come una pallina dello stercoraro…curiosa e timorosa di sapere cosa si sarà inventato.
E questa volta, scevro da qualunque pedagogia steineriana, ma immerso atavicamente in ciò che considera la sua dea genitrice, madre terra, ha superato se stesso.
Ha infatti deciso di sostituirsi all'asilo del lunedì.
Mi spiego meglio, io non mando i Lucignoli a scuola (dell'infanzia ovviamente, non vorrei mai che qualche Gelmini abbia da ridire!), ma li mando con lui in mezzo alla natura per immergersi nella terra, i fiori e canti di uccelli.
Ora immagino pensiate che mio padre sia un ex hippy 68 fuggito da Berkeley dei tempi migliori....e invece no, lui è proprio nato così...è un po' come Huxley....che le “doors of perception” le aveva nel sangue ancor prima che nascessero.
Mio padre ha solo una vena primitiva ponderante, vivrebbe di bacche e passerebbe la giornata ad osservare l'origine del pistillo e l'etimologia della genziana.......e non concepisce la vita cementificata e veloce.
Quindi d'ora in poi partirà la nostra nuova avventura
L'ASILO DEL NONNO ERBACEO.
Dite:
è faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete:
perchè bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inchinarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
E’ piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli.
di Janusz Korczak Poeta, medico, educatore morto a Treblinka
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