QUALI SONO I NOSTRI LUOGHI DEL CUORE?
L’Italia che amiamo....
I risultati del VI censimento nazionale de I Luoghi del Cuore - promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo ( 23 maggio- 30 novembre 2012 resi pubblici il 14 febbraio, giorno tradizionalmente dedicato alla festa degli innamorati) ci hanno offerto una pagina di una bella storia d’amore che lega il milione di persone italiane e straniere che ha votato il proprio luogo del cuore ai diecimila paesaggi di Italia segnalati. Un milione per circa diecimila luoghi da salvare raccontano una storia d’amore che nasce dalla quotidianità delle persone che vivono e amano l’Italia e i suoi paesaggi e che scelgono questi luoghi come scenografia per le proprie vite e i propri sogni.L’Italia che ama si mobilita per tutelare le bellezze del suo paesaggio, per far sì che si possa ritrovare ogni giorno l’Italia che si ama.La riflessione poetica scaturisce dai versi di Ada Negri (1870-1945). La poetessa si interroga sul tempo, su quel che resta di noi nei luoghi che abbiamo solcato durante la nostra giovinezza. In quei luoghi, spiega, è rimasta come un vapore la vita che ci abbiamo vissuta: tornandoci, possiamo riviverla.
La vergine ventenne
ch’io fui, splendente come torcia accesa
nel sole, ora dov’è? Del suo bel sangue
nutriva ogni atto dell’acerba vita;
e dalla gola, liberato in canto,
le sgorgava echeggiando a monte e valle.
Ove scomparve, ella che fu sì certa
di non morire? Non morì. Rimasta
è nella scabra terra
presso il fiume che mormora e serpeggia
in tortuose spire oltre le grandi
foreste: intatta giace
fra tremolii di fronde e scorrer d’acque.
Al suo rifugio gli uomini dei boschi
vengon con felci e rami di betulle:
e il battellier che approda
dall’altra sponda, fasci d’alghe e steli
d’erbe apporta, raccolti sulla riva.
Calmo è il sonno di quella ch’io già fui
nella terra che suona ancor del canto
de’ miei vent’anni – e, sole o pioggia o neve,
il mio volto d’allora ha quella terra.
CORTILE VESCOVATO
Luoghi dove si è scritta la storia italiana e europea, luoghi di culto che raccontano il rapporto profondo che lega gli italiani alla cultura cattolica ben oltre i vincoli della religione, ma anche luoghi dell’arte, del teatro, del cinema e della letteratura, che celebrano il grande e ricco patrimonio culturale italiano conosciuto in tutto il mondo, ma che costituiscono anche il più importante elemento di identificazione per tutti gli italiani che si ritrovano ad esempio in un passaggio della Commedia di Dante, o nelle poesie di Leopardi o anche in una battuta di un film di Alberto Sordi o di Totò o di Fellini---Ada Negri: la “poetessa di Italia” tra Storia e Letteratura come altre artiste e letterate del panorama culturale italiano, è una personalità dimenticata e assai poco studiata, ma la sua biografia ci permette un affascinante viaggio in una serie di paesaggi storici, letterari e culturali particolarmente interessanti.Partiamo dunque dunque da Lodi sua città natale: oggi possiamo ammirare in particolare la bella Chiesa di San Francesco,
LODI
risalente alla fine del Duecento con particolari bifore a cielo aperto dove Ada Negri, insieme ad altri lodigiani illustri, è tumulata dal 1976, ma anche la Lodi del 1870, anno di nascita della poetessa destinata a diventare la prima accademica di Italia. E qui il personaggio di Ada Negri ci porta in un paesaggio quello delle fabbriche e delle lotte sociali, così centrali nelle opere della scrittrice molto vicina al partito socialista, della grande industria casearia Polenghi Lombardo nata come la Negri nel 1870 e incisa nelle memorie di generazioni di italiani per il lancio delle famose caramelle Galatine. Ada Negri è stata testimone e protagonista delle trasformazioni economiche e sociali che hanno modificato parte della campagna lombarda dopo l’unificazione italiana nelle zone comprese tra Lodi, Crema e Piacenza.LE CASCINE LODIGIANE
Le origini umili della scrittrice, figlia di un vetturino e di una tessitrice e cresciuta nella portineria di un nobile palazzo dove la nonna lavorava come custode, la misero in contatto con il particolare paesaggio di una cittadina che da luogo agricolo si stava trasformando velocemente in cittadina industriale con le sue contraddizioni e le ambiguità di un percorso difficile ma pieno di aspettative e di grandi ideali di sviluppo economico e di crescita sociale.
È la belle époque vista dalla provincia rurale italiana quella in cui Ada Negri cresce e studia per diventare mestra, prima vicino Lodi e poi a Motta Visconti, oggi nel cuore del Parco del Ticino, dove la Negri trascorre alcuni anni importanti prima del grande successo arrivato nel 1892 con la pubblicazione della raccolta di poesie Fatalità.
Altro luogo Milano, nel cui famedio del Cimitero Monumentale- luogo oggi purtroppo poco conosciuto e visitato da cittadini e turisti – la poetessa fu tumulata alla sua morte avvenuta nel 1945. L’arrivo del successo aveva trasformato la giovane maestra di campagna in poetessa d’Italia costringendola al trasferimento nel capoluogo lombardo, punto di snodo per la vita di Ada Negri. Un nuovo paesaggio quello storico della Milano in trasformazione nei due decenni precedenti allo scoppio della Grande Guerra, le grande fabbriche, il pensiero socialista di Filippo Turati e Anna Kuliscioff, i primi passi del fascismo mussoliniano di Piazza San Sepolcro, all’indomani della guerra. Un legame, quello con il fascismo, mai rinnegato dell’autrice, che però rimase assai ai margini della vita di regime, nonostante le importanti onorificenze conferitele proprio dal Duce durante il Ventennio, a riprova della volontà di Mussolini di porsi come interprete del pensiero rivoluzionario socialista di primi Novecento.
MANOSCRITTI
La semplice maestra di campagna, Ada NegriIL SUO ORTO:
"Diviso dal viale in due rettangoli cinti da muretti bassi, l'orto è un vero orto-frutteto, dove i fiori sono un lusso, e non vivono che per tener compagnia ai legumi ed ai frutti."Ada Negri, Orto
DURANTE IL SOGGIORNO A PAVIA
... non aveva scritto la sua biografia di adulta nei paesaggi rurali della campagna lombarda, tra risaie e campi di granoturco, ma, diventata scrittrice di fama e poi intellettuale di regime, aveva finito per diventare interprete di quelle trasformazioni economiche, sociali e paesaggistiche che investirono una parte importante del capoluogo e delle provincia lombarda a metà del primo Novecento, con il progressivo abbandono della vita di campagna e la prima industrializzazione.
IL RESPIRO DELLA NATURA
Una trasformazione antropologica sì ma soprattutto geografica, con la nascita dei grandi stabilimenti cittadini e lo spopolamento delle numerose cascine che da sempre segnavano i confini cittadini e per le quali oggi si cerca di recuperarne parti come la Cascina Basmetto, oltre alle numerose cascine del Parco Agricolo Sud Milano, da un importante progetto di valorizzazione, La via Lattea, promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano.Logo Parco Agricolo Sud Milano
Ada Negri, per la sua particolare biografia e la sua importante posizione sociale, pose il suo sguardo attento su queste trasformazioni divenendone testimone d’eccezione: le sue opere, Le Solitarie, Stella Mattutina, Sorelle ci portano a scoprire paesaggi in parte scomparsi o dimenticati. Un libro e un luogo, dunque, per riscoprire un paesaggio dalla finzione alla realtà, dalla letteratura alla concretezza delle emergenze ambientali…