Ho avuto il cuore spezzato. Ho pianto ogni notte. Mi sono svegliata con gli occhi gonfi e il cuore palpitante. Mi guardo indietro e rivedo le persone, gli atteggiamenti e gli scenari. Storie da cui ho preferito scansarmi. Che a ripensarci oggi, non fanno altro che ridurre in modo significativo i miei crepacuore futuri. Non voglio chiudere il mio cuore a nuovi legami. Sono caduta tante volte e altrettante volte mi sono rialzata, imparando tutto quello che c'era da imparare. Ho le idee più chiare e le armi in pugno. Ma non perchè "E' meglio prevenire, che curare". Piuttosto ora individuo una cotta da mille miglia di distanza e mi avvicino a qualcuno, non prima di aver preso tutte le misure necessarie.
Il mio romanticismo ha avuto la peggio. E' crollato drasticamente a picco come crollano le azioni in borsa. Il mio cuore fatica a sciogliersi. Anche con 40° all'ombra. Non vivo più niente come una favola. E non voglio la favola. Non voglio la zucca. E nemmeno il vestito. Ma le fate sì. Perchè per me non vale che "Chi si accontenta gode". Io non mi accontento. E le fate le vorrei tutte. Da Fata Smemorina a Fata Turchina. E se anche Harry non declinasse l'invito, sarei solo che felice. Che una sola bacchetta magica non basta. Che un po' di magia non guasta.
Il cuore spezzato mi ha fatto capire davvero cosa sia l'amore. Mi ha resa consapevole di come le parole e le azioni accrescano l'interesse. Ho capito che le emozioni sono un ingrediente. E non le fondamenta. Ci sono le farfalle. Le senti. E sono belle. Sono divertenti. Stanno bene lì all'altezza dello sterno. Ma non si deve basare una relazione su un po' di stordimento iniziale. Che le emozioni fluttuano, cambiano, crescono e si smaterializzano ad un battito di ciglia. Le emozioni accecano. E così ogni canzone ti fa pensare a lui. E poi svieni appena senti pronunciare il suo nome. E magari pensi anche che lui, un perfetto quasi sconosciuto, possa essere l'uomo della tua vita. Ma capita. Che come all'improvviso ti cade un oggetto dalle mani, quello che provavi, muta. E basta solo il passare del tempo. Basta una parola sbagliata. Basta un gesto. Basta una distrazione. Quella del cuore. Il suo.