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I luoghi di “Bagliori nel buio”

Da Anima Di Carta

I luoghi di “Bagliori nel buio”

Spiaggia di Serapo, Gaeta (foto di Florenza Nacca)


Oggi voglio portarvi a fare una gita immaginaria alla scoperta dei luoghi che fanno da sfondo alla storia del mio romanzo, un viaggio dunque tra fantasia e realtà. Tutte le ambientazioni di Bagliori nel buio sono infatti inventate ma evocano posti reali, che conosco bene e che si trovano nei dintorni di Gaeta, cittadina in provincia di Latina dove sono nata e cresciuta.
Per condurvi attraverso questo percorso, mi servirò di piccoli estratti del libro (frasi in corsivo) e delle foto di Florenza Nacca, una bravissima fotografa che ringrazio per avermi concesso l'uso dei suoi scatti. Per le immagini del Pozzo invece ringrazio Alfredo Lalli.
Il romanzo comincia con il trasferimento di Elena in un quartiere di villette che si affacciano sulla spiaggia, chiamato la Baia di Clito. Nella realtà questo luogo non esiste, ma si ispira alle spiagge della zona di Gaeta, Serapo e l'Ariana, entrambe collocate tra due promontori.

I luoghi di “Bagliori nel buio”

Spiaggia dell'Ariana vista da Monte Cristo,
Gaeta (foto di Florenza Nacca)

Racchiusa tra due promontori, l’insenatura formava una mezzaluna lunga circa un chilometro. L’area era delimitata da due scogliere di pietra grigia che si protendevano verso il mare. Da un lato l’affioramento roccioso era basso e stretto, tanto da permettere la visuale sul campo da tennis che affiancava la baia; dall’altro fianco, invece, la scogliera era alta e mozzata. 

I luoghi di “Bagliori nel buio”

Golfo di Gaeta (foto di Florenza Nacca)

Neanche il Pozzo del Corvo, il luogo teatro dell'evento che ha traumatizzato Elena e che rappresenta il cardine di tutta la storia, ha una corrispondenza diretta nella realtà, ma per crearlo mi sono ispirata a un posto reale e altrettanto ricco di misteri. Si tratta di una grotta verticale che si chiama “Pozzo del Diavolo” o “Pozzo delle Chiavi”, anch'esso situato a Gaeta.

I luoghi di “Bagliori nel buio”

Pozzo del Diavolo, bocca vista dall'interno (Gaeta)
(foto di Alfredo Lalli)

Poche pagine nominavano il Pozzo del Corvo, tra le quali quella su Wikipedia, dove veniva descritto come una cavità naturale di origine vulcanica che si sviluppava all’interno di un promontorio situato all’estremità destra della baia. La bocca a forma di ciminiera era collocata sulla cima, al centro di un altopiano terroso, mentre una stretta apertura sfociava nel mare, ai piedi della rupe. Il posto era raggiungibile soltanto arrampicandosi sulla scogliera, oppure salendo per una scaletta intagliata nella roccia; la voragine, inoltre, aveva da sempre scoraggiato i sub ad avventurarsi e pochissimi speleonauti avevano visitato l’interno della grotta, che si diramava sott’acqua in numerosi cunicoli. 

I luoghi di “Bagliori nel buio”

Pozzo del Diavolo, apertura sul mare in basso
vista dall'interno
, Gaeta (foto di Alfredo Lalli)


Informandosi sulla fessura ai piedi del Pozzo, aveva scoperto che un tempo la cavità costituiva una vera e propria cisterna naturale, ma nei secoli l’acqua aveva corroso la roccia creando uno sbocco a forma di mezzaluna largo circa un paio di metri e alto meno di un metro nel punto medio. Un’apertura abbastanza grande per far passare il corpo di un uomo, aveva dedotto.
Tra le tante leggende che si raccontano sull'origine del Pozzo del Diavolo, c'è una che affonda radici lontane e che narra di come il diavolo si sia gettato nella cavità rocciosa dopo aver assistito da vicino all'evento poderoso della montagna che si è spaccata in due per la morte di Cristo (dando luogo a quella che oggi è chiamata Montagna Spaccata).

I luoghi di “Bagliori nel buio”

Pozzo del Diavolo,
unghie di strega
(foto di Alfredo Lalli)

Di fatto il Pozzo del Diavolo è una grotta a sviluppo verticale con origini vulcaniche con un diametro di diciotto metri e un'altezza a picco sul mare di trentadue. Per chi volesse farsene un'idea ancora più da vicino, c'è questo video. Nelle immagini si vede tra l'altro una pianta di unghie di streghe, che descrivo anche nel romanzo!
Attraversarono un sentiero di ghiaia tra l’erba alta. La struttura del Pozzo era al centro di un altopiano che alternava zolle brulle ed erbose e ospitava una vegetazione selvaggia, con piante infestanti ed enormi rovi. La scogliera intorno alla voragine era tappezzata da “unghie di strega”, piante grasse dalle foglie adunche che cascavano giù.
Naturalmente l'emozione di vedere questo luogo di persona e udire il rombo del mare proveniente dal basso non si batte!
Elena dovette ammettere con se stessa che c’era davvero qualcosa di anomalo in quel luogo, come se fosse carico di tristezza e disperazione, emozioni che parevano posarsi sui visitatori come fuliggine. Forse contribuivano a generare quelle sensazioni la luce cupa filtrata dalle nubi e l’odore di erbe selvatiche che impregnava l’aria. O forse a suscitarle era la presenza delle unghie di strega e di altri cespugli dalle foglie aguzze come spade, e gli alberelli dai rami bianchi, ritorti e senza foglie, simili a scheletri che circondavano il Pozzo come guardiani. O forse era il gorgoglio minaccioso che proveniva dal fondo. 
Totalmente inventati nel romanzo sono però i labirinti e i cunicoli sotterranei (che nella realtà sono molto meno sviluppati e non così pericolosi per i sub), così come ovviamente è frutto di fantasia il mistero delle presenze soprannaturali intorno al Pozzo, le copie... anche se chiunque sia stato lassù potrebbe giurare che qualcosa di inquietante c'è!

I luoghi di “Bagliori nel buio”

Pozzo del Diavolo,
interno
(foto di Alfredo Lalli)

Man mano che scendevano l’oscurità si intensificava, il passaggio si fece più angusto, finché furono costretti a procedere uno davanti all’altra. Matteo le lasciò la mano e lei cercò un appiglio nella parete muschiata. Il rumore del flusso di acqua divenne più assordante, simile al rombo di un treno in galleria. La marea in quel momento era bassa, ma i segni sulle pareti testimoniavano che il livello poteva salire molto. 
Il cunicolo si assottigliò ancora e li costrinse a procedere con la schiena curva, fino a chiudersi in una feritoia impraticabile. Il cielo sulle loro teste era ridotto a un piccolo cerchio grigiastro. Si fermarono a contemplare il maestoso spettacolo dei flutti che irrompevano in alto e spandevano una nebbiolina sottile. Nonostante il frastuono, si udiva nitidamente alle loro spalle un rigagnolo che proveniva dai cespugli e attraversava la roccia colando lentamente, per scomparire verso il fondo.
Un altro luogo molto suggestivo è il grande scoglio che viene chiamato la “Nave di Serapo”, che secondo i racconti popolari sarebbe una delle navi di Ulisse trasformata dalla maga Circe. Questo luogo non si trova in Bagliori nel Buio, ma ispirò il mio primissimo romanzo breve: anche lì tutto ruotava intorno a un evento drammatico del passato, che si svolgeva appunto in questo isolotto dagli aspetti oscuri.

I luoghi di “Bagliori nel buio”

La Nave di Serapo, Gaeta  (foto di Florenza Nacca)

Nei dintorni di Gaeta poi non mancano le scogliere a picco sul mare, affascinanti e pericolose al tempo stesso, che ho evocato anche nella mia storia.

I luoghi di “Bagliori nel buio”

Falesie, Gaeta (foto di Florenza Nacca)


Il vento lassù era irregolare, ma spietato. Matteo la prese sottobraccio e si accostarono al ciglio del promontorio, dove le rocce terminavano in un precipizio a picco sul mare. Una ringhiera proteggeva per un tratto gli incauti che si avvicinavano allo strapiombo, ma la maggior parte del perimetro era pericolosamente esposta. Non era un posto per bambini, quello. 
Sulla parete scoscesa trovavano posto pochi audaci arbusti, cresciuti in modo contorto a causa dell’asperità del terreno, abbarbicati strettamente alla roccia e battuti senza sosta dal vento. Al di sotto, l’acqua era così lontana che si udiva a stento il suo fluttuare. La massa di nuvole che minacciavano pioggia celava l’orizzonte, ma dall’alto si scorgeva nitidamente la costa, dove cavalloni dalle creste bianche e alte si abbattevano con ferocia. Oltre la scogliera, il mare era uno sfondo scuro e burrascoso, per nulla rassicurante.
E con questa visione mozzafiato il viaggio è finito! Per saperne di più non vi resta che tuffarvi nella lettura del romanzo.
L'AUTRICE DELLE FOTOFlorenza Nacca, nata a Termoli (CB) il 12/02/1972 e vissuta in Molise fino all'età di 8 anni, ha conseguito la laurea in Farmacia all'Università Federico II di Napoli dove ha incontrato il marito Paolo, originario di Gaeta, medico e grande appassionato di musica, dedito con fervore alla scrittura. Da sempre affascinata dalla magia della natura, ha scoperto la passione per la fotografia soltanto  da pochi anni, grazie alle escursioni in montagna nella splendida cornice dei Monti Aurunci, i monti del sole. Attualmente vive a Gaeta dove è stata premiata dall'Associazione “Lynart”, classificandosi al primo posto nella sezione fotografia della “III Edizione Trofero Sebastiano Conca”, nell'ambito della mostra dedicata al tema “Espressione”, allestita nel 2012 presso la sede del Club Nautico.
Profilo GooglePlus: Florenza Nacca
Album Flickr: https://www.flickr.com/photos/foglianelvento



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