Notte Tunisina, Quell'anno a Cuba, Ritrovarsi a Parigi, Miami Diaries, questi i primi quattro romanzi pubblicati fra il 2011 e il 2014 da Marta Lock. Ogni titolo anticipa l'ambientazione delle vicende narrate e stimola inevitabilmente la nostra curiosità: che legame intercorre fra l'autrice e questi luoghi?
Marta Lock è stata molto disponibile e ha risposto volentieri alle nostre domande rivelandoci il rapporto con queste destinazioni e svelandoci i suoi luoghi della scrittura: è infatti nell'intimità di casa che la scrittrice rielabora le suggestioni dei viaggi per donarle poi a noi lettori sotto forma di parole e storie. In questa intervista Marta Lock ci anticipa le ambientazioni dei prossimi romanzi e il racconto che fa di sé ci trasmette alcune sue caratteristiche: pur vivendo nei "contrasti", affrontare la vita con energia, sana curiosità ed empatia, bilanciando dinamismo e quiete, consente a Marta Lock di raggiungere un felice e personale equilibrio nell'arte della scrittura.
I "luoghi" sono o sono stati determinanti nella stesura dei suoi romanzi? L'esperienza personale come si intreccia negli scritti? Tunisia, Cuba, Parigi e Miami, sono tutte destinazioni di una sua esperienza lavorativa? I luoghi descritti nei miei romanzi sono stati, per la maggior parte, protagonisti di un periodo, più
o meno lungo, della mia vita perché anni fa ho scelto di staccarmi dalle certezze e dal conosciuto per andare alla scoperta di ciò che era diverso e, inconsapevolmente, anche alla scoperta di una me diversa o meglio della mia vera essenza, di quella personalità unica che esce fuori solo quando ci si spoglia dalle sicurezze delle abitudini consolidate e si affrontano il mondo e gli altri con uno sguardo diverso. A Djerba e a Cuba ho avuto la fortuna di vivere quando lavoravo come animatrice nei villaggi turistici e sono entrambi paesi che mi hanno lasciato un segno profondo, diversi ma entrambi bellissimi perché il bello di ogni luogo sta proprio nella sua unicità. A Parigi sono stata diverse volte, è una città che adoro e che mi fa venire voglia di continuare a tornarci, romantica in modo incredibile e con un'atmosfera che si respira solo lì. E' proprio lei ad avermi ispirato forse il mio libro più d'atmosfera, Ritrovarsi a Parigi, in cui il passato si intreccia con il presente attraverso il filo del ricordo del nonno che si racconta all'adorata nipote. Miami invece è l'unica città che non ho ancora visitato però era perfetta per la storia che avevo in mente di scrivere: quella di chi dal lusso sfrenato si ritrova senza più solidità economica e deve rimboccarsi le maniche per risalire, scoprendo quindi gradualmente una ricchezza interiore che nessuna crisi potrà portare più via.I miei libri non sono autobiografici però nella maggior parte di essi, i luoghi descritti sono esattamente quelli che ho visto con i miei occhi, al punto che si potrebbe tranquillamente usare il romanzo anche come guida, o andare alla scoperta dei posti di cui racconto e che descrivo in modo molto fotografico, senza fronzoli bensì dando semplicemente, a parole, l'immagine che avevo davanti agli occhi quando li guardavo e avvolta dall'emozione che mi avevano suscitato.
C
redo che se non avessi avuto l'opportunità di viaggiare, scoprire, conoscere e amplificare la mia sensibilità e capacità empatica, non sarei mai diventata scrittrice, anche perché la caratteristica che mi identifica è proprio quella di ambientare i romanzi sempre in luoghi diversi e lontani, un po' perché per me viaggiare è sognare, un po' perché ho compreso che ciò che succede a noi, oggi, qui tra gioie e dolori, legami e ideali, può essere identico a ciò che succede a qualcuno dall'altra parte del mondo, a prescindere dal colore, dalla lingua o dalla razza. E non mi fermo qui perché ho già pronti tre inediti uno ambientato in Messico, uno a Santorini e l'ultimo a Rio.Le emozioni provate durante un viaggio stimolano la sua esperienza artistica? Assolutamente sì, sebbene me ne sia resa conto a posteriori. Ho scritto il primo romanzo nel 2010, dopo molti anni di distanza dalla mia esperienza all'estero, perciò non immaginavo di veder riaffiorare ricordi ed emozioni che credevo dimenticati. Invece la magia della scrittura ha fatto sì che quello scrigno in cui si vanno a depositare le memorie emotive si aprisse liberando odori, sapori, colori, sentimenti che mi hanno permesso di mettere quelle esperienze, quelle sensazioni su carta. E' stata una sorpresa meravigliosa rivedere tutto ciò che i miei occhi avevano osservato tanti anni prima come se l'avessi davanti al posto del foglio bianco, a quel punto raccontare è diventato facile tanto quanto vivere. Ogni singolo episodio, ogni cosa che viene ascoltata diventa spunto per una storia o un personaggio e questo accade sempre, continuamente, credo sia una caratteristica inconscia di noi scrittori, ascoltiamo e captiamo tutto, anche ciò che non viene detto, anche ciò che per altri non emerge per noi diventa protagonista, uno spunto a cui dar vita.
Ci potrebbe descrivere invece i luoghi della scrittura? Mi spiego: il momento della scrittura può avvenire anche in luoghi di passaggio come una camera d'albergo o il momento creativo richiede una forma di stabilità? Quando scrivo un romanzo ho bisogno del silenzio assoluto e dell'intimità della mia casa e, soprattutto, della mia Milano. Mi è capitato di dovermi spostare per lavoro proprio mentre ero nel pieno della stesura e ho portato con me
il pc per andare avanti nella storia - ho bisogno di scrivere ogni giorno per non perdere il filo perché non rileggo mai nulla finché non ho messo la parola fine all'ultimo capitolo - però il risultato era diverso, era come se non avessi la giusta ispirazione e spesso ho dovuto smettere di scrivere rimandando tutto al mio ritorno a casa. Non so spiegare il perché, forse in fondo, nonostante gli spostamenti continui legati al mio lavoro e che mi piace tantissimo fare - la stanzialità mi annoia -, in fondo per alcuni aspetti della mia vita ho invece bisogno di stabilità, di abitudine, di certezze. Questa è un po' una caratteristica del mio carattere, vivo nei contrasti e, se proprio devo essere sincera, ci vivo anche molto bene perché ho imparato ad accettare ciò che prima non comprendevo e combattevo. In questo mi è stata molto utile l'esperienza dei viaggi. E paradossalmente nella stabilità della mia casa, riesco a viaggiare con i ricordi e con la mente e a far viaggiare poi i lettori dei miei romanzi.Marta Lock ha una sua rubrica personale, L'Attimo Fuggente sul sito www.martalock.net, sul quale scrive anche i suoi aforismi quotidiani che ha chiamato Pensieri della sera, finalisti per due anni al Concorso nazionale di filosofia di Anpf Confilosofare.