Una scrittura tersa e scorrevole ci conduce per mano in questa vicenda che - come di consueto nei libri di Baldini - è rigorosamente tutta italiana. È italiana nel surplus di superstizioni e nei rituali contadini (l'attenzione per i quali è un'altra caratteristica tipica della produzione baldiniana, frutto evidente degli studi antropologici dello scrittore), è italiana nei riferimenti alla Resistenza e lo è nell’immagine triste delle famiglie che si lasciano alle spalle le proprie radici per cercare fortuna all'interno di meste realtà metropolitane.
Il maresciallo Nazario è una figura latrice d'un carico quasi insopportabile di disillusioni: il suo sogno di una famiglia felice si è frantumato miseramente, lo Stato per cui ha lottato si è rivelato tutt'altro rispetto alle sue convinzioni, gli restano solo i boschi e le fortunate occasioni d'incappare nei suoi amati lupi. Quando il caso lo porta a conoscere gli abitanti della Valchiusa, qualcosa irrompe nel grigio plumbeo della sua vita distraendolo dalle proprie amarezze: si tratta del rinvenimento di uno scheletro misterioso, sepolto apparentemente da alcuni secoli. Ma le cose non stanno proprio come sembrano, e poco alla volta il maresciallo della forestale scorge piccole incongruenze, bugie - o meglio verità taciute - come il fatto che lo scheletro rinvenuto risulti morto da non più di vent’anni. Calamitato dalla catena di foschi avvenimenti del passato, il protagonista comincia a indagare fra biblioteche, vecchi manoscritti e leggende tramandate oralmente, sino alla scoperta finale. In poco più di 230 pagine l'autore mette tanta carne al fuoco, e la cucina forse con un pizzico di maestria in meno rispetto i suoi standard. O forse, semplicemente, Baldini ha deciso con Come il lupo di sperimentare un nuovo registro, passando dal nero/nerissimo delle opere che lo hanno sin qui contraddistinto in favore di una più tenue gradazione cromatica nei suoi scritti.Come il lupo - Eraldo Baldini (Ed. Einaudi)






