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I’m back

Creato il 11 agosto 2014 da Sopravvivereinindia @svivereinindia

Io lo so che nel momento esatto in cui sto scrivendo quello che sto per scrivere una bomba di sfiga esploderà in casa mia, ma quello che è giusto è giusto e io lo devo dire… il rientro nella più grande democrazia del mondo non è stato l’incubo che immaginavo!
Bene, l’ho detto, l’ho fatto, adesso aspetto e tremo!
Allora, vi spiego, in aereo per prepararmi alla terribile immigrazione di Mumbai ho iniziato ad immaginarmi cose, fatti e persone, ho provato a sognare ad occhi aperti. Per esempio, le tipe che sedevano a due poltrone di distanza da me erano italiane e facevano un viaggio in India non so per quale motivo. Io, data la loro presenza, ho fatto finta di essere in viaggio con loro, mi immaginavo temeraria, pronta a tutto, sempre con lo zaino sulle spalle, felice di essere in ferie. Poi queste tipe hanno iniziato a parlare con una hostess che guarda caso parlava italiano, questa tipa raccontava di come stia diventando per lei faticoso fare l’hostess perché è sempre in viaggio e i fusi orari iniziano a darle fastidio. Io allora iniziai ad immaginarmi in viaggio da giorni, diretta in un paese tropicale bellissimo, pieno di maschi fichissimi e bagnini ancora più fighi!
Non mi sono fatta intimorire neanche dal bambino che ad un certo punto ha iniziato a calciare il mio sedile, proprio quando stavo sognando di uno che non ho mai conosciuto. Sono riuscita a stare calma anche quando il bambino ha cominciato a urlare e la madre lo incoraggiava, ho sopportato il cattivo cibo e la posizione scorretta, tutto perché sapevo che niente sarebbe stato peggio della terribile immigrazione.
Arrivo a Mumbai e mi alzo dall’aereo per ultima, mi sono avviata all’uscita con una calma che mai avrei sospettato e se fossi andata un po’ più piano sarei ancora li, giravo per i corridoi come una sonnambula quando vedo la nuova e meravigliosa immigrazione! È si ragazza miei, non c’era più una saletta piccola con le luci soffuse, non c’era più un’unica fila piena di indiani e non indiani ammassati insieme. Ma c’era un ampio salone, con varie postazioni e varie file, e pensate un po’ c’erano anche le file per soli indiani, così le cose si velocizzano abbastanza. Devo dire che per la prima volta rimasi a bocca aperta, vi giuro volevo mettermi a piangere. Ovviamente, mi diressi verso il temibile indiano con un po’ di terrore, alla fine avete cambiato l’immigrazione ma non potrà mica essere così semplice la cosa, di sicuro avranno architettato qualcosa per rendere il passaggio infernale… invece no! Tutto è andato per il meglio, il tipo all’immigrazione non mi ha neanche guardato e da li è stata una passeggiata!
Anche qui nella terribile society tutto tace, sia perché Giuliano più che un cane sembra un vitello e gli indiani hanno paura sia perché a causa dei monsoni le donne ricche non riescono ad incontrarsi e a spettegolare. Ma volete sapere la cosa che mi ha più inquietato? A me non sembra di non essere qua da due mesi, a me sembra di essere stata in Italia giusto due giorni. Qua non è cambiato niente, tutto va come il solito, la situazione è addirittura tranquilla e oggi la donna delle pulizie mi ha addirittura chiesto se può lavare i mobili… robe dell’altro mondo.
Però ho notato una cosa, sabato sera ero in rickshaw e mi sono accorta che molti indiani non mi guardano più con il solito sospetto, ma mi lanciano degli strani sorrisi… forse si stanno preparando ad uccidermi? Oppure, vista la mia prolungata vacanza, vogliono farmi una grande festa a sorpresa? Boh… lo so che voi starete dicendo: “ti vogliono uccidere” ma io vi ricordo che mi trovo in India e qua tutto è possibile!


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