"Il cielo è grigio su S.Siro, ma il popolo rock è lì, compatto, a riempire lo Stadio..c'è una atmosfera di grande, grandissima attesa e quando lui sale sul palco intonando "We take care of our own" tutti quanti capiamo immediatamente che questa notte farà molto, ma molto caldo..."Inutile girarci attorno..chi c'era lo sa. Sa di aver vissuto una notte da ricordare, di essere stato parte di uno di quei momenti da raccontare ai nipotini. Perchè lassù, su quel palco, c'era il solo ed unico re del rock.33 canzoni; 3 ore e 40 ininterrotte di musica, il secondo concerto più lungo della sua carriera, una energia ed una passione senza pari, nonchè, bisogna ammetterlo, una tenuta fisica impressionante. Basterebbe questo a far comprendere, se mai ce ne fosse bisogno, perchè lo chiamano "The Boss".Ma c'è molto di più.
Tutti quanti cerchiamo un posto dove restarePerchè Springsteen da voce alla vita, in tutte le sue forme. Canta il dolore per chi non c'è più nella bellissima "My city of ruins", la tristezza e la rabbia di questi tempi cupi con la struggente "Jack of all trades", ricorda i recenti terremoti e la dedica a "chi sta lottando anche qui" (e lo Stadio esplode in un boato).
tutti quanti vogliamo avere una casanon fa differenza ciò che gli altri diconoe non c’è nessuno che ami stare solo
Il banchiere diventa sempre più grasso, il lavoratore diventa sempre più magroMa il Boss è anche il cantore del riscatto, della speranza e dell'amore per la vita.
E’ tutto già accaduto in passato e accadrà di nuovo
Accadrà di nuovo, ci scommetteranno la tua vita
Sono un tuttofare e, cara, staremo bene
Un giorno ragazza, non so quando, arriveremo in quel postoCosì, si diverte e ci diverte. Porta bambini sul palco e li fa cantare "Waiting on a sunny day", balla, gioca, trascina la sua gente in una festa che sembra non finire mai, lasciandoci stremati, con le gambe a pezzi e senza voce, ma ancora increduli e felici per una notte che ha spaccato loro il cuore.
Dove davvero vogliamo andare E cammineremo al sole Ma fino ad allora i vagabondi come noisono nati per correre
Descrivere la tempesta di sensazioni che mi ha attraversata in questa splendida notte di giugno è impossibile. Basta dire che dopo aver sentito dal vivo e in sequenza "The promise" al piano "The river" e "The rising" sarei quasi potuta morire felice.Quando poi, dopo un solo accordo di armonica, uno stadio intero cantava "The river" come una sola voce, il cerchio si è chiuso.
Ora questi ricordi ritornano e mi tormentano
Mi tormentano come una maledizione
È un sogno, una bugia, se non diviene realtà
Una vita fa l'ho sentita per la prima volta e mi sono chiesta chi fosse l'autore di quella poesia. Come per molti infatti, per me "The river" è stato il brano che ha fatto scoccare la scintilla, il primo passo, l'inizio di una amicizia duratura, quella con le sue canzoni.Perchè nel concerto di giovedì sera c'era la fine di un amore e l'incontro con la persona con cui ho deciso di vivere la mia vita, la nascita dei nostri figli, i nostri momenti cupi e quelli allegri. Il nostro passato, presente e futuro.C'era il racconto di decine di migliaia di vite, magicamente intrecciate sotto il cielo di una notte in fiamme.