Lo scenario rappresentato è affine a quello de La planète sauvage, ossia un ambiente spaziale che esalta alla grande le doti artistiche e visive del duo Laloux-Moebius. Ma come nel film precedente che poteva essere letto in una chiave attuale attraverso il possesso umano da parte degli alieni, anche qui si rintraccia un sottotesto incastrato nel quadro fantascientifico. La metafora del pianeta Gamma 10 sulla globalizzazione che omogeneizza rendendo le persone delle marionette si affianca, inoltre, ad uno squisito susseguirsi di quadri sci-fi dall’inestimabile valore filmico.
In più la pellicola acquista particolarità con una conclusione segnata da un corto circuito spazio-temporale per certi versi simile al monumento markeriano La Jetée (1962) dove il cinema è la lunga strada da percorrere a ritroso, l’unica in grado di salvare il piccolo Piel.
René Laloux e Moebius: due maestri nel tempo.