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I maestri presuntuosi e l'allievo perspicace ma inascoltato /Il Griot racconta

Creato il 22 settembre 2013 da Marianna06

 

  

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Siamo di nuovo nel nostro simpatico villaggio africano, dove l’andare in giro,  di certo quando non è tempo di “grandi piogge” oppure il sole è allo zenith, e soprattutto quando non si ha un bel niente da fare, può essere davvero un autentico spasso per grandi e piccini.

Perché dico questo ?

Perché andare a passeggio nella brousse equivale sempre, o almeno quasi sempre, a  sorprese garantite.

Il che vuol dire fare esperienze, imparare e, qualche volta, divertirsi pure.

Mama Africa, non temete, che insegna sempre.

Proprio come accadde, la volta, al mio amico  Mohamed, che aveva l’animo d’esploratore ma, tutto sommato, sapeva essere cauto al momento opportuno.

Mohamed era in ottimi rapporti con tre anziani guaritori del villaggio ,che conosceva  dai tempi in cui era  bambino, perché erano stati anche un po’ i suoi maestri.

E, si dava il caso, che con loro amasse chiacchierare, ogni volta che poteva,  per crescere , come sosteneva lui, in insegnamenti e, quindi, in saggezza.

Mentre i quattro, quel mattino di cui vi racconto, camminano per raggiungere un luogo appartato e tranquillo e dissertano beatamente  del più e del meno, e Mohamed naturalmente è tutto orecchi allo scopo di non perdere neanche una parola, ecco l’imbattersi imprevisto, calpestando il terreno, in quelli che sono i resti  abbandonati dello scheletro di una leonessa.

Comincia ,manco a dirlo, un’accanita competizione tra i tre “esperti” di magie.

Competizione, con la messa a frutto per ciascuno delle proprie formule, e che ha per obiettivo ovvio il riuscire a dimostrare che ognuno è più bravo dell’altro.

E le parole di prudenza di Mohamed, è superfluo sottolinearlo, restano inascoltate.

Il primo presume di ricomporre lo scheletro per intero. E pare vi riesca, grazie alle sue segretissime formule.

Il secondo intende mettere, com’è naturale che sia, carne e muscoli al posto giusto nello scheletro ricomposto. E anche questa operazione pare andare a buon fine.

Il terzo, il più presuntuoso della compagnia,decide invece di dare “anima” ,e quindi vigore, alla leonessa.

Mentre i tre gareggiano in  bravura, l’allievo Mohamed,con furbizia o preveggenza, si è già arrampicato, comunque, sull’albero più elevato dei dintorni e, da lassù ,osserva il tutto.

Quel tutto, che era scontato in termini di pericolosità e che gli anziani maestri da lui non avevano voluto ascoltare.

Non appena la leonessa riprende vita, infatti, ad uno ad uno i tre guaritori o stregoni,  come preferite chiamarli ,finiscono,  dritti dritti, quale ottimo e succulento pasto nelle fauci  della bestia che, di necessità, deve riprendere le sue forze.

E non ci sono gambe leste e corsa veloce, che tengano,  a salvare loro la vita.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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