I mandanti della strage di Bologna? Omissis

Creato il 03 agosto 2012 da Ilnazionale @ilNazionale

La stazione di Bologna, come si presentava il 2 agosto 1980

3 AGOSTO - Giovedì 2 agosto è stata commemorato il trentaduesimo anniversario della strage di Bologna. Uno degli eventi più tragici della storia del nostro Paese, caratterizzata, nei cosiddetti Anni di Piombo fra la seconda metà degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, da numerose azioni terroristiche, che ferirono in maniera indelebile lo spirito di una nazione intera. A Bologna, quel giorno d’estate del 1980, alle 10.25 del mattino nel pieno di un esodo estivo, venne fatta scoppiare una bomba nella sala d’aspetto di quello che era ed è lo snodo ferroviario più importante d’Italia. Morirono 85 persone e rimasero gravemente ferite altre 200. Chiunque abbia più di quarant’anni ricorda con precisione le sensazioni di sgomento e rabbia che suscitarono le notizie provenienti dalla città felsinea, quel giorno. Ma un’intera generazione, quella dei ventenni di oggi, non può considerare propria un’esperienza che inevitabilmente non ha vissuto sulla propria pelle.

In soccorso della “memoria collettiva” è intervenuto l’attore e autore teatrale veronese Stefano Paiusco il quale da qualche anno, allo scoccare della ricorrenza, porta in scena, nelle scuole, nei teatri, nelle piazze, Omissis. 2 otto 80. Stazione di Bologna, un monologo scritto a quattro mani con lo scrittore e poeta Raja Marazzini. Un testo che catapulta lo spettatore nel cuore di quegli anni amari, ricostruendo lo scenario politico dell’epoca e soprattutto le vicende che portarono inesorabilmente all’attuazione di quell’insensato piano criminale.

Stefano Paiusco durante la piece teatrale

“Quel giorno a Bologna morì anche un mio conoscente veronese, Davide Caprioli” spiega il bravo Stefano Paiusco, che da anni propone sulle scene il suo teatro “evocativo”, seguendo le orme del maestro Dario Fo. “La sua vita venne spezzata insieme a quella di altre ottantaquattro persone. Per un intero anno, passando ogni sera per la stazione di Bologna dove facevo il militare fra il 1982 e il 1983, ho letto nella sala d’aspetto, la lista dei nomi delle vittime di quell’attentato. E ho sempre pensato che, quando avessi avuto l’occasione, avrei parlato sul palcoscenico di quell’evento. L’incontro con Raja Marazzini, qualche anno dopo, è stato decisivo. Insieme, nel corso di quattro anni di lunghe ricerche, abbiamo raccolto il materiale necessario per scrivere il testo, che vuole essere il più oggettivo possibile. Abbiamo analizzato e spulciato centinaia di documenti ufficiali, fra sentenze, dichiarazioni, reportage, rapporti e relazioni. Abbiamo ricostruito, attraverso questo studio approfondito, tutto quello che è successo prima e dopo quello scoppio, fino alle sentenze della Cassazione, arrivate quindici anni dopo la strage. Strage che avrebbe potuto essere evitata se solo qualcuno, all’epoca, avesse voluto farlo. Si tratta di un resoconto preciso di quanto emerso dalle indagini che gli inquirenti hanno svolto per arrivare ai colpevoli”. In realtà, come viene ampiamente spiegato dall’opera, la vicenda non è stata ancora chiarita del tutto. Sono stati sì condannati Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro come esecutori materiali della strage. Ma dei mandanti, ad oggi, nonostante numerosi indizi, non vi è ancora nessun accenno in nessuna delle sentenze dei vari gradi della giustizia. Nè in primo grado, nè in secondo, nè in Cassazione. I Mandanti, semplicemente, non esistono. Omissis, appunto, come ricorda il titolo di questa eccezionale opera, che è già stata proposta, a partire dal suo debutto nel lontano dicembre2001, in centinaia di rappresentazioni in tutta Italia. Un’opera anche poetica, che trova in Foscolo, Cervantes, Omero, Ionesco i numi tutelari per non dimenticare e, usando le parole degli stessi autori, “per non smettere di coltivare la speranza”. Mai.

Davide Caprioli

“Ci siamo resi conto che alla fine dell’iter giudiziario permane una zona grigia  che non può o non si vuole intaccare”, racconta Raja Marazzini, coautore con Paiusco di numerosi altri testi teatrali, fra cui il commovente Ortigara 1917. Il calvario degli Alpini. “Con questo testo vogliamo lanciare un messaggio ben chiaro: non è più il tempo delle discussioni, ma è tempo di agire. Questo attentato è già stato analizzato nelle aule dei tribunali, sui giornali, nelle televisioni, nelle case delle famiglie. E’ arrivata l’ora di risvegliare le coscienze dal torpore e cercare di capire cosa è realmente successo in quegli anni così oscuri. Sono troppi ancora gli interrogativi che non avranno probabilmente mai più risposta, anche per colpa di una precisa volontà politica, che nel corso degli anni ha saputo affermarsi oltre ogni esigenza di verità e giustizia”. Verità e giustizia di cui hanno ancora bisogno i parenti delle vittime, riuniti nell’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Stazione di Bologna, che hanno supportato e coadiuvato, insieme alla sorella di Davide, Cristina Caprioli, i due autori nell’ambito della loro difficile opera di ricerca, prima, e realizzazione, poi. Anche grazie a questo monologo e alla testardaggine di alcune persone è stata dedicata una via, a Verona, a Davide Caprioli, mentre solo da qualche anno a Bologna, in occasione della commemorazione del 2 agosto, è finalmente presente anche il Gonfalone della città di Verona.

Ernesto Kieffer


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