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I manga giapponesi in Europa: sulla critica del fumetto
Creato il 11 luglio 2012 da Saradurantini @SaraDurantiniSe è vero che è etimologicamente scorretto usare l'espressione critica fumettistica riferendosi ad un approccio analitico e valutativo nei confronti del fumetto, è pur vero che non ci si può esimere da una riflessione circa le migrazioni culturali dei manga e anime giapponesi nello scenario fumettistico europeo, migrazioni che hanno portato ad accrescere, anche in Europa, la fama dei cartoons nipponici e quindi gli strumenti critici per discuterne, presentarli e parlarne.
La riflessione è scaturita in seguito alla serie animata Sword Art Online che, a partire da luglio, verrà trasmessa su un canale televisivo giapponese per due stagioni. Raccontare un manga impone la conoscenza non solo contenutistica dell'opera ma anche le dinamiche che hanno portato quel manga a ricevere le attenzioni di un pubblico culturalmente sempre più vasto. Prendendo le distanze da Sword Art Online e allargando il campo della mia riflessione mi sono chiesta quali sono gli strumenti di approccio critico a un cartoon (con tutte le implicazioni culturali dovute a scenari sociali differenti).
Credo che una prima risposta sia stata data durante il Convegno di studi sul Giappone, tenutosi a Lecce nel 2006 che ha fatto luce proprio sull'"analisi comparativa delle dinamiche di ricezione culturale e delle prospettive di indagine scientifica" dei manga in Europa. In questi atti, confluiti in un saggio edito nel 2008 da Congedo Editore, Gianluca Di Fratta focalizza due aspetti importanti relativi la migrazione dei manga e anime giapponesi nel panorama europeo: "mediante l’apporto di uno stile grafico innovativo e l’introduzione nelle storie di tematiche impegnate [...], il cartoon giapponese si afferma caldamente in gran parte dei paesi europei e, in special modo, in Italia, Francia, Spagna e Germania, dove incontra un clamoroso successo di pubblico [...] ma anche notevoli frizioni culturali, legate alla difficile accettazione di una caratterizzazione adulta dei personaggi e di differenti valori morali che iscrivono il cartoon giapponese di nuovi e più profondi significati".
Lo stile grafico, patinato, avanguardistico e fumettisticamente stimolante, nonché le tematiche impegnate si possono ravvisare anche in Sword Art Online. Eppure, scostandoci nuovamente dal singolo manga per fare un discorso di più ampio respiro, vi sono non poche frizioni culturali [rubando l'espressione a Di Fratta] nella "caratterizzazione adulta" dei personaggi iscritti in una realtà fatta da un codice d'onore e di rispetto ben lontano dal nostro immaginario. La difficoltà appare dunque evidente ogni volta che ci si trova ad affrontare il significato e il valore del manga stesso.
Eppure c'è chi, come Sergio Brancato, dichiara che il fumetto fa parte del nostro sistema culturale quindi non si pone la questione del suo valore culturale "credo" continua Brancato "sia anzi sbagliato volerli innalzare [i comics] sugli altari della cultura “ufficiale”, poiché quegli altari – come ho già sostenuto altrove – sono ormai dei sepolcri imbiancati. Dovremmo invece rivendicare l’origine mercantile e massificata del fumetto, poiché è stata quell’origine a renderlo così forte, così capace di restituire lo spirito del tempo novecentesco, di rappresentarne i vissuti e le soggettività storiche. Partiamo da questo quando parliamo del fumetto, parliamo della sua origine metropolitana, parliamo del fatto che i comics sono un osservatorio privilegiato sulla storia culturale del secolo appena trascorso".
In accordo con quanto esprime Brancato, trovo tuttavia sia proprio l'origine metropolitana, mercantile e massificata che, tuttora, porta a fraintendimenti culturali, a inaspettate perplessità e dubbi sul valore intrinseco del fumetto da parte di una fetta di pubblico. Da qui l'urgenza di creare una critica del fumetto o sul fumetto [Marco Pellitteri] che, troppo spesso, risente della presunta sensibilità del pubblicista o giornalista di turno privando il fumetto, e privandosi, della comparazione, dello studio, del discorso accademico e della preparazione culturale proprie di ogni critico che si ritenga tale [o che voglia essere ritenuto tale]. E' in seguito a questa riflessione che ho voluto fare un passo indietro nella valutazione critica di Sword Art Online per approfondire il discorso sugli strumenti critici che ho [che abbiamo] a disposizione. Ancora pochi, scarni e alcuni privi di forza intellettuale. Per adesso.
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