La fonte è ufficialissima, la postfazione a un libro scritta da Santi Fedele, ordinario di storia contemporanea all’università di Messina ed eletto nell’aprile 2011 a Rimini gran maestro onorario del Grande Oriente d’Italia, obbedienza nata a inizio Ottocento e che si identifica con Palazzo Giustiziani, antico edificio della Roma storica, nel rione Sant’Eustachio.
Il libro che si chiude con lo scritto di Fedele porta una firma che negli ultimi 13 anni da Ravenna ha recato un’impronta rilevante per la massoneria italiana. È quella di Gustavo Raffi, eletto il 20 marzo 1999 gran maestro della più nutrita loggia italiana, il Goi (il giorno successivo tenne la sua prima allocuzione-manifesto, quella della “rivoluzione del sorriso”). E altro elemento che scaturisce dal volume, intitolato “In nome dell’uomo” (Ugo Mursia Editore) è che “l’età media dei fratelli attivi è scesa a 53,6 anni, mentre di anni 43,2 è l’età media dei bussanti“.
A metà tra ricostruzione filosofica e biografica, la pubblicazione, al motto di “tu sei mio fratello”, pone la massoneria come “scuola di pensiero e di vita” costituita da “costruttori di sogni possibili”. Slogan efficaci per un focus che spesso parla del ruolo che le logge hanno avuto nell’ultimo secolo e mezzo non solo in Italia, ma che torna a stringersi sul suo attuale gran maestro, iniziato “a Ravenna, la mia città. E fu una sorpresa”.
“La loggia”, ricorda Raffi, “era la ‘Dante Alighieri’, che oggi esiste ancora. Poi io fondai ‘La Pigneta’, che prendeva il nome glorioso della loggia napoleonica. Ricordo prima le voci, poi i volti di persone che conoscevo da sempre, ad esempio Nevio Baldisseri, un personaggio anche della vita politica ravennate che era amico di mio padre, o Celso Cicognani che è stato sindaco di Ravenna e che piacevolmente trovai lì”.
Ma se si cercano altri elementi per dare un nome a molti dei massoni di oggi, il discorso diventa più evanescente. Raffi, pur rivendicando la sua impostazione alla “trasparenza” attraverso la creazione di riviste, siti Internet e Goi Radio e Goi Tv, sugli elenchi degli iscritti – e sulla loro pubblicazione – ribadisce quando ha più volte affermato: l’obbedienza che rappresenta lo farà quando sarà un obbligo di legge per tutti.
In merito agli aspetti bui della storia della massoneria, con specifico riferimento alla P2 e a Licio Gelli, liquida Raffi: “Ormai anche i muri, quelli bombati delle mezze verità o delle facili ermeneutiche, sanno che tra noi e la pseudo-massoneria di un ‘materassaio di Arezzo’ […] c’è un abisso infinito ” . La ricerca di legittimazione, per l’avvocato ravennate, arriva anche da romanzi come il recente “Il cimitero di Praga” di Umberto Eco, che contribuirebbe a scacciare le ombre della “massoneria deviata”, fino alle P3 e P4 che le cronache giudiziarie hanno ampiamente raccontato.
“È deviata di fatto ogni istituzione massonica che non pone attenzione alla formazione spirituale e alla crescita interiore dell’iniziato”, aggiunge Raffi, “ma che persegue scopi prettamente politici e affaristici, che si intromette occultamente e illecitamente nel libero svolgimento della vita istituzionale e democratica. La P2, che noi condanniamo senza riserve o indugi di sorta, ne è stato un esempio, per fortuna irripetibile. Tale loggia, di fatto, si era scientemente sottratta alle istanze di controllo della Massoneria regolare e ufficiale”.
Per il resto è una galleria di nomi del passato che avrebbero portato lusso. Non solo gli stracitati Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, ma i più glamour Walt Disney e Clark Gable dall’altra parte dell’oceano e da questa Totò, il celeberrimo principe napoletano Antonio De Curtis. Tra critiche a temi contemporanei, compare quella alla legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita che vieta pratiche come la fecondazione eterologa e la produzione di embrioni a fini di ricerca. Per Raffi è una norma che si basa su un concetto “scientificamente errato” e che lascia “la sensazione che nel vecchio Stivale abbiamo perso di vista quanto sia avvenuto nel mondo scientifico internazionale negli ultimi 20-25 anni”.
E tra coloro a cui riconosce omaggio pubblico c’è Lando Conti, il sindaco di Firenze dal marzo 1984 al settembre 1985 ucciso dalle Brigate Rosse il 10 febbraio 1986. Gustavi Raffi gli dedica un capitolo perché, iniziato libero muratore il 22 novembre 1957 nella loggia “G. Mazzoni n. 62″ di Prato, è stato colui che “incarna il ritratto del perfetto amministratore, che Ernesto Nathan, il più grande sindaco di Roma, del pari mazziniano e massone, addirittura Gran Maestro, ha tratteggiato”.