di Gaetano Montefrancesco
Copertino: una delle edizioni delle “Tavolate di San Giuseppe” degli anni ’50 del XIX sec.
Nel periodo romano, durante il mese di marzo, si svolgevano i “Matronalia”, la festa delle matrone e della dea Giunone Lucina, protettrice delle partorienti.
Durante questa festa le donne offrivano banchetti e doni ai loro schiavi, attuando un rovesciamento delle parti simile a quello dei Saturnali decembrini.
Il Cristianesimo, come è successo per le altre feste prese in considerazione, ha preferito non abolire tale festa, ma cristianizzarla.
Sono sorte così le Tavolate di San Giuseppe: nel giorno in cui la Chiesa festeggia San Giuseppe Patriarca (19 marzo) o la vigilia, ai poveri del paese veniva offerto un pranzo frugale preparato dalle organizzazioni cattoliche operanti nelle varie parrocchie.
Tale iniziativa si svolgeva non solo a Copertino o nel Salento, ma anche in altre regioni del Mezzogiorno d’Italia come la Sicilia1 e la Calabria2.
A Copertino, il giorno della festa di San Giuseppe Patriarca, il 19 marzo, sul piazzale antistante l’omonima chiesa, tempo permettendo, o all’interno dei locali parrocchiali, venivano sistemate delle lunghe panche sulle quali trovavano posto gli indigenti del paese ai quali veniva servita una pietanza di “ciciri e tria” : ceci e tagliatelle “ritorte” fatte in casa, una parte delle quali era fritta.
Agli inizi degli anni ’60, con lo sviluppo collegato al miracolo economico, questa iniziativa sembrò fuori del tempo e venne abolita dall’allora parroco della chiesa di San Giuseppe Patriarca, don Antonio Delle Donne (25.9.1921 – 3.9.2010).
L’iniziativa è stata ripresa nel 2008, con il titolo di Ciciri e tria, anche se ha perso la caratteristica originale divenendo una delle tante sagre presenti sul nostro territorio.
Inoltre non si svolge più il 19 marzo, festa di San Giuseppe Patriarca, com’era nella tradizione, ma il 31 aprile, vigilia della Festa di San Giuseppe Patriarca Lavoratore.
La tradizione sopravvive ancora oggi (2011) nei comuni di Minervino, Uggiano la Chiesa, Cocumula, Ruffano, Salice, Guagnano, e in alcuni comuni della provincia di Taranto.
Il rituale è più ampio e articolato, non semplice ed essenziale come era quello di Copertino, tanto da diventare un’attrazione turistica.
Le tavolate, allestite all’interno delle abitazioni, mettono in bella evidenza varie pietanze, nessuna però a base di carne o di latticini, perché è Quaresima, che vengono offerte ai poveri o ai visitatori in genere.
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1Pietro Sisto e Piero Totaro, Il Carnevale e il Mediterraneo, Progedit, Bari, 2010, pag. 247;
2Domenico Gullo, La vecchia Legnano, Lupo Editore, Copertino, 2010, pag.146/147.