Decima puntata su Radio Citta Fuijko di “In Media Stat Virus: I Media nell’era di Twitter” dedicata ai media e Piazza Fontana a 45 anni di distanza.
Insieme a Francesca Clementoni, giornalista videomaker e membro di DataMediaHub , proviamo a ripercorrere come in quei tragici giorni i media trattarono il criminale atto terroristico sia per riportare alla memoria una delle pagine più tristi del nostro Paese che per focalizzare il ruolo dei media, e dei quotidiani in particolare, nell’opinion making dell’epoca. Una lezione da non dimenticare.
In mezz’ora di podcast, che come sempre è possibile riascoltare e, volendo, scaricare, vengono riassunte le giornate immediatamente successive all’attentato tracciando un quadro storico del momento e del ruolo dei media in quelle giornate. Negli stacchi musicali pezzi da antologia che avvicinano ulteriormente alla comprensione del contesto.
Siamo in un’epoca in cui il peso della TV è ancora marginale e, ovviamente, la Rete esiste solo nei romanzi di fantascienza. Un’era, distante anni luce da oggi, in cui i giornali hanno il predominio assoluto nel dare senso alle informazioni, nell’orientare l’opinione pubblica.
Il 13 e 14 dicembre, e nelle giornate successive, la maggior parte della stampa è accondiscendente nei confronti delle autorità giudiziarie e delle notizie che fornivano, riportandole e sposandone le tesi senza esitazione. Due gli obiettivi di fondo: narrare lo sgomento della popolazione ed al tempo stesso cercare di rassicurarla.
Il terrore è tale, per un evento che non ha precedenti, dal dopoguerra in poi sino a quel momento, che per effettuare un parallelismo viene richiamato l’attentato del 1921 al Diana, sempre a MIlano. Attentato riconducibile ad una fazione degli anarchici dell’epoca che fu parte della trama che condusse alla pista anarchica anche per la strage alla filiale della Banca Nazionale dell’Agricoltura.
Fuori dal coro due giornali inglesi: Observer e Guardian che sin dalle prime ore sottolineano come la tesi della pista anarchica possa essere tesa ad eccitare l’odio verso la sinistra italiana per favorire una cospirazione autoritaria nel Paese. Ipotesi che in quei giorni fu liquidata dalla maggior parte delle testate italiane come “un romanzo nero scaturito dall’incapacità degli stranieri di staccarsi dai propri schemi”
Dall’analisi della narrazione mediatica emerge con chiarezza, come evidenziano le prime pagine dell’epoca riprese in questo articolo, lo spazio dato a notizie false e diversive concesso dagli organi di informazione. Chissà se anche allora era tutta farina del loro sacco…
La tesi con cui Matteo Pedrazzini [*], si è laureato alla Statale di Milano in cultura e storia del sistema editoriale, ricostruendo la ‘’lezione giornalistica di Piazza Fontana’’ attraverso l’ analisi del modo con cui i giornali, quotidiani e settimanali, affrontarono la ricostruzione della strage e ne seguirono gli effetti, è una lettura obbligata per approfondire.
Martedì prossimo, 16 dicembre, ultima puntata, prima della pausa natalizia, dedicata a i “La rappresentazione del Natale attraverso i media e la comunicazione d’impresa”, relativa alla narrazione mediatica sia sotto il profilo giornalistico che pubblicitario del Natale. È possibile interagire via Twitter utilizzando l’hashtag #imsv14 @pedroelrey / @radiofujiko
[*] Pubblicata originariamente dagli amici di LSDI.