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I mercati finanziari sono la Verità?

Creato il 06 luglio 2012 da Tabulerase

I mercati finanziari sono la Verità?Il mese scorso sono stato a Napoli, a una delle tappe del Festival delle generazioni. Tra i relatori c’era Stefano Epifani (professore di Tecnologie della Comunicazione presso l’Università La Sapienza di Roma). A un certo punto del suo intervento dice: «I giovani che decidono di seguire i corsi di laurea attivati dalle facoltà umanistiche non si illudano di trovare lavoro alla fine del percorso di studi, anzi, è molto probabile che non lo troveranno, perché il mercato è alla ricerca di altre figure professionali.».

Tutta la sala annuiva, e anche io mi sono sorpreso nel tipico gesto di approvazione ma, c’era qualcosa che non mi tornava; seduto tra i giovani e gli anziani, io quarantenne, una specie sociale amorfa, non riuscivo a cogliere il perché del mio turbamento.

Intanto i telegiornali ci informavano dello spread che riprendeva a salire, la Merkel affermava perentoriamente che gli Eurobond, finché lei fosse stata viva, non sarebbero stati approvati. I premier di Francia, Spagna e Italia facevano pressione alla cancelliera per avviare una politica europea di crescita. E mentre un Mario con due goal portava la nostra nazionale di calcio in finale agli europei, l’altro riusciva a ottenere uno scudo antispread per calmierare i mercati.

Ma, la parola mercati che, da quattro anni a questa parte, è entrata insieme con altre, nel lessico comune, cosa identifica?

Domanda che, prima di me e meglio, hanno riportato su prestigiose testate giornalistiche alcune delle migliori penne d’Italia. Hanno scritto a riguardo, Eugenio Scalfari, Stefano Rodotà e Gad Lerner e, Michele Serra nella sua rubrica L’Amaca, su Repubblica del 19 giugno 2012 con la solita brillantezza e frizzante ironia.

Pietro Ichino, nel suo blog prova a fornire delle risposte. «Siamo tutti noi, i mercati,» dice il giuslavorista, «quando ci chiediamo se e dove investire i nostri risparmi; sono i fondi pensione e i fondi di investimento.».

«I mercati,» conclude Ichino, «non sono un’entità metafisica ma, costituiscono l’unica entità di questo mondo …».

Ah ecco! Mentre leggevo il post di Ichino, seduto alla mia scrivania e guardando il monitor del mio pc, a destra, nello specchio, un’altra volta intravedevo la costante oscillazione della mia testa, avanti e indietro. Approvavo. Ma anche no, direbbe qualcuno.

Questo persistere di un dicotomico giudizio, dico, forse è dovuto a uno sdoppiamento di personalità che finalmente si rivela. I giorni seguenti li trascorro cercando di sorprendermi allo specchio, all’improvviso, come si fa quando si vuole incastrare qualcuno con le mani nel sacco. Ma nulla. L’altro da me è furbo. Poi, ieri, un signore, per strada,  mi chiede se per l’ospedale aveva imboccato la strada giusta e, lì comprendo; no, non sono schizofrenico.

Mi spiego. Vi sarà capitato di fornire informazioni stradali ai turisti, be’ da piccolo insieme agli amici ci si divertiva a indicargli la strada opposta rispetto a quella reale. Il turista si fidava e ringraziava, ignaro dell’inganno. Ora noi, cittadini comuni, siamo come quel turista, non conosciamo la strada e ci affidiamo a chi dice di conoscerla. E non voglio dire che, i tecnici, gli economisti, siano dei provetti birboni come lo ero io da piccolo; magari in buona fede si sbagliano. Tant’è che non hanno previsto, la crisi finanziaria negli USA, non hanno previsto la crisi finanziaria – economica in Europa e ancora oggi propongono vie d’uscita per tentoni.

È legittimo quindi, non accettare per Verità assoluta tutto ciò che l’esperto di turno, solo perché investito della sacralità dei titoli accademici, ci fornisce e, credere che un’altra strada esista.

Esiste? L’ho chiesto all’altro “io”, ancora non mi ha risposto.


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