(The Expendables 2)
Regia di Simon West
con Sylvester Stallone (Barney Ross), Jason Statham (Lee Christmas), Jet Li (Yin Yang), Dolph Lundgren (Gunnar Jensen), Jean-Claude Van Damme (Jean Vilain), Chuck Norris (Booker), Bruce Willis (Mr. Church), Arnold Schwarzenegger (Trench Mauser), Terry Crews (Hale Caesar), Randy Couture (Toll Road), Liam Hemsworth (Billy “The Kid” Timmons), Yu Nan (Maggie Chan), Charisma Carpenter (Lacy).
PAESE: USA 2012
GENERE: Azione
DURATA: 103’
L’equipe di professionisti del primo film, affiancata da un giovane cecchino e da una tosta orientale, è costretta dai servizi segreti a volare nei Balcani per recuperare un pacchetto precipitato con un aereo. La missione sembra facile, ma non hanno fatto i conti col perfido Vilain, che vuole estrarre plutonio per rivenderlo al mercato nero…
Due anni dopo il fortunato primo capitolo, diretto dallo stesso Stallone, tornano sullo schermo i “sacrificabili” (e non i mercenari, come suggerisce il pietoso titolo italiano), squadra di supersoldati in stile Quella sporca dozzina costretta dalla CIA a fare il lavoro sporco per mamma America. Ai “duri” del primo film – quasi tutte star dell’action movie “di una volta” – si aggiungono Norris e Van Damme, mentre a Willis e Schwarzenegger viene dato molto più spazio. A livello strutturale è un film d’azione come se ne vedono tanti, e West, rispetto a Stallone, fa un cinema che visivamente somiglia a un qualsiasi prodotto hollywoodiano, ma questo seguito si fa apprezzare, più che il primo, per l’ironia, le citazioni, le autocitazioni, le parodie. I critici che gli contestano l’eccessiva violenza in stile Kill Bill (teste e arti esplodono in gran quantità) non ne hanno compreso lo spirito: Expendables 2 non è altro che una rimpatriata di vecchie glorie orgogliosamente fuori moda, attori ormai imbolsiti (ma ancora “duri”) che un tempo facevano un cinema fieramente rozzo e inverosimile ma spesso sincero, privo di stuntman ed effetti speciali. Il fatto che il bodycount superi tranquillamente il migliaio dimostra che a Stallone (che continua ad essere sceneggiatore, nonché “papà” della saga) non interessa più fare film sulla realtà, bensì film sul cinema, su un certo tipo di cinema che, purtroppo o per fortuna, sta scomparendo. E che vale di più sul lato del meta cinema che su quello del cinema, come dimostra ad esempio il fatto che Van Damme si chiami Vilain, ovvero “cattivo”, un cattivo in generale, un cattivo come tanti di quelli affrontati dai duri e puri che compongono il cast, o come dimostrano le continue battute che richiamano Rambo, Terminator, Die Hard, ecc.. La seconda parte, in cui Stallone/ Scharzy/ Willis/ Norris combattono finalmente fianco a fianco, è la migliore del film: divertente, spassosa, parodistica, piena di battute da urlo che purtroppo il doppiaggio italiano storpia irrimediabilmente. Se lo prendete dal verso giusto, è un film assolutamente da vedere. Nella realtà, la battaglia finale tra l’atleta Van Damme (classe 1960) e il bolso attore Stallone (1946), avrebbe sicuramente un vincitore diverso. Il finale con la Smart è l’apoteosi totale. Non fate gli snob, godetevelo come abbiamo fatto noi!