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Purtroppo le cose non vanno sempre come sperato. Barney Ross fallisce la missione e congeda la sua vecchia squadra. Vuole forze nuove, a cui non è affezionato, per chiudere il conto in un viaggio di sola andata per l'inferno. Per sua fortuna gli amici sono sempre amici, anche se mercenari, ed un aiuto in più non è disdegnato quando si tratta di regolare i conti.
Ancora una volta le vecchie glorie del cinema d'azione degli anni ottanta del secolo scorso tornano sullo schermo a far danni. Il chilometraggio della lista dei partecipanti a questo film è talmente lungo che sembra strano che nei 115 minuti di pellicola, titoli esclusi, abbiano trovato il loro posto tutti. E, infatti, non è così. Certo, le facce di tutti scorrono sullo schermo, ma dire che tutti hanno un ruolo è troppo. Lundgren e Li mettono più che altro al servizio della pellicola la loro faccia. Schwarzenegger ha un minutaggio contenuto e poco utile. Statham si trova sacrificato rispetto ai precedenti titoli, divenendo costretto a picchiare e trucidare avversari senza volto e senza nome. Snipes, nuovo arrivo dal passato, ha una gran bella scena iniziale che gioca sul suo passato, recente, di galeotto, ma poi si spegne. Ford fa il poco che gli viene richiesto e: caspita come son passati per lui gli anni. Dal quarto Indiana Jones ad oggi, quelli che si sono aggiunti, si fanno veramente sentire. Banderas si ritrova in un ruolo alla Gatto con gli Stivali ed è l'unico, anche per la mole di dialogo a lasciare il segno. Certo, fa strano vedere il piccolo mugnaio vestito di nero, con i capelli bianchi rasati sul lato della testa, comportarsi come un ragazzino pieno di adrenalina impazzita.
Poi c'è il discorso dei nuovi. Sì, perché parte del film si basa sul passaggio di consegne dell'attività di Stallone a quattro nuovi mercenari. Anche qui, tutto scorre e funziona, senonché i virgulti sembrano essere troppo inquadrati in canoni prefissati e poco liberi di crescere stupendo il pubblico.
Su tutti, come sempre Sylvester Stallone. Su tutti nel senso che il film è suo ed il suo personaggio è quello che fa girare la storia. Ad affrontarlo, il nemico dal passato, con la faccia di Mel Gibson. Sugli ultimi anni di Mel siamo più o meno tutti informati, sappiamo cosa è successo e quello che ha significato per Hollywood il comportamento dell'attore australiano. Il film flop dell'amica Jodie Foster l'ha aiutato, ma non gli ha riaperto grandi porte. Con Sly la storia è diversa. Qui può essere se stesso. Qui può dare sfogo al Mad Max, al tenente Riggs, che sono sempre fortemente insiti in lui. La parte del folle, misurato, gli viene bene. E' il tocco di adrenalina che serve a questo film. Nonostante la ricchezza e la varietà degli scontri a fuoco è la scintilla negli occhi di Conrad Stonebanks ad innescare i botti da orbi.
Ma il film? Il film scorre bene per tutte le sue ore, però. Però alla fine ti dici che hai già visto tutto questo per due volte, passando dal serio all'autopresaingiro, tornando ad un registro più composto qui, e che sei sufficientemente soddisfatte e che potrebbero fermarsi qui. A dispetto di quanto si possa pensare, però, è la parte che coinvolge i giovani ad essere la più debole. Proprio perché giovani ti portano nel mondo di adesso. Sistemi di sorveglianza, computer, cecchini silenziosi ultra teconologici. Ecco, "Siamo nel 1985?" dice ad un certo punto l'unica donna del gruppo, Luna, interpretata una Ronda Rousey più a suo agio a picchiare la gente che ad interagire con i colleghi sul set. Ecco, rispondo io: "Sì. Se vengo a vedere una pantomima come i Mercenari, per tre volte, voglio essere nel 1985. Un 1985 dove prima butti giù la porta e spari, poi conti quante persone ci sono dentro e fai delle domande. Voglio un 1985 dove è normale che a nessuno degli eroi venga inferta neanche una ferita, almeno fino al boss finale. Voglio un 1985 perché di film serie e con la tecnologia a palla nel 2014 ce ne sono fin troppi. Voglio un po' di sano vintaggio io che con i film del 1985 ci ho passato le meglio serate davanti alla tv, seduto sul divano, con mamma e papà a ghignarmecela."
Quindi? Vedetelo che non è pesante ed a tratti sarcasticamente divertente. Però, anche se nel profondo so che non è vero, spero che sia l'ultimo.
Titolo originale The Expendables 3
Lingua originale inglese
Paese di produzione Stati Uniti d'America
Anno 2014
Durata 126 min
Audio Dolby Digital, Dolby Atmos
Rapporto 2,35 : 1
Genere azione
Regia Patrick Hughes
Soggetto e Sceneggiatura Sylvester Stallone
Personaggi Dave Callaham
Sceneggiatura Katrin Benedikt, Creighton Rothenberger
Produttore Avi Lerner, Danny Lerner, Kevin King Templeton, John Thompson, Les Weldon
Produttore esecutivo Guy Avshalom, Guymon Casady, Boaz Davidson, Danny Dimbort, Robert Earl, Samuel Hadida, Victor Hadida, Basil Iwanyk, Zygi Kamasa, Trevor Short, David Varod
Casa di produzione Millennium Films, Nu Image Films, Davis-Films
Distribuzione (Italia) Universal Pictures
Fotografia Peter Menzies Jr.
Montaggio Sean Albertson, Paul Harb
Effetti speciali Dimitar Krustev
Musiche Brian Tyler
Scenografia Daniel T. Dorrance
Costumi Lizz Wolf
Interpreti e personaggi
Sylvester Stallone: Barney Ross
Jason Statham: Lee Christmas
Antonio Banderas: Galgo
Jet Li: Yin Yang
Wesley Snipes: Doc
Dolph Lundgren: Gunnar Jensen
Mel Gibson: Conrad Stonebanks
Harrison Ford: Max Drummer
Arnold Schwarzenegger: Trench Mauser
Kellan Lutz: John Smilee
Terry Crews: Hale Caesar
Kelsey Grammer: Bonaparte
Sarai Givaty: Camilla
Robert Davi: Vata
Randy Couture: Toll Road
Victor Ortiz: Mars
Glen Powell: Thorn
Ronda Rousey: Luna
Doppiatori italiani
Massimo Corvo: Barney Ross
Francesco Prando: Lee Christmas
Antonio Sanna: Galgo
Pino Insegno: Doc
Luca Ward: Gunnar Jensen
Nino Prester: Conrad Stonebanks
Michele Gammino: Max Drummer
Alessandro Rossi: Trench Mauser
Roberto Draghetti: Hale Caesar
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