I mestieri della moda: CONTRIBUTING EDITOR

Creato il 02 settembre 2011 da Ilariacaroli
La Moda non è solo stilisti, modelle, fotografi e truccoparrucco.
La Moda è comunicazione, è marketing, è stores.
Ma chi comunica, chi vende, chi crea gli stores?
Chi fa la Moda?
A tutte queste domande risponderò ogni settimana facendovi conoscere
I MESTIERI DELLA MODA

CONTRIBUTING EDITOR
Chi è Chiara?
Sono una ragazza di 25 anni nata con il pallino per la moda e per tutte le dinamiche che si muovono dietro di essa. Mi piace guardare (le foto sulle riviste), toccare (le creazioni nei negozi), comprare (tutto e troppo) ma soprattutto amo parlare agli altri di questo mondo. Giorno dopo giorno mi impegno per poterlo fare al meglio e lo faccio tramite un mezzo che amo e che reputo speciale: il web.
Oltre a questo, ci sono tanti aggettivi che potrei utlizzare per descrivermi: sognatrice, lunatica, riflessiva, estroversa, versatile, logorroica (troppo), curiosa all’ennesima potenza.
Il mio lavoro?
Collaboro come giornalista (anche se sulla carta ancora non lo sono) free lance presso la redazione di un sito web femminile a cui fa capo una delle più importanti case editrici nell’ambito della moda.
A chi sta dall’altra parte del desktop parlo di bellezza, dal trucco allo styling, racconto le tendenze, seguo le sfilate e intervisto gli esperti del mestiere.
Dopo un’esperienza fissa in redazione ho iniziato a lavorare da casa, una formula che mi piace molto in quanto mi permette di spostarmi ovunque voglia potendo svolgere comunque il mio lavoro. Mi basta il mio notebook, la mia inseparabile agenda e una connessione internet ed è fatta!
Gioie e dolori?
Le gioie in campo lavorativo sono tante, in primis quella di svolgere un lavoro che sento profondamente affine alla mia persona, alle mie ambizioni e ai miei interessi. E’ un lavoro creativo che permette di esprimere la propria personalità e soprattutto non è un lavoro a senso unico: dai molto ma ricevi altrettanto in cambio, dal collega che ti da la dritta giusta ai professionisti che incontri nel backstage di una sfilata, senza dimenticare gli utenti. La più grande soddisfazione sta nel comunicare e interagire con chi ti legge, ricevere un feedback, positivo o negativo che sia, per crescere e imparare quotidianamente qualcosa che ti permetta di svolgere la tua professione al meglio. Vedere quotidianamente quanta gente è interessata a ciò che faccio è davvero stimolante.
Quanto ai dolori… l’inizio è stato certamente complicato. Sono stata catapultata improvvisamente in una realtà che non conoscevo, a partire dalla città, Milano, nella quale non avevo mai vissuto prima. Mi sentivo piccola piccola e un po’ spaesata, ho dovuto imparare fin dall’inizio a lavorare a stretto contatto con persone dai caratteri più disparati e in maniera, quasi da subito, indipendente e responsabile. Col senno di poi però posso dire che è stata una terapia d’urto efficace non solo lavorativamente ma anche sul piano umano.
Non posso poi tralasciare il fatto che lavorare nella moda significa far parte di un sistema enorme all’interno del quale si sente forte la competizione: ci sono pochi posti e troppi contendenti.
Puoi farti prendere dallo sconforto o rimboccarti le maniche puntando dritto al tuo obiettivo. Io ho provato entrambe le strade e ho decisamente scelto la seconda.
Il tuo percorso?
Il mio percorso è stato ed è quotidianamente intenso. Gli studi svolti all’Università si orientavano verso l’opposto di ciò che sto facendo ora: sognavo di “fare” la moda, il prodotto in sé, e in realtà ciò che faccio oggi è parlare di quel prodotto. Sono arrivata a farlo e a capire che è questa la strada che voglio percorrere, con un pizzico di fortuna svolgendo uno stage nella redazione del sito per il quale ora lavoro.
Guardandomi indietro e tornando a un anno e mezzo fa mi rendo conto di aver avuto una grande fortuna nell’imbattermi in questa opportunità già pochi mesi dopo la laurea e ad aver lavorato fin dall’inizio con delle persone speciali, due in particolare, che non mi hanno mai trattata come una stagiaire tuttofare addetta a caffè e fotocopie (quindi se ora non le so fare non è colpa mia ), bensì come una vera collega da formare e responsabilizzare.
Cosa consigli a chi vuole seguire le tue orme?
Non sono un’ottima consigliera e non sono nemmeno così arrivata da poter sfornare pillole di saggezza ma se c’è una cosa che posso raccomandare a chiunque, anche se è banale, è di buttarsi a capofitto nelle opportunità che ci vengono date e in ciò che si crede. Siate disposti ad imparare, a osservare, a collaborare e a rifare le cose anche mille volte senza fretta, e senza presunzione.

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