Guerriero miceneo, particolare da un vaso
rinvenuto a Micene (XII secolo a.C.)
Proprio lo scudo era l'elemento caratteristico del soldato di fanteria pesante. E' stato appurato che questo elemento essenziale del soldato miceneo era fatto in vimini, fissati a un telaio di legno e ricoperto da uno o più strati di pelle bovina. Gli scudi erano solitamente portati a tracolla per mezzo di una cinghia, il telamon, che passava diagonalmente sulla spalla sinistra. Lo scudo era un'ottima difesa contro i colpi di spada o di giavellotto, le frecce e i tiri di frombola, ma non consentiva molta libertà nei movimenti. Per tutto il periodo antico lo scudo del soldato miceneo fu caratterizzato dalla presenza di un umbone centrale con carattere offensivo, e dalla superficie ricurva.
Una delle armi utilizzate dal soldato miceneo era la lancia, un'asta di legno di circa 3,5 metri di lunghezza, con una punta di bronzo. Esempi di questo tipo di lancia sono stati trovati a Sesklo, Leukas, Asine e Micene. La lama era prevalentemente stretta e foliata, con una robusta costolatura mediana. La punta veniva fissata all'asta con una fascia di metallo e con alcuni chiodi conficcati nell'immanicatura. Pare che questo modello di lancia fosse di origine cretese. Diverse lance lunghe e pesanti furono trovate interrate nelle tombe a fossa di Micene.
Spada micenea rinvenuta nella tomba di un principe
miceneo ad Atene
La spada, pakana, è stata ritrovata in diversi esemplari nelle tombe a fossa che custodivano i resti di guerrieri micenei. Nel corso degli anni la spada subì notevoli influssi dal contatto con le popolazioni del Medio Oriente.
Elmo miceneo con zanne di cinghiale
Nel 1300 a.C. furono introdotti diversi cambiamenti nelle armi dell'esercito miceneo. Le lance si accorciarono fino ad una lunghezza di 150-180 centimetri, consentendo al combattente di brandirle con una mano sola. Furono introdotti due tipi di scudo totalmente nuovi: lo scudo rotondo (aspis) e lo scudo a mezzaluna capovolta (pelta). Questi scudi erano fatti di vimini e pelle e venivano retti con il braccio sinistro, come è raffigurato negli affreschi di Micene, Tirinto e Pilo. Questi scudi, più piccoli dei loro "antenati", richiedevano la protezione del corpo del soldato con un'armatura. I guerrieri cominciano ad utilizzare gonnellini di pelle che arrivano a metà coscia, rinforzati da dischetti di bronzo e i corsaletti in cuoio, anch'esso rinforzato con placche rotonde di rame o di bronzo.Il periodo tardo vede comparire gli schinieri di metallo in dotazione alla fanteria (1200 a.C. circa). Gli schinieri in bronzo, con la loro estrema sottigliezza (2 millimetri appena di spessore) non consentivano una efficace protezione. Furono prodotti altri tipi di elmi, che andarono ad aggiungersi a quello composto da zanne di cinghiale, come l'elmo cornuto e l'elmo a punte di riccio, dei quali, però, non è sopravvissuto alcun esemplare. Probabilmente erano fatti di cuoio duro. L'elmo cornuto, noto esclusivamente dalle raffigurazioni, presentava due protuberanze sul davanti e sul retro per proteggere la fronte, la nuca e le tempie.