Ma parliamo nel dettaglio dei tre racconti:
La Stanza, edito da Vox Company, è un thriller di quelli da brivido. La storia è ambientata nello spensierato mondo universitario bolognese. Ma, come si sa, sotto la cenere covano le braci. Il racconto è solfureo, anche nel ritmo, e fin dalle prime righe introduce note di percepibile disagio destinate a precisarsi nell'imprevedibile sviluppo della vicenda. L'occasione però è festosa: l'organizzazione del Capodanno con cibo e amici, si può immaginare qualcosa di più desiderabile?
L'osteria delle Donzelle, scritto in omaggio a un luogo che frequento spesso, è una storia di fantasmi. E' notte fonda. L'Osteria delle Donzelle sta chiudendo. Le luci vengono spente, le porte chiuse, un solo tavolo è lasciato apparecchiato e illuminato. Gli ultimi saluti, i gestori vanno a casa, la città scende nel silenzio notturno.I rintocchi dell'orologio scandiscono il passare del tempo. All'improvviso si materializza uno spirito antico. E' seduto al tavolo, sorseggia un bicchiere di vino. Davanti ai suoi occhi si materializzano antichi ricordi: passioni, grandi amori, rimpianti, rifiuti... un rituale che si ripete ogni notte, sin dall'inizio dei tempi.
L'urlo è un vero e proprio horror. C'è una grotta da esplorare che accende lo spirito d'avventura insito in ogni uomo. I passi nell'oscurità, guidati solamente dalla debole luce di una torcia, ispirano la fantasia e ambiscono alla scoperta di un tesoro inestimabile, o di un mistero indimenticabile.Poi accade l'inimmaginabile. La torcia si spegne. Il panico si sostituisce al raziocinio e, ben presto la rotta verso l'incolumità è persa. In quel momento di sgomento, appaiono le urla. Atroci, profonde, inquietanti, esse si ripetono a ogni passo. Niente può spiegare da dove provengano. Persi nell'oscurità, è possibile correre a perdifiato verso un debole bagliore lontano. Un bagliore che, forse, è sinonimo di salvezza. Forse...