I miei sogni, pratiche di autobiografia educativa

Creato il 08 agosto 2013 da Girolamo Monaco

I miei sogni.

Alessia
ha avuto un esame all'Università, ma è andato male. E' stata rimandata.
Che
significa? Come funzionano gli esami all'Università?
Pazienza,
mi presento al prossimo appello.
Che
significa appello? E' un processo?
“Ti
hanno bocciata, Alessia?”. “Si”. “Non ci pinsari”. “u prufissuri si sente
domineddio, ma è soltanto un pezzodimmerda”.
Qual’è
il tuo sogno Alessia? Quando eri piccola, cosa pensavi di voler fare da grande?

I
sogni dei bambini, già, vero, anche noi eravamo bambini, cosa sognavamo?

Un
bambino che sogna. Voglio fare l'astronauta, l'indiano d'America,
l'esploratore.
“Non
riesco a ricordare”.
Nessuno
di noi riesce a concentrarsi.
Ci
vuole tempo per ricordare e ritornare bambini, si dimenticano facilmente i
pensieri di quando si è bambini.
Volevo
fare il calciatore perché mi piace moltissimo giocare a pallone.
Io
da piccolo volevo fare il camionista, come mio padre, che tutte le mattine si
sveglia alle quanttro e mezza. Io da bambino mi svegliavo a quell'ora e volevo
andare con lui.
Il
meccanico della Ferrari, l'attore.
Io
volevo giocare al pallore, con una grande squadra, da professionista, mi
allenavo, ma poi ho cominciato a fumare e, a poco o poco, ho preso il vizio; il
mister mi vedeva affannato, ed io mi affaticavo, non lo facevo vedere, ma mi
affaticavo moltissimo; poi ha capito che fumavo e mi ha detto “se continui così
non puoi andare avanti a giocare: o il pallone o la sigaretta”. Ed io ho scelto
la sigaretta.
Da quel giorno non ho più toccato un pallone.
Volevo
fare tutto e non ho concluso mai niente, me lo diceva mio papà.
Io
giocavo in una squadra e dovevo fare il provino a Torino, ho giocato nel campo
della Juventus, ma ti rendi conto?un
mister mi chiese se volevo, potevo rimanere lì, a Torino. Potevo diventare un
giocatore famoso.
Io
ho deciso di non volere giocare. Si vogghiu pozzu ancora iucari, m’affanno
all’inizio ma poi i polmoni si aprono e posso fare tente partite. Io non ho
voluto giocare, non volevo rimanere a Torino. Quando ho comunicato di non voler
giocare il mister mi disse che avrebbe pagato tutto lui, ma io sono tornato a
casa.