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La mia vita non è stata soltanto lavoro. Ho avuto nel proseguo del mio tempo, tante altre attività.Occupazioni a cui mi sono dedicato nel tempo libero. Da piccolo, come tutti i bimbi, non ho fatto altro che correre dietro a un pallone. Non c’era giorno in cui, come fossimo a Milanello, non si organizzava almeno una partita di calcio. Altrimenti, anche in due o da solo, passavo ore ed ore ad allenarmi. Il mio campetto privato era la strada adiacente alla mia casa. La porta avversaria era il muro delle case vicine. Quanti tiri, quanti vetri rotti, quanti lampioni sbriciolati, quanti gatti occasionalmente venivano presi di mira. Mi esaltava il far parte di una squadra. Il motto era quello dei famosi Moschettieri: “ tutti per uno , uno per tutti ”. Sfide incrociate con rappresentative di altri rioni della mia città. E poi i tornei al campo regolamentare. Campo dove in seguito, crescendo, ho partecipato anche a gare di atletica leggera: cento metri piani, gare di fondo, staffetta e salto in lungo. Mi cimentavo in tutto, anche con ottimi risultati. Poi la bicicletta, uno spasso, magari anche senza freni. E poi l’importante era sempre partecipare e confrontarsi con gli altri.Da ragazzino altro sport preferito, se così possiamo chiamarlo, era quello di effettuare, ogni tanto, una vera battaglia con spade e scudi di legno. Prendendo spunto dai film in auge in quel periodo, con grossa meticolosità, preparavamo l’arsenale e poi formati i due schieramenti si dava vita agli scontri. Teatro di battaglia era una piccola collinetta. I romani in alto sulla collina e gli altri, guerrieri barbari all’assalto, alla conquista di Roma. La sera si tornava a casa bastonati di brutto, lividi dappertutto, mani sanguinanti e in alcuni casi, improvvisati cerotti in testa, ma almeno Roma era salva.
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