12 film.
L’amante inglese, Rai Movie, ore 23,05.
Oliver Twist, Iris, ore 21,14.
Versione 2005 del classico di Charles Dickens sull’infanzia sfruttata e infelice. La cosa interessante è che stavolta alla regia c’è Roman Polanski, che ci butta dentro i suoi fantasmi di bambino rinchiuso dai nazisti nel ghetto di Cracovia. Un flop al box office, ma assolutamente imperdibile per chi (come me) ama Polanski. E Dickens è Dickens, non si può discutere: travolgente. Ben Kingsley è Fagin, lo spietato boss sfruttatore della banda di ladruncoli in cui il povero Oliver finisce.
Avanti c’è posto, Rete Capri, ore 21,00.
Commedia di mezzitoni del 1942 (siamo in piena guerra, ma non se ne avverte alcuna eco), diretta da Mario Bonnard, che già vira dai telefoni bianchi verso l’incipiente neorealismo, anche per la presenza alla sceneggiatura di Cesare Zavattini. Di incommensurabile misura e garbo. Con Aldo Fabrizi, ormai sulla strada del divismo, nella parte del romano Cesare, bigliettaio di tram che si innamora di una servetta derubata proprio del suo primo stipendio. Ma poi arriva Bruno, conducente di tram amico di Cesare, e la ragazza non penserà che a lui. Con pezzi di vita popolare che già prefigurano, pur nell’assenza di ogni dramma e negli stretti perimetri della commedia sentimentale e del bozzetto, un qualcosa di Roma città aperta.
Cyrus, Mtv, ore 21,10.
Del 2010, è stato un grande e insperato successo del cinema indie americano. Un separato (John C. Reilly) si innamora di una donna (Marisa Tomei), salvo scopire che il figlio 21enne di lei è attaccatissimo a mamma, soffre di gelosia e non vuole dividerla con nessuno. Il bamboccione è Jonah Hill, che poi farà il carrierone che sappiamo (Moneyball, The Wolf of Wall Street ecc.). Regia di Jay e Mark Duplass, una delle tante coppie di fratelli registi del cinema.
Hachiko, il tuo migliore amico, Rai 1, ore 21,15.
Uno dei film più larmoyant dellì’ultima decade. Protagonista, il cane Hachi, fedele al padrone (Richard Gere) anche dopo la sua morte. Tanto da aspettare ogni giorno il suo ritorno alla stazione allo stesso punto. Già raccontare la storia fa venir voglia di allungare la mano al kleenex, a vederla poi non si resiste. Regia dello svedese Lasse Hallström.
December Boys, Iris, ore 23,25.
Non esaltante film del 2007, segnalabile soprattutto per la presenza di Daniel Radcliffe in una delle sue prime escursione cinematografiche extra Harry Potter. Lui è uno dei quattro orfani protagonisti del film, appena usciti da un istituto australiano per senzafamiglia. Vengono a sapere che uno e uno solo di di loro sta per essere adottato, ma non sanno di chi si tratti: sarà l’innesco di rivalità e tensioni all’interno del gruppo. Di buona ma normale fattura televisiva. Regia di Rod Hardy.
Precious, Rai Movie, ore 0,30.
Occasione per intercettare, qualora non lo si fosse già visto, questo film del 2009 che negli Stati Uniti è stato un successo enorme al box office, diventando una delle produzioni indipendenti più redditizie di tutti i tempi. Un caso, ecco. Anzi, una di quelle case histories da studiare e ristudiare per capire come si fa (ed eventualmente replicarne il trionfo). Tutto comincia con la proiezione al Sundance, e da lì il film dilaga, con tanto di consacrazione a Un certain regard a Cannes. Portando nella A-list il suo regista Lee Daniels, lo stesso, per capirci, del recente The Butler. Precious è una storia di marginalità estrema, una povera teenager nella Harlem ancora ghetto afroamericano del 1987 spaventosamente sovrappeso, analfabeta, vittima di abusi sessuali in famiglia e incinta del secondo figlio. È stato il padre, da cui lei ha già avuto una bambina con la sindrome di Down. Precious ce la farà a riscattarsi e a intuire un’altra possibile vita dopo che in una scuola si prenderanno cura di lei e le faranno scoprire quella cosa che si chiama dignità. Certo il film, e il libro che ne sta alla base, esagera nel concentrare su Precious un eccesso di sfortune che neanche nei feuilleton ottocenteschi, e che il personaggio rischia di diventare un po’ troppo emblematico e dimostrativo della condizione femminile nei ghetti urbani neri. Ma l’interpretazione di Gabourey Sidibe è travolgente e Lee Daniels abilmente pilota il film verso il grande melodramma popolare. Con, anche, Lenny Kravitz e Mariah Carey, che ritroveremo, sempre con la regia di Daniels, in The Butler.
27 baci perduti, la7d, ore 23,55.
Uno dei rari film della Georgia approdati dalle nostre parti. Del 2000, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes, racconta della visita di una ragazzina in un villaggio della Georgia ancora sovietica e dei piccoli grandi sconvolgimenti che scatena intorno a lei. L’occasione per buttare l’occhio su un realtà non poi così mediatizzata come quella della repubblica caucasica. E comunque il cinema georgiano continua a farsi valere. Nel 2013 In Bloom, presentato alla Berlinale e poi al Milano Film Festival dove ha vinto il premio del pubblico, è stato un successo internazionale.
Flight 93, la5, ore 21,10.
Film televisivo che ricostruisce il volo dell’aereo che l’11 settembre fu dirottato e poi mandato a schiantarsi sul Pentagono. Interessante, ma non all’altezza di United 93 di Paul Greengrass sugli stessi fatti.
Replicant, Rai 4, ore 21,10.
Seconda collaborazione dopo Maximum Risk – siamo nel 2001 – tra Jean Claude Van Damme e uno dei registi più accreditati dell’action hongkonghese, Ringo Lam. L’agente Jack Rile non ce la fa ad acchiappare un serial killer chiamato Garrotte. Ma il governo pensa bene di creare in segreto un replicante dell’assassino partendo dal suo dna, nella speranza che conduca la polizia sulle tracce dell’originale. E naturalmente sarà Riley a occuparsene. Plot bizzarro, ambiguamente sospeso tra noir e crime movie da una parte, e sci-fi dall’altra. Van Damme è sia il replicante che il serial killer Garrotte, in una strana, per lui, doppia interpretazione.
Polvere – Il grande processo all’amianto, La Effe, ore 23,35.
Ricostruzione meticolosa della vicenda che ha opposto – attraverso un lungo processo in più riprese – la città di Casale Monferrato alla fabbrica della Eternit, imputata di aver inquinato per decenni con il suo amianto l’ambiente e aver messo in pericolo la salute pubblica (l’amianto è un grave agente patogeno e si calcola che nella zona le vittime siano state tremila). Una storia che i due registi raccontano anche attraverso le storie di alcuni abitanti e lvoratori. Il film, del 2011, ha fatto il giro di parecchi festival e ora approda in tv.
The Square, La Effe, ore 0,35.
Replica tv del già molto celebrato e importante The Square, inserito nella cinquina dei candidati all’Oscar nella categoria miglior documentario. Un film che, partito nel gennaio 2013 dal Sundance – dove ha vinto un premio -, ha poi fatto il giro di vari festival, compreso Toronto e la recentissima Berlinale, ed è adesso in alcuni cinema italiani – qui a Milano lo danno al Beltrade. La Effe però brucia tutti e ha deciso di mandarlo in onda oggi, a pochi giorni dagli Academy Awards, ed è il caso di non perderlo. The Square, La piazza. E la piazza è la madre di tutte le ultime piazze rivoltoso, la cairota Tahrir, epicentro della rivolta anti Mubarak. Certo, a ormai tre anni di distanza son più le questioni aperte di quelle che son state risolte dalla rivoluzione, e sappiamo come sia finita, prima con il governo islamista di Morsi, adesso con il pugno di ferro dell’ennesimo generale al potere, Al Sisi. The Square ci fa tornare ai giorni belli che han riempito di speranza l’Egitto, e il mondo, in cui si lottava e urlava contro il regime di Mubarak e i suoi famigli coltivando il sogno della democrazia e di una società finalmente aperta. Uno sguardo dentro la piazza, dall’interno e dal fondo della rivoluzione, uomini, donne, discussioni e dibattiti, scontri e resistenze. Non è il primo film su piazza Tahrir, era già arrivato – a Locarno poi in qualche sala – l’italiano Tahrir, Liberation Square, ma questo The Square della regista Jehane Noujaim è di sicuro quello dal peso maggiore.