Quest’anno ho chiesto a tutti quelli che scrivono per Cronache Letterarie, ad alcuni amici scrittori e ad alcuni amici lettori di raccontare quanti libri hanno letto nell’ultimo anno e quali hanno preferito. Può essere utile per portarsi qualche libro in vacanza e non solo… ecco qui la nostra hit parade!
Omar Di Monopoli
Ho letto molti libri, anche quest’anno: nel mucchio ci sta un bel po’ di roba interessante, ma se dovessi a fora estrapolare un paio di titoli direi: L’albero delle mele della scrittrice statunitense Amanda Coplin, nata nello stesso luogo nel quale ha ambientato il suo bellissimo romanzo, in cui si racconta il destino di un uomo, i suoi silenzi e la sua sofferenza.
Negli spazi sconfinati di un realistico far-west ben delineati dalle figure del nativo allevatore di cavalli Clee (diventato muto dopo aver assistito alla razzia dell’uomo bianco avvenuta nel suo villaggio) e dell’erborista Caroline Middey (perfetto prototipo della Nuova Frontiera), ci viene narrata una calda epopea di violenza, morte e rinascita. Poi Il figlio di Philipp Meyer, tragedia western corale di formidabile efficacia: Meyer è un narratore nel senso più ampio del termine, il tipo di scrittore potente e geniale che ti fa restare con il fiato sospeso in attesa dell’evolversi degli eventi. Una scrittura vivida ed elegante per un romanzo da non lasciarsi sfuggire… (leggi la recensione di
). Infine un italiano, Matteo Righetto, che con il suo La pelle dell’Orso mi ha commosso ricordandomi che quando ci si mette d’impegno anche per noi abitanti dell’estrema periferia dell’impero è possibile sfornare letteratura di valore…Angelo Salvatori libraio della libreria Fahrehneit in piazza Campo dei Fiori a Roma
Anche quest’anno ho avuto la mia dose di sorprese, incantesimi, colpi di scena letterari. Tre i libri scelti. Il padre d’inverno di Andre Dubus. Il dolore della vita nella forma rarefatta del racconto. Uomini, ragazzi, anime colme di cicatrici, fotografie di momenti sbiaditi rese con l’acutezza di chi quella sofferenza la conosce e la abita da sempre.
La piazza del diamante di Mercè Rodoreda. Una ragazza semplice, comune, in una Barcellona simile a un paese dove la vita dovrebbe farsi e disfarsi naturalmente. Ma la guerra civile incombe, un’eco sullo sfondo che modifica ogni cosa. E la voce di questa donna, disarmonica, toccante, è un pezzo di impalpabile bravura letteraria.
Il figlio dello sconosciuto di Allan Hollinghurst. Un secolo per raccontare come la cultura, la poesia, la percezione, i giudizi critici si modificano nel tempo. Ma non solo. La verità, la finzione, come siamo, come ci interpretano gli altri. E ancora continua ad essere riduttivo tentare di spiegare la consistenza indomabile di questo romanzo raffinatissimo che trasforma il suo stile e i suoi personaggi di continuo e si permette perfino il lusso di tenere fuori scena accadimenti fondamentali per la storia. Eccellente.
Giulio Xhaet digital strategist
In ambito “web, digitale, marketing e che sarà di noi nel futuro” Giulio Xhaet, che l’anno scorso ci ha consigliato l’ottimo The Startup of You – Teniamoci in contatto (leggi la recensione di
Cristina Pittalis
Tra i libri letti negli ultimi 12 mesi, vi segnalo Il signore degli orfani di Adam Johnson. E’ la storia di Pak Jun Do, figlio di una cantante rapita e portata a Pyongyang per allietare i potenti della capitale e di un padre influente, direttore di un orfanatrofio. Per la sua devozione, il carattere deciso e l’acume che dimostra, lo stato gli offre una opportunità di carriera: il rapitore professionista di professionisti indispensabili al regime: dallo scienziato tedesco, alla cantante d’opera giapponese. Jun Do ci fa attraversare i gironi dell’inferno della dittatura più misteriosa e oscura del mondo e solo il suo amore per Sun Monn, attrice leggendaria e moglie di un “patriarca” della dittatura, lo porta a prendere in mano la sua vita, con un incredibile colpo di scena. Adam Johnson è riuscito a documentarsi sulla verità della Corea del Nord attraverso l’incontro – clandestino e mortale – con alcuni “cittadini”, “impiegati” nei “campi di lavoro” delle miniere russe al confine con la Corea del Nord. Qui la prosa è piana, scheletrica, senza metafore, sottolineati, virtuosismi. Non c’è analisi psicologica, voce pensiero. Una parola nuda che ha un effetto dirompente, straziante. Premio Pulitzer 2012. Un capolavoro.
Roberto Concu
Lui, Jón Kalman Stefánsson, il nostro amico dalla glaciale e gioiosa Islanda. Dove d’estate la luce gioca col tempo anche di notte. Poesia e originalità. Luce d’estate ed è subito notte… (vedi il post su ).
Finalmente un italiano. Matteo Nucci, Le lacrime degli eroi. New epic direbbe Wu Ming 1. A cavallo tra viaggio, saggio e romanzo. Luminoso e potente. Il passaggio epocale dall’eroe omerico a quello aristotelico.
Marzia Flamini
Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams. Puro, sfavillante genio! Tipico esempio di come la fantascienza sia una lente straordinaria per leggere la realtà, solo che qui si unisce anche la tipica comicità surreale britannica. Primo romanzo di una serie, breve… troppo breve!
Nord e sud di Elizabeth Gaskell. Un classico della letteratura inglese recentemente pubblicato per la prima volta in Italia dalla ammirevole Jo March. Amata da Charles Dickens, la Gaskell realizza un affresco per nulla banale sull’Inghilterra dell’industrializ-zazione in cui le ragioni dei padroni si scontrano, bilanciano e infine incontrano con quelle degli operai. Uno sfondo per una insolita storia d’amore che se deve molto a Jane Austen (che ho riletta per la decimilionesima volta) nei suoi termini ultimi, ne è distante anni luce per modalità e tempistiche.
Ogni cosa è illuminata di Jonathan Safran Foer. Nonostante abbia avuto il privilegio di assistere alla premiere del film a Venezia, amandolo alla follia, non avevo letto il romanzo. Prevedibilmente l’ho adorato. I salti temporali e di stile all’inizio possono un po’ disorientare, ma non appena ci si abitua si entra in un’atmosfera unica, meravigliosa, in cui si gioca con il linguaggio e con le convenzioni letterarie, in un sapiente gioco meta letterario, affascinante e labirintico. E in cui l’ironia e le situazioni surreali alleggeriscono una storia tragica e romantica, capace di far commuovere fino alle lacrime (pessima idea arrivare a leggere il finale in metropolitana).
Francesco Patierno
Anno di numerose letture con una media molto alta di gradimento. Tanti libri, ma se dovessi fare una classifica senza pensarci troppo, sceglierei sicuramente tre titoli. Il primo in ordine di lettura è: Il Figlio di Philipp Meyer. Un gran libro, di quelli che si
Beatrice Rossi
Propongo tre titoli:
il primo di attualità politica internazionale
è Il banchiere dei poveri
di Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace nel 2006. Motivo: è un incentivo a fare. Dettagliatamente spiegato, anche sotto il profilo psicologico.
Perché tutti, se adeguatamente supportati, possiamo dare il meglio.
Il secondo titolo è spirituale:
La pace del cuore di Jacques Philippe. Saggi suggerimenti di un raffinato teologo. Parole semplici, balsamo per giornate amare, ristoratrici, propositive, sprone e consolazione.
Ricetta:
non più di 5 pagine al dì, da meditare. Terzo, visto che la mia rubrica è “cronache dalla moda”, La Parigina. Guida allo chic di
Inès de la Fressange e Sophie Gachet. Motivo:
un’ottima guida al buon gusto,
comprensiva di suggerimenti su dove, cosa, perché a Paris. Only for women.
Claudio Serafini
Nel Brandeburgo ho letto il bel libro Der Stechlin, dello scrittore tedesco Theodor Fontane, d’inverno, di fronte a un camino, nel luogo dove Fontane era nato nel 1819. Il libro, tradotto in italiano con il titolo Il signore di Stechlin, mi ricorda con piacere la figura di Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina, Duca di Querceta, Marchese di Donnafugata, protagonista del Gattopardo. I due non condividono lo stesse idee di
Poi sto leggendo in queste settimane, in maniera anarchica, secondo i libri che trovo e secondo dove mi trovo – nelle traduzioni italiane e tedesche, oppure nell’originale inglese – alcuni racconti di Alice Munro, pubblicati tra il 2001 e il 2013. Più li leggo e più mi rimandano all’emozione del racconto “I morti” che chiude Gente di Dublino di Joyce, un libro gonfio di bene. Vorrei condividere con voi un grano di questo bene che ritrovo anche nei racconti della Munro.
Alessandra Silveri
Davvero difficile fare una lista dei migliori libri, letti nell’ultimo anno. La produzione erotica, YA, NA e fantasy è abnorme. Non prenderò in considerazione le trilogie ma soltanto “pezzi unici”, per non costringervi sotto l’ombrellone con pile di volumi sequenziali. Vi consiglio, per cominciare, la lettura erotica dell’incredibile Schiava per vendetta di Ann Owen di cui abbiamo parlato su
Gae Liberati
Oggi va di moda essere distratti – diciamoci la verità: il pedante annoia. Così, se un’amica ti chiede, Gae, dimmi un po’, quanti libri hai letto nell’ultimo anno e quali sono i tre che ti sono piaciuti di più, una dovrebbe rispondere sull’imbambolato, gesummio, Tiziana, e che ne so io, mica tengo
Quanti ne ho letti? 37. L’anno scorso di questi tempi cominciavo La rivoluzione della luna (se Camilleri pubblicasse la lista della spesa mi leggerei pure quella – e me ne frego se dietro di lui ci sono frotte di ghostwriters: lunga vita ad Andrea), quest’anno di questi tempi ho attaccato il 37°, Ci rivediamo lassù, che è poi il vincitore dell’ultimo Goncourt. 37 per essere puntigliosa: 1Q84 è diviso in due volumi e io due ne ho contati. Fra Camilleri e Lemaitre è passato di tutto: Pennac, Flaiano, Sofri, Joseph Roth, Ferrante, Szabó, Barnes, Murakami, Borges, Yourcenar, Zweig. I tre che mi sono piaciuti di più? Tutti e 37. Se un libro non mi convince entro le prime pagine lo chiudo e santi benedetti. Il prossimo? Lo sa il cielo. La mia libreria è un po’ come il mio frigorifero, c’è sempre qualcosa da sbocconcellare: tutto dipende dalla “fame” del momento…
Andrea Di Robilant
Il libro che ho preferito è stato La Moglie, il
Tiziana Zita
Con tre nomination, Philipp Meyer si aggiudica il titolo di scrittore dell’anno e quindi ce lo leggeremo tutti! Il mio bottino letterario però quest’anno lascia un po’ a desiderare. Non che non abbia letto bei libri, ma ho abbandonato molto. Perciò invece di citare romanzi già detti da altri vi propongo tre serie di ottima narrativa! House of Cards (Netflix) è un misto di politica, complotti, comunicazione e new media. Considerato dai cinesi come l’emblema della corruzione occidentale è diventato un vanto conoscerlo anche tra i nostri politici (sebbene non ne abbiano alcun bisogno).
Be’ direi che c’è di che leggere. Buone vacanze a tutti!