I ministri degli esteri ue dicono si' alla serbia

Creato il 02 marzo 2012 da Pasudest
Via libera dopo vari problemi dell'ultima ora. Importante l'accordo raggiunto tra Belgrado ePristina. Per il Kosovo si avvia la procedura per l'Asa. Ora la decisione finale al Consiglio europeo di oggi e domani.
di Marina Szikora [*]La riunione dei ministri degli esteridell'Ue lunedi' e martedi' a Bruxelles, in praparazione del Consiglioeuropeo e' trascorsa con l'inaspettato ostacolo per la Serbia e ilsuo status di candidato all'adesione. I ministri degli esteri dei 27infine sono usciti con l'accordo raggiunto sulla raccomandazionepositiva al Consiglio europeo che si riunisce oggi e domani. Ilministro degli esteri danase, del paese che attualmetne presiedeall'Ue, si e' detto felice che l'accordo sullo status di candidatoserbo e' stato finalmetne raggiunto. Nelle conclusioni del ConsiglioUE per gli affari generali, di cui fanno parte i capi dellediplomazie dei 27, si prende anche atto dell'intenzione dellaCommissione europea di iniziare ad elaborare uno studio difattibilita' per i negoziati sull'Accordo di stabilizzazione eadesione "senza pregiudicare le posizioni degli stati membri"sullo status del Kosovo. Questa riserva e' dovuta al fatto che cinquestati membri dell'Ue non riconoscono l'indipendenza del Kosovo.
Nel dibattito sulla Serbia si e'trovato quindi del tutto inaspettato un blocco causato dalla Romaniache ha posto la questione di circa 40.000 persone che vivono nellaparte orientale della Serbia le quali si pronunciano come rumeni eche chiedono il rispetto dei loro diritto e l'uso della loro lingua.Per il presidente Tadić, presente a Bruxelles in attesa delladecisione positiva, ha detto che si tratta di diritti umaniindividuali e che in Serbia tutti si possono dichiarare comedesiderano. Secondo fonti diplomatiche affidabili, informa l'agenziadi stampa croata Hina, questa mossa di Bucarest si potrebbeinterpretare come un tenativo per ottenere lo spazio Schengen alquale nel caso della Bulgaria e della Romania si oppone l'Olanda.Dalle conclusioni dei ministri degli esteri dell'Ue non e' chiaro seil Consiglio europeo soltanto confermera' la raccomandazione deiministri oppure ci sara' un vero dibattito in merito allo status dicandidato della Serbia. Questo almeno l'interpretazione del ministrodegli esteri finlandese Alexander Stubb. Il capo della diplomaziasvedese Carl Bild da parte sua ha affermato che il segnale verde allostatus di candidato dei ministri degli esteri deve essere confermatodal Consiglio giovedi'.
A seguito della raccomandazione dimartedi' sera, il presidente Tadić resta ancora molto prudente eafferma che l'attribuzione dello status di candidato per lui nonsignifica un motivo di grande festa, bensi' la ragione per unulteriore lavoro verso l'obiettivo strategico cioe' la piena adesionedella Serbia all'Ue. Per Tadić tuttavia, la Serbia ha adempiutooggettivamente tutte le condizioni, non soltanto per la candidaturabensi' anche per ottenere la data dell'inizio dei negoziati diadesione all'Ue. "Unico ostacolo per ottenere questa data e' laquestione Kosovo" ha detto il presidente serbo.
La candidatura all'adesione avra' ilvero senso per i cittadini se viene utilizzata a porre fine a tutti idilemmi sull'orientamento politico, economico e culturale dellaSerbia nel futuro, ha detto il presidente del Partitoliberaldemocratico Čedomir Jovanović. Questo non e' il momento diautosoddisfazione, abbiamo perso troppo tempo e adesso e' crucialecreare le condizioni, innanzitutto cambiando le modalita' ed i valoridi condurre la politica affinche' possiamo ottenere al piu' presto ladata dell'inizio dei negoziati, ha precisato Jovanović in uncomunicato scritto. Per Jovanović, lo status di candidato e' ungrande successo della societa' e dell'opinione pubblica democraticache per anni ha creduto e lavorato affinche' la Serbia avesse unaprospettiva che merita, nonostante tutti gli errori del potere.
Il maggiore oppositore del presidenteTadić, il presidente del Partito serbo del progresso, TomislavNikolić, che e' il principale sfidante alle prossime elezioni inSerbia, si e' detto felice dello status di candidato ma ritiene checon l'accordo raggiunto a Bruxelles nel dialogo con Priština ilpotere ha stabilito il confine verso il Kosovo. Ha posto la domandacome mai l'accordo e' stato raggiunto "all'ultimo momento"e perche' i cittadini della Serbia sono stati puniti per ben due annisenza avere lo status di candidato se l'accordo era stato possibile.
Lo status di candidato Tadić haqualificato come "licenza per una vita migliore dei cittadini"il che implica senza dubbio quanto il capo dello stato e presidentedel Partito democratico si aspetta dalla decisione di Bruxelles nellacampagna elettorale. Secondo i sondaggi realizzati una decina digiorni fa, il Partito serbo del progresso di Tomislav Nikolić,fondato dopo il suo allontanamento dall'ultranazionalista Partitoradicale serbo di Vojislav Šešelj oltre tre anni fa, avrebbe circa8% di voti di precedenza rispetto al DS di Boris Tadić cheattualmente e' il maggiore partito governativo.
Il successo del dialogo tra Belgrado ePriština
La decisione di Bruxelles segue ilsuccesso dei negoziati tra Belgrado e Priština la scorsa settimana.Dopo i colloqui che sono stati una vera maratona, Belgrado e Prištinahanno raggiunto l'accordo su un modello comunemente accettabile inbase al quale il Kosovo sara' presentato prossimamente presso leorganizzazioni regionali. Il capo della delegazione di Belgrado neldialogo con Priština, Borislav Stefanović ha spiegato che"l'accordo prevede che accanto al nome Kosovo ci sara' unastellina e una nota, senza pregiudicare pero' lo status il che e'conforme alla Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza dell'Onusul Kosovo e alla Dichiarazione sull'indipendenza del Kosovo relativaalla decisione della Corte internazionale di giustizia". SecondoStefanović la Serbia e' riuscita ad ottenere che il Kosovo non sara'rappresentato alle riunioni regionali ugualmente agli altri statiindipendenti. In tal modo, ha sottolineato il capo della delegazioneserba, e' rimasta protetta la Risoluzione 1244, l'interesse nazionalevitale serbo e la Costituzione della Serbia.
Per Priština invece, scrivono i mediaserbi, l'accordo raggiunto lo scorso venerdi', 24 febbraio, e' unatto storico nelle relazioni tra Kosovo ed i paesi della regionenonche' con l'Ue. La capo delegazione kosovara, Edita Tahiri ha dettoche l'accordo significa proprio che il Kosovo "sara' ugualmenterappresentato ai forum regionali come gli altri paesi" e chesenza rappresentanti dell'amministrazione internazionale nell'ambitodell'UNMIK, il Kosovo individualmente rappresentato potra' firmaregli accordi. La stellina accanto al nome Kosovo, Tahiri ha descrittocome "un fiocco di neve che si sciogliera' quando passera'l'inverno". La rappresentante del Kosovo ha aggiunto che"l'accordo tecnico relativo all'amministrazione congiunta aiconfini e' importante perche' vengono accettati gli standard europeinella collaborazione di due stati ai confini statali, in questo casoai confini tra Serbia e Kosovo".
Reazioni molto positive sono seguite daparte dell'Ue nonche' dalla vicina Croazia. L'Ue ha salutato l'esitopositivo del dialogo: secondo le parole della capo di diplomaziaeuropea, Catherine Ashton e del commissario all'allargamento StefanFuele, l'accordo garantisce l'ulteriore progresso di entrambe leparti sulla via delle integrazioni europee.
Dopo questo passo importantissimo neldialogo tra i due stati, Belgrado e Priština dovrebbero d'ora in poitrovarsi tranquillamente allo stesso tavolo quando si tratta diincontri regionali e Priština potra' aprire un ufficio dirappresentanza a Belgrado.
[*] Corrispondente di Radio Radicale.Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata inonda oggi.

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