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I misteri del relitto di Antikythera

Creato il 27 settembre 2014 da Pierluigimontalbano

I misteri del relitto di AntikytheraI misteri del relitto di Antikythera
Il meccanismo di Antikythera, forse ilpiù antico calcolatore del mondo, fu scoperto da alcuni pescatori di spugne al largo di un'isola nel mar Egeo nel1900. Il meccanismo presenta 40 ingranaggi in bronzoed era utilizzato permonitorare i cicli del sistema solare. Ci sono voluti più di 1500 anni perché venisse realizzato un orologio astronomico altrettanto sofisticato.
Gli archeologi riprendono l'esplorazione del relitto che conteneva questo misterioso meccanismo servendosi di uno
scafandro che permetterà loro di raggiungere, in tutta sicurezza, una profondità doppia rispetto a quella alla quale abitualmente si immergono. Lo scafandro è simile ad una tuta spaziale e permette di arrivare fino a150 metri di profondità.
Gli archeologi ritengono che vi siano altri reperti in attesa di essere recuperati dal relitto. Finora avevano potuto operare solo fino a 60 metri di profondità. Il meccanismo di Antikythera è stato rinvenuto assieme ad una
spettacolare statua di bronzoraffigurante un giovane. Forse la nave affondata in questo luogo trasportava un riccobottino di guerra diretto a Roma.Gli archeologi sperano di poter confermare la presenza, sui fondali dell'Egeo, diuna seconda nave, situata a 250 metri di distanza dal sito del relitto.
Antikythera era, un tempo, una cittadina posta su una delle più importanti e trafficate rotte commerciali dell'antichità. Era anche la
base dei pirati ciliciche catturaronoGiulio Cesare.
La sua storia inizia nel 1910 quando il capitano Condos, in cerca di spugne insieme al suo equipaggio, decise di fermare la sua nave su una piccola isola nel Mediterraneo, tra il Peloponneso e Creta, a causa di una tempesta. Quando il tempo migliorò mandò i sommozzatori a cercare le spugne in quelle acque ma il primo tornò in superficie terrorizzato, riferendo di aver trovato dei cadaveri. Scesero altri sommozzatori che non trovarono cadaveri ma il relitto di una nave contenente statue in marmo e in bronzo, vasi greci preziosamente decorati, gioielli e monete. Le statue sono oggi visibili al Museo di Atene. Una è il "Giovane di Antikytera". La nave che trasportava questo ricco carico nel I a.C. proveniva da Rodi ed era diretta a Roma. Si inabissò e fu individuata solo nel 1910. Lo strano macchinario contenuto in una scatola ricoperta da iscrizioni, purtroppo non in buone condizioni, è un congegno meccanico sofisticato, e solo nel 1951 si iniziò a capire come funzionava e a cosa serviva. Il meccanismo è un calcolatore meccanico formato da vari ingranaggi dentati e calcolava il passare del tempo, i giorni della settimana, i mesi, il sorgere e il tramontare del sole, gli equinozi, i pianeti (di cui allora solo 5 erano conosciuti), le fasi lunari, gli eclissi e persino le date dei giochi olimpici. Conservato in una teca in vetro al Museo archeologico nazionale di Atene, è simile a un altro strumento oggi visibile al Museo di Londra, chiamato "calendario a meridiana bizantino", datato al V d.C e strutturato da 9 ingranaggi. Questo, più semplice rispetto a quello di Antikytera, presenta una meridiana e un sistema di calcolo per misurare il passare dei giorni e il movimento del sole e della luna all'interno dello zodiaco. Si pensa che il meccanismo fu realizzato da Archimede, di Siracusa (appartenente alla Magna Grecia) che realizzò molte invenzioni ancora oggi alla base della tecnologia, ad esempio il contachilometri e la vite. Per condurre i suoi studi Archimede si recò alla biblioteca di Alessandria d'Egitto dove lesse gli scritti di Ctesibio, uno scienziato dell'epoca che aveva inventato l'orologio ad acqua alimentato da una pompa. Archimede prese a cuore i suoi studi, sperimentò i suoi orologi ad acqua e apportò alcune modifiche. Inventò il primo orologio a cucù e introdusse, per scandire le ore, la tecnica del suono. La morte di Archimede e l'incendio della Biblioteca di Alessandria d'Egitto determinarono la fine dell'avanzata conoscenza Ellenica. Molti oggetti furono dimenticati fino all'epoca moderna. 


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