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I “MISTERI DELLA DONNA”. tratto da Mircea Eliade MITI, SOGNI E MISTERI

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I “MISTERI DELLA DONNA”. tratto da Mircea Eliade MITI, SOGNI E MISTERI
Quelli che potremmo chiamare «i misteri della donna» sono stati poco studiati, sicché siamo
ancora male informati sul contenuto delle iniziazioni femminili. Tuttavia esistono
sorprendenti somiglianze tra le due categorie di misteri, rispettivamente maschili e femminili.
Ai riti di passaggio da una classe d'età all'altra corrisponde la segregazione delle fanciulle per
la prima mestruazione; alle società di uomini ("Männerbünde") corrispondono le società di
donne ("Weiberbünde"); infine, i riti iniziatici costitutivi delle confraternite maschili si
ritrovano nei misteri esclusivamente femminili. Evidentemente queste corrispondenze sono
di ordine generale, non bisogna aspettarsi di ritrovare nei riti iniziatici e nei misteri riservati
alle donne lo stesso simbolismo o, più esattamente, espressioni simboliche identiche a quelle
che abbiamo appena analizzato nelle iniziazioni e nelle confraternite maschili.
Esiste tuttavia un elemento comune: un'esperienza religiosa profonda è sempre alla base di
tutti questi riti e misteri.
I “MISTERI DELLA DONNA”. tratto da Mircea Eliade MITI, SOGNI E MISTERI
L'ACCESSO ALLA SACRALITA', - quella sacralità che si manifesta appunto nella condizione
di donna - costituisce il punto focale sia dei riti iniziatici puberali sia delle società segrete femminili.
L'iniziazione comincia con la prima mestruazione. Questo sintomo fisiologico esige una
rottura, il distacco della fanciulla dal suo mondo familiare, l'isolamento e la separazione
immediati dalla comunità. Non dobbiamo occuparci ora dei miti invocati dagli autoctoni per
spiegare a un tempo la comparsa del primo sangue mestruale e il suo carattere malefico.
Possiamo anche ignorare le teorie elaborate dagli etnologi e dai sociologi moderni per
giustificare questo strano comportamento. Ci basta ricordare che la segregazione avviene
immediatamente, in una capanna speciale, nella boscaglia o in un angolo buio dell'abitazione,
e che la giovane mestruata deve conservare una posizione particolare, abbastanza scomoda, e
deve evitare di esporsi al sole o di essere toccata da una qualsiasi persona. Indossa una veste
speciale, o un segno, un colore che le è in qualche modo riservato, e deve nutrirsi di alimenti
crudi.  Ci colpiscono subito alcuni particolari: la segregazione e la reclusione nell'ombra,
in una capanna buia, nella boscaglia. E questo ci richiama il simbolismo della morte iniziatica
degli adolescenti isolati nella foresta, chiusi in capanne. Con la sola differenza che, per le
fanciulle, la segregazione avviene immediatamente dopo la prima mestruazione, quindi è
individuale, mentre per i maschi l'iniziazione avviene in gruppo. Ma la differenza si basa
sull'aspetto fisiologico della fine dell'infanzia, che nelle fanciulle è evidente. Il carattere
individuale della segregazione, che avviene man mano che compaiono i segni mestruali,
spiega il numero abbastanza ridotto di riti iniziatici femminili...
Come dicevamo prima, si conosce pochissimo sull'iniziazione delle fanciulle.
Si sa però che ricevono un'educazione abbastanza completa, che verte tanto su alcune
tradizioni della tribù quanto sui segreti della sessualità.
Il periodo di iniziazione termina con una danza collettiva ...;  in molte regioni le giovani iniziate
vengono presentate e festeggiate pubblicamente, oppure visitano in corteo le case per ricevere doni.  Esistono anche altri segni esteriori per indicare la fine dell'iniziazione, come, per esempio, i tatuaggi o
l'annerimento dei denti.  Non riteniamo opportuno di studiare più in particolare i riti e i
costumi delle fanciulle iniziate. Ricordiamo tuttavia l'importanza rituale di alcuni lavori
femminili che vengono insegnati alle neofite durante il periodo di reclusione, in primo luogo
la filatura e la tessitura, il cui simbolismo ha una parte essenziale in numerose cosmologie.
La luna fila il tempo, «tesse» le esistenze umane, e le dee del destino sono filatrici.
Creazione o ricreazione del mondo, filatura del tempo e del destino, da una parte; lavoro
notturno, lavoro femminile che deve essere eseguito lontano dalla luce solare e in segreto,
quasi di nascosto, dall'altra: si intuisce la stretta connessione occulta che esiste tra questi due
ordini di realtà mistiche. In certi luoghi (per esempio, in Giappone è ancora rintracciabile
il ricordo mitologico di una tensione permanente, anzi di un conflitto, tra le società segrete
delle fanciulle e le società maschili, i "Männerbünde". Gli uomini e i loro dèi aggrediscono
nottetempo le filatrici, distruggono la loro opera e spezzano le spole e gli strumenti di
tessitura. In altre regioni è durante la reclusione iniziatica che le donne anziane insegnano,
con l'arte della filatura, le danze e le canzoni rituali femminili, perlopiù erotiche e anche
oscene. Anche dopo la reclusione le fanciulle continuano a ritrovarsi nella casa di una donna
anziana per filare assieme. Bisogna insistere sul carattere rituale di questo lavoro femminile:
la filatura è molto pericolosa, perciò si può praticare soltanto in case speciali e soltanto in certi
periodi e fino a certe ore; in alcune regioni la filatura è stata abbandonata o addirittura
completamente dimenticata a causa della sua pericolosità magica. Credenze simili
persistono tuttora in Europa (cfr. Percht, Holda, Frau Holle, eccetera). In una parola, esiste
una connessione segreta tra le iniziazioni femminili, la filatura e la sessualità. Le fanciulle
godono di una certa libertà prenuziale e gli incontri con i maschi avvengono nella casa dove
si riuniscono a filare. L'usanza era attestata in Russia ancora all'inizio del secolo Ventesimo.
E' sorprendente che nelle culture stesse dove la verginità è tenuta in alta considerazione
gli incontri tra le fanciulle e i giovani siano non soltanto tollerati ma incoraggiati dai parenti.
Secondo gli osservatori occidentali - e, in Europa, soprattutto secondo il clero - tali usanze
denotano una licenza di costumi. No, la morale è estranea.
Esse si ricollegano a un fatto molto più importante perché essenziale alla vita: la ricerca di un
grande segreto, la rivelazione della sacralità femminile, dove si toccano le fonti della vita e
della fecondità. Le libertà prenuziali delle fanciulle non sono di ordine erotico, ma di natura
rituale: costituiscono i frammenti di un mistero dimenticato, e non divertimenti profani. Non
si può spiegare diversamente il fatto che in società in cui il pudore e la castità sono di rigore le
fanciulle e le donne si comportino durante certi intervalli sacri, e soprattutto in occasione di
matrimoni, in un modo che ha fortemente scosso gli osservatori. Un solo esempio: quando in
Ucraina le donne sollevano le gonne fino alla cintura per saltare attraverso il fuoco si dice che
«bruciano i capelli della sposa».  Il capovolgimento totale del comportamento - dalla
modestia all'esibizione - ha uno scopo rituale e interessa di conseguenza l'intera comunità. Il
carattere orgiastico di questo mistero femminile si fonda sulla necessità di abolire
periodicamente le norme che reggono l'esistenza profana, in altri termini, sulla necessità di
sospendere la legge che grava come un peso morto sulle usanze e di restaurare lo stato di
assoluta spontaneità.
In certe regioni l'iniziazione femminile comprende molti gradi. Presso i Yao, per esempio,
l'iniziazione comincia con la prima mestruazione, si ripete e si approfondisce durante la
prima gravidanza e si completa soltanto dopo la nascita del primo figlio. Il mistero del
parto, cioè la scoperta da parte della donna di essere creatrice sul piano della vita, costituisce
un'esperienza religiosa intraducibile in termini di esperienza maschile. Si comprende allora
perché il parto abbia dato origine a riti segreti femminili che talvolta si compongono in una
vera compagine misterica. Tracce di simili misteri si sono conservate anche in Europa. Nel
nord dello Schleswig, alla notizia della nascita di un bimbo le donne del villaggio si
comportavano come folli: si dirigevano verso la casa della puerpera danzando e gridando; se
incontravano uomini, strappavano loro i capelli e li coprivano con sterco equino; se
incontravano un carro, lo riducevano in pezzi e mettevano in libertà il cavallo (si intuisce qui
la reazione femminile contro il lavoro degli uomini). Quando tutte le donne erano riunite
nella casa della puerpera cominciava una corsa frenetica attraverso il villaggio: le donne
correvano in gruppo, come Menadi, urlando, lanciando grida di «evviva», ed entrando nelle
case prendevano tutto il cibo e tutte le bevande che desideravano, e se incontravano degli
uomini li costringevano a danzare. E' molto probabile che in antico certi rituali segreti si
svolgessero nella casa della puerpera.
Secondo un'informazione del secolo Tredicesimo, in Danimarca esisteva questa usanza: le
donne si riunivano in casa della puerpera e, cantando e urlando, confezionavano un fantoccio
di paglia che chiamavano il Bue. Due donne lo prendevano in mezzo e danzavano con lui in
atteggiamento lascivo, e alla fine gridavano: «Canta per il Bue». Allora un'altra donna
cominciava a cantare con voce bassa e rauca e con parole orrende. Ma la notizia, riferita
da un monaco, non ci dice altro. E' molto probabile che il rituale fosse più complesso e il
dialogo con il Bue avesse un senso di «mistero».
Informazioni Corso sui TarocchiI “MISTERI DELLA DONNA”. tratto da Mircea Eliade MITI, SOGNI E MISTERI

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