Questo pare proprio essere il caso di Lucedio.
Ne avevo parlato appena la scorsa settimana, con la storia dello spartito misterioso che servirebbe ad evocare il Diavolo. La storia che ho raccontato sta riscuotendo un successo insperato nel blog, come testimoniano le classifiche che lo vedono al secondo posto nella classifica dei post più letti del mese in corso e addirittura al sesto posto nella classifica dei pezzi più letti di sempre.
Inutile dire che Lucedio mi affascina. Mi affascina e mi intriga irresistibilmente per la sua storia così misteriosa e per i segreti che nasconde, ma anche perchè, a quanto sembra, è un luogo in cui effettivamente sono successe strane cose, in tempi remoti ma anche, come vedremo, più recenti.
La stessa abbazia, oltre alla famosa cripta in cui, seconda la leggenda che vi ho narrato, si troverebbe un demone imprigionato, conterrebbe altri due luoghi molto particolari.
Sala del Capitolo.
La colonna che piange è la prima a sinistra
Avete mai visitato una sala capitolare di un'abbazia? Si tratta del cuore stesso dell'abbazia, il luogo in cui si riuniva la comunità monastica per alcune volte nel corso della giornata, per celebrazioni religiose o più semplicemente per assolvere alle pratiche quotidiane che la vita monastica richiede. Dopo la chiesa e il chiostro, era la parte più importante di un monastero o, appunto, di un'abbazia.
Qui si riunisce il Capitolo, cioè l'assemblea di presbiteri o di religiosi, dotata di una personalità giuridica e di autorità normativa. Nel capitolo, la vita era regolata ogni giorno dalla lettura di un "capitolo" della Regola benedettina, e si svolgeva la maggior parte delle assemblee dei monaci che regolamentavano il funzionamento del monastero e della sua comunità. Qui si svolgeva l'assemblea dei monaci per l'elezione del nuovo abate quando quest'ultimo veniva a mancare, ma in essa si svolgevano anche delle funzioni giornaliere come l'uffizio della sera, dopo il ritorno dei monaci dal lavoro nei campi, l'accusa personale dei peccati di fronte all'assemblea monastica, la discussione di questioni teologiche, la relazione sull'andamento del lavoro nella comunità e l'intera comunità monastica vi si raccoglieva quando si presentavano situazioni particolari da affrontare. Dunque, un luogo di assoluta importanza.
All’interno della sala capitolare di Lucedio, si trovano quattro colonne che si raccordano in volte a vela.
Le colonne sembrano apparentemente identiche ma una di esse, la prima che troviamo a sinistra, ha una caratteristica ben precisa che la rende misteriosa: sembra infatti trasudare lacrime.
Il suo fusto infatti trasuda acqua in particolari momenti e viene chiamata, appunto, “colonna che piange”.
Ora, il fenomeno di colonne piangenti non è affatto insolito. Già raccontando del bellissimo Santuario di Monteortone di Abano Terme avevo accennato a qualcosa di simile, e anche la leggenda della monaca Eustochio, santa la cui tomba ancora oggi si trova a Padova, parla di una colonna, presente nella chiesetta, che trasudava non lacrime ma olio profumato...
Però nel caso di Lucedio il mistero s'infittisce, perchè si dice che la colonna trasudasse lacrime in seguito a un fatto ben preciso. Infatti, la storia racconta che proprio nella sala capitolare siano avvenuti i numerosi e spietati avvenimenti che videro protagonista l'abbazia al tempo spietati e con sentenze davvero atroci, come non ho mancato di raccontare nel post dedicato a Lucedio.
La circostanza che gli spietati processi e le atroci sentenze del periodo più nero di Lucedio avessero luogo proprio in quella sala, favorì la nascita della leggenda che vuole la colonna piangente in quanto testimone delle agghiaccianti punizioni inflitte alla povera gente.
La spiegazione al mistero pare chiara se si considera che la colonna è costruita in materiale molto
poroso e quindi assorbe l’abbondante umidità presente nel terreno per poi trasudarla all’interno
della Sala Capitolare.
I FANTASMI DI NEBBIA
Nelle fredde notti invernali attorno all’abbazia si osservano banchi di nebbia molto bassi e fitti.
Vercelli è per antonomasia terra di nebbie, perché stupirsi tanto?
Pare che le nebbie attorno a Lucedio siano troppo basse ed uniformi per essere un fenomeno
naturale e, molte persone, hanno scorto al loro interno figure incorporee dalle fattezze umane tanto
sottili quanto inquietanti.
I contadini dicono che sono gli spiriti dei monaci che vagano ancora per quelle terre.
Numerosi testimoni asseriscono anche di aver scorto una figura incappucciata, che probabilmente indossa
un saio, aggirarsi nelle campagne poco distanti dal monastero. Quando si presta attenzione al fantasma, questo improvvisamente scompare e si dilegua come assorbito dal terreno.
In realtà, questi "fantasmi di nebbia" sono facilmente spiegabili se si considera la natura del vercellese, terra ricca di fontanili e acquitrini, che producono umidità e vapor acqueo che facilitano la creazione di questi nebbioni che nascondono (improbabili) fantasmi. Un po' come nel caso del Fontanasso dea Coa Longa, in cui il fantasma altro non è che nebbia che sale dall'acqua.
LA PRUDENZA NON E' MAI ABBASTANZA
Si è già parlato della presenza maligna che sarebbe custodita sotto le cripte della chiesa di Santa Maria di Lucedio. La leggenda vuole che, quando ci si interessi troppo di questo argomento, la presenza dia degli avvertimenti con nefasti epiloghi, quasi per far capire che vuole essere lasciata in pace.
Nel corso degli anni ’60 si iniziarono i restauri a Lucedio e furono interrotti proprio quando si stava per accedere alla cripta in quanto un improvviso crollo di un soffitto avrebbe ferito mortalmente un operaio. Altri casi simili si verificarono prima e dopo quella data. Il demone non vuole dunque essere disturbato! Ma è comunque difficile, e francamente improbabile, riuscire a stabilire un nesso di causa tra la leggenda e i fatti.
Normalmente, l’immaginario collettivo tende a collegare degli eventi tragici a un luogo considerato misterioso, e lo fa senza criteri logici reali, tendendo anche a vedere coincidenze dove non esistono o, a maggior ragione, rientrano in una casistica del tutto normale se viene considerato il caso a livello statistico.
Ci sono però degli eventi che certo non possono essere considerati eventi del caso o frutto di fantasia e superstizione.
Due casi di morte di persone che di fantastico e irreale avevano ben poco.
In uno di questi casi, il corpo di un uomo completamente mummificato fu rinvenuto murato all'interno di una delle pareti principali di una casa situata all'interno del podere dell'abbazia.
Non avendo abiti indosso, ma solo pochi frammenti difficilmente distinguibili, non è stato possibile stabilire se il corpo trovato fosse quello d'un contadino o d'un monaco.
Si parlò lungamente di un monaco che dall'abbazia sparì misteriosamente, si vociferò di un suo coinvolgimento in uno scandalo sessuale con alcune contadine del borgo, ma nessuna prova inconfutabile venne presentata e ben presto il caso cadde nel dimenticatoio. Si pensò dunque a un tragico evento, a un omicidio o anche a una frettolosa sepoltura, e in mancanza di dati e prove (CSI ben poco può fare in questo caso), la vicenda venne messa a tacere, non fosse altro perchè il ritrovamento avvenne nel primi anni del 1900 e sicuramente il corpo era lì da ben più tempo.
Però un secondo caso venne portato alla luce, in tempi ben più recenti, un caso tuttora in corso di studi e che difficilmente verrà dimenticato.
Ma di questo parleremo un'altra volta, con più calma, dando avvio a una nuova sezione di PensieroSpensierato che si chiamerà "Mistero misterioso", ovvero i misteri e delitti insoluti del passato, del presente e del futuro.
FONTE: Luigi Bavagnoli, Le leggende dell’abbazia di Lucedio, L’imprevisto, 2010