Inno omerico a Demetra 480-482.
I misteri eleusini erano riti religiosi misterici che si celebravano ogni anno nel santuario di Demetra nell’antica città greca di Eleusi una città attica di origine Micenea, situata a occidente di Atene. La cerimonia voleva rappresentare il riposo e il risveglio perenne della vita delle campagne.
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Anticamente, in periodi astronomici e meteorologici precisi, il processo della Natura era vissuto attraverso una serie di momenti sacri, scanditi e celebrati ritualmente dalle piccole società agricole produttrici e dalle grandi città che dipendevano dai prodotti delle campagne .
Durante l’anno venivano indette Grandi Feste nelle quali si rappresentavano le divinità incarnate negli spiriti della Natura che si sacrificavano per la collettività, morendo (frutti) e risorgendo (semi) stagione dopo stagione. Il rito era diviso in due parti: la prima, piccoli misteri, era una specie di purificazione che si svolgeva in primavera, la seconda, grandi misteri, era un momento consacratorio e si svolgeva in autunno. vari aspetti dei Misteri sono rappresentati su molti dipinti e ceramiche.
I riti eleusini erano antichissimi e, secondo alcuni studiosi ,il culto di Demetra fu fondato nel 1550 a.C. . Quando, nel VII secolo a.C., Eleusi diventò parte dello Stato ateniese, i riti si estesero a tutta la Grecia antica e alle sue colonie. Ebbero larga diffusione anche a Roma.
I misteri rappresentavano il mito del ratto di Persefone, strappata alla madre Demetra dal re degli Inferi, Ade, in un ciclo di tre fasi, la “discesa” (la perdita), la “ricerca” e l’ascesa, dove il tema principale era la “ricerca” di Persefone e il suo ricongiungimento con la madre. Il mito rappresenta una delle varianti più famose dei culti agrari dedicati al ciclo di morte, rinascita e trasformazione della vegetazione e narra le vicende della Dea delle Messi, Demetra che, partita da Creta cerca la propria figlia. La storia gravita intorno al rapporto affettivo tra una Madre e una Figlia. La leggenda narra che Persefone è intenta a raccogliere fiori con altre fanciulle quando all’improvviso appare il re degli Inferi e la costringe a seguirlo sul suo carro. Demetra sente l’urlo disperato della figlia, ma è troppo lontana per salvarla.
Inizia così il suo viaggio alla ricerca di Persefone; abbandona l’Olimpo e il suo ruolo di dea delle messi rendendo del tutto
Ade prima di lasciare andare l’amata Persefone le fa mangiare sei chicchi di melograno, chi mangia i frutti degli inferi è costretto a rimanervi per l’eternità (Secondo alcune interpretazioni, il frutto non è il melograno ma l’oppio, la cui capsula è peraltro straordinariamente simile al frutto del melograno). Persefone interrompendo il suo digiuno sarebbe dovuta riamnere per sempre al mondo degli inferi. Con l’intervento di Zeus si giunse ad un accordo, per cui, visto che Persefone non aveva mangiato un frutto intero, sarebbe rimasta nell’oltretomba solo per un numero di mesi equivalente al numero di semi da lei mangiati, potendo così trascorrere con la madre il resto dell’anno. Così Persefone avrebbe trascorso sei mesi con il marito negli inferi e sei mesi con la madre sulla terra. Da allora Demetra allora accoglie con gioia il periodico ritorno di Persefone sulla Terra, facendo rifiorire la natura in primavera ed in estate.
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