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I misteri nell’arte: Clusone, gli affreschi della morte e le danze macabre

Creato il 08 luglio 2013 da Alessiamocci

“No è omo così forte che da mi po’ scampare”.

I misteri nell’arte: Clusone, gli affreschi della morte e le danze macabreXVI secolo: erano tempi duri, le persone si ammalavano e morivano molto più facilmente di quanto non accada oggi, gran parte dei morbi oggi noti erano allora sconosciuti ed era quanto mai importante riuscire ad esorcizzare la morte che si trovava ovunque e con la quale tutti, prima o poi, avevano a che fare.

Per questo motivo intorno al Trecento viene alla luce un tema iconografico a carattere macabro che comprendeva le “danze macabre”, il “trionfo della morte” e “l’incontro dei tre morti e dei tre vivi”.

In Europa abbiamo un esempio unico che racchiude tutti e tre i temi in un’unica raffigurazione, si tratta degli affreschi della Morte o dei Novissimi sulle pareti dell’Oratorio dei Disciplini (così detti per la disciplina che mantenevano seppur con pratiche non sempre ortodosse) di Clusone, un suggestivo borgo in Val Seriana, a pochi chilometri da Bergamo.

Posizionato sulla parte alta del paese, l’oratorio dei Disciplini si trova accanto alla Basilica dedicata a Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista. L’oratorio fu sede, a partire dal XIV secolo, della Confraternita dei Disciplini Bianchi, un ordine fortemente fanatico dedito all’autoflagellazione. Il loro intento era quello di provare le sofferenze partite da Cristo nella sua passione.

I misteri nell’arte: Clusone, gli affreschi della morte e le danze macabreNei primi anni dell’Ottocento la Confraternita venne soppressa e l’oratorio venne aggregato alla parrocchia e divenne sede della Confraternita dei morti.

Sulla facciata della parte più antica dell’oratorio vennero dipinti nel 1485, probabilmente da Giacomo Borlone de Buschis (l’autore degli affreschi interni) i sopraccitati affreschi della morte.

Si suppone che l’opera rappresentasse i Novissimi: Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso. Purtroppo una parte è andata persa intorno al 1673 in seguito ai danni causati dalla costruzione di una scala che conduceva al piano superiore.

In alto troviamo il tema dell’“Incontro dei tre vivi con i tre morti”, sviluppato tramite una scena di caccia col falcone derivata da una leggenda diffusa in Europa tra il 1200 e il 1300.

In alto al centro il tema di derivazione italiana del “Trionfo della morte”: la Morte trionfa su tutti e si innalza sul sepolcro dentro il quale sono custoditi i corpi del Papa e dell’Imperatore. Tutt’attorno sfilano profili di personaggi laici e religiosi che portano alla Morte doni come sperando di poter sfuggire all’inevitabile fine. I cartigli che la Morte sta svolgendo riguardano i precetti da rispettare per condurre una vita onesta che porterà di conseguenza ad una morte serena ed ammonisce inoltre sul fatto che nessuno può sottrarsi alla morte: “no omo è così forte che da mi po’ scampare”.

I misteri nell’arte: Clusone, gli affreschi della morte e le danze macabreLa parte sottostante riporta invece una “Danza macabra”, un tema molto diffuso nel nord Europa, in cui coppie di scheletri e viventi sfilano verso la morte. Tra questi vi sono personaggi di ogni classe sociale: abbiamo l’oste, la donna giovane, l’oste, l’avaro, il povero lavoratore, lo studente e altri che sono andati perduti. Per capire le somiglianze con il noto tema nord-europeo sarebbe sufficiente osservare il capolavoro “Danse Macabre” di Bernt Notke che si trova nella Chiesa di San Nicola a Tallinn.

La parte restante in basso è ormai scomparsa ma si intravedono a destra i Disciplini che rappresentano le Virtù e il Paradiso e a sinistra i Vizi Capitali e l’Inferno con le fiamme che si levano alte e due donne che procedono verso di esse piangenti.

Chi di voi dovesse avere la fortuna di ammirare lo splendido capolavoro di Clusone non scordi di visitare anche l’interno dell’Oratorio dei Disciplini che lascerà senza fiato per la presenza di altrettanto splendidi affreschi raffiguranti la vita di Gesù Cristo.

Al prossimo mistero nel mondo dell’arte cari lettori di Oubliette!

Written and photo by Rebecca Mais


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