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I Modena City Ramblers devono cambiare nome

Creato il 14 aprile 2011 da Doc90

Ho avuto modo, nei giorni scorsi, di ascoltare tre degli ultimi quattro album dei Modena City Ramblers.
Ci sono rimasto malissimo icon sad I Modena City Ramblers devono cambiare nome
Senza Cisco alla voce è tutta un’altra cosa, non sono più loro…
Non sono un critico musicale, ma Cisco aveva una voce più decisa, che si scostava dalla base musicale rendendo più semplice comprendere i meravigliosi testi, senza però coprire l’immensa bravura dei musicisti…
Dudu no.
Non che sia meno bravo, per carità, ma i Modena non sono più quelli di prima…
Dudu ha una voce che si mischia di più con la musica e i testi non sono più così brillanti…
Sono un nostalgico di un periodo musicale che ho avuto occasione di apprezzare solo dopo che ha cessato di vivere.
Seguo ancora i Modena, ma le emozioni che regalano sono diverse…

“Dopo il lungo inverno” mantiene ancora traccia di quello che erano i testi di Cisco, con canzoni combattive come “Mia dolce rivoluzionaria” e testi spensierati come la bellissima “Il treno dei folli”.

In “Bella Ciao” ci sono delle rivisitazioni di alcuni pezzi di punta, con nuovi riff e aggiunte ai testi che poco si intonano allo stile dei MCR.
Terribile l’affronto di “Bella ciao” tradotta in inglese.
E di certo non si sentiva il bisogno di “Ebony”, quando già “Ebano” era bella così.
“I cento passi” mantiene la carica dell’originale ma “Una perfecta excusa” e “El presidente” ne perdono tantissimo con le mezze frasi in spagnolo e i coretti in inglese.

I Modena City Ramblers sono italiani, di Modena.
Cosa c’entrano l’inglese e lo spagnolo usati a profusione e inseriti a forza anche nelle canzoni che originariamente non ne contenevano?
Perchè bisogna esibire tutta questa conoscenza delle lingue quando poi la pronuncia è per giunta carente?
Un conto erano i capolavori di Cisco come “¡Viva la vida, muera la muerte!”…

“Onda libera” non ho ancora avuto occasione di ascoltarlo, ma sono stato a due concerti del tour dell’ultimo album, “Sul tetto del mondo”.


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