Sukhothai oggi
Su questo blog abbiamo già parlato delle spesso fallimentari campagne militari nel sudest asiatico compiute dalla dinastia Yuan, che resse le sorti dell’impero cinese tra il 1271 ed il 1368. Kublai Khan ed i suoi successori si trovarono a dover interagire con una miriade di regni grandi e piccoli, tutti vassali più o meno riluttanti della dinastie precedenti. L’intervento degli Yuan provocò una serie di reazioni a catena che misero fine a degli imperi e ne fecero nascere degli altri, in una trama di relazioni diplomatiche in cui non è tuttora chiaro capire chi riusciva a sfruttare la situazione per i propri interessi.
Una delle aree in cui si concentrò questa attività politico-diplomatica fu l’odierna regione dello Yunnan, da sempre problematica periferia della Cina. Terra abitata da numerosissime minoranze lo Yunnan venne conquistato dalle truppe Yuan nel 1253, che sconfissero il regno di Dali mettendo fine a secoli di battaglie tra i sovrani locali e l’impero cinese. Il regno sconfitto si estendeva dal Sichuan al Guizhou, includendo territori oggi appartenenti al Laos, alla Birmania ed al Vietnam. Un regno che tuttavia aveva un illustre precedessore: il regno di Nanzhao, con cui dovette fare i conti la dinastia Tang.
Kublai Khan diede allo Yunnan una amministrazione provinciale inglobandolo di fatto nell’impero, trasferì la capitale a Kunming, ancora oggi capoluogo della provincia, che divenne presto un importante centro di scambi commerciali tra la regione circostante e la Cina. In questo periodo avvenne anche un importante fenomeno demografico, ossia la migrazione in questa zona di numerose popolazioni mongole ed Hui. Questo accentuò lo spostamento di molti tra gli abitanti già presenti nella zona, soprattutto di etnia Thai che si spinsero più a sud, nell’odierna Thailandia.
Di particolare importanza fu l’espansione del regno di Sukhothai, fondato nel 1180 ed in perenne lotta contro l’impero Khmer, che sotto il regno di Rama Khamheng (1277 – 1298) estese grandemente i confini del regno proprio a spese proprio dei khmer. Le perdite inflitte dai thai all’impero Khmer furono così gravi da fermare la costruzione dei monumentali edifici, ancora oggi visibili ad Angkor, per la mancanza di manoropera spesso reclutata tramite il lavoro forzato. Le campagne contro i khmer erano supportate dalla dinasta Yuan, alleata di Sukhothai e nemica dei khmer, che avevano rifiutato di prestare tributo.
Per l’impero khmer, retto tra il 1243 ed il 195 da Jayavarman VIII, fu un periodo davvero terribile che segnò l’inizio della decadenza. Il sovrano fu incapace di reggere l’urto dei thai, dovette subire incursioni dirette delle truppe Yuan e vide allentarsi sempre più il controllo khmer sul regno di Champa, situato in quello che è oggi il Vietnam meridionale. Proprio nel Champa si verificò un episodio che segnò il destino dell’impero Khmer quando, nel 1281, Jayavarman VIII fece impriogionare gli emissari mongoli venuti a richedere tributo. Tributo poi pagato nel 1283 dopo l’attacco delle truppe Yuan all’impero.
Ben presto Jayavarman VIII abidcò ma questo non fermò il declino di Angkor, la cui fine viene ritenuta essere il saccheggio del 1431 da parte delle truppe di Ayutthaya, un altro regno thai. La dinastia Yuan aveva già terminato i suoi giorni nel 1368, ma resta il fatto che questi mongoli arrivati ad essere sovrani di un impero cinese sono stati un fattore di mutamento molto importante per tutto il sudest asiatico, collegandone la storia a regioni anche molto lontane. La dinastia Yuan, sia per il suo multiculturalismo che per la sua estesa rete diplomatica, sembra davvero contenere qualcosa di molto moderno.