…sono di tutti.
Non sono dei fasci romani, non sono della Meloni, non sono di Alemanno. Come Paolo Di Nella. O come Walter Rossi che non è un nostro morto. E’ un morto di tutti.
Sbagliato lasciare il ricordo di quell’atto alla destra e consentire che la città, anche oggi, sia stata teatro di una contrapposizione di bande che pensano ancora di stare negli anni settanta. E vale per tutti. Per i fascisti neri che vedono “odio comunista” e non sanno la storia d’Italia, e per chi fa presidi antifascisti in un giorno che ricorda una strage.
Roma non siete voi, Roma non è così. Questa contrapposizione è vuota. E’ come una faida mafiosa, è come una guerra di cui si è dimenticato l’inizio.
Combattiamo il fascismo davvero, dico ai compagni. Andate a chiudere il giardino dei Feti della Belviso. Andate a riaprire i consultori della Tarsia. Dite due parole a chi dice che i gay sono malati. Non alimentate la vostra etichetta con altre etichette. Resta solo la colla, non ci sono più i corpi, non ci sono più cuori. Non le anime.