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I morti non hanno fretta. Intervista a Filippo Bologna

Creato il 24 ottobre 2014 da Thefreak @TheFreak_ITA

Chi è Filippo Bologna?

Filippo Bologna è nato a San Casciano dei Bagni (Siena) nel 1978. Il suo primo romanzo, Come ho perso la guerra (Fandango, 2009), inserito nella rosa dei finalisti al Premio Strega, vincitore del Premio Fiesole e del Bagutta Opera Prima, è stato un caso letterario. Il secondo romanzo, I pappagalli, uscito per Fandango nel 2012 e per Pushkin Press in Gran Bretagna nel 2013, è stato inserito tra i “books of the year” del “Financial Times”. Scrive per il cinema e collabora con numerosi giornali e riviste, tra cui “IL”, magazine del “Sole 24 ore” e “Nuovi Argomenti”.

Un uomo gentile e disponibile, sensibile e colto. Per me è stato un piacere intervistarlo per The Freak.

- “I morti non hanno fretta”, edito da Mondadori, è il tuo nuovo romanzo, come mai la scelta di questo titolo?

All’inizio avevo in mente un altro titolo, forse più sofisticato ma meno incisivo. Il titolo con cui è uscito il libro è ripreso da una battuta del commissario Santini.

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- E’ ambientato in Versilia. Un territorio a te familiare, visto che sei senese. Come mai la scelta di ambientarlo in questa parte della Toscana?

Conosco la Versilia perché ci trascorro le vacanze sin dalla mia infanzia. E’ un territorio ricco di fascino e suggestioni e non ancora troppo “battuto”.

- Cosa ti ha spinto a scrivere un giallo?

Il genere è un po’ una sfida, l’ho raccolta per il desiderio di cambiare pelle e di andare incontro ai lettori senza nascondersi dietro l’alibi dell’artista incompreso che persevera nel suo soliloquio.

- Il protagonista del tuo noir è il Commissario Santini, un uomo apparentemente semplice ma dal talento nascosto, che ha tutte le carte per diventare un eroe contemporaneo. Secondo te – in questo momento storico in Italia – abbiamo bisogno di eroi come lui e perché?

Santini è un eroe atipico, uno che sa farsi da parte e tornare indietro, se serve. Sì, direi che di gente così ce ne sarebbe un gran bisogno.

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- Il Commissario Santini gira in bici e vive ancora con la madre. Ha un intuito fatto di logica e scetticismo. Quali sono i suoi punti deboli e quali i punti di forza del personaggio, se possiamo svelarne alcuni?

Direi che è un uomo estremamente tollerante. E’ una specie di umanista, nel senso che il genere umano è la sua materia di studio prediletta.

- Ti sei ispirato ad altri Commissari letterari?

Non in modo particolare. Comunque c’è qualcosa delle atmosfere di provincia alla Simenon e qualcosa dell’umorismo alla Chandler.

- E’ il libro della maturità. Il primo con Mondadori. Sei soddisfatto di come è uscito?

Il libro della maturità è sempre il prossimo. Con Mondadori ho un ottimo rapporto ma è ancora presto per fare bilanci.

- Quando sarai a Roma per promuovere il romanzo?

Presto credo che organizzeremo una presentazione romana.

- Progetti futuri?

Scrivere. E invecchiare molto lentamente.

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