Diciotto morti in più. Statisticamente pochi: rappresentano solo una piega nella curva di un grafico. Fra 2012 e 2013 l’Asl fa sapere che esiste questo dato, evitando allarmi. Come si può chiamarlo fenomeno? Non è una tendenza consolidata come il progressivo calo dei morti per tumore rilevato dal 1998 al 2012. Il registro dei tumori, dopo tanti anni di richieste da parte dei cittadini, è stato accreditato nel 2013 e ora lo staff dell’Asl sta lavorando sui dati del periodo 2009-2012. Un impegno, da parte dei professionisti dell’epidemiologia e del fenomeno delle malattie di cancro, che nel corso degli anni potrà diventare – si auspica – uno strumento d’indagine da usare con la dovuta cura e competenza scientifica, per individuare le cause nel modo più preciso possibile, dagli stili di vita all’inquinamento ambientale. Cause che sono spesso intrecciate fra loro, e anche legate all’indebolimento della persona nel corso dell’età. In Italia però aumentano i casi di tumore persino tra i bambini, secondo dati nazionali.
La zona di Cremona è la più colpita in provincia e anche la più inquinata. Traffico, gas di scarico, sigarette, fumo passivo, ciminiere, aria sporca di tante sostanze nocive e ristagnante nella città senza vento non giovano alla salute. Sarà un caso: solo un medico esperto può valutare i casi singoli, ma quella frequenza di tumori al polmone preoccupa in ogni caso. Se poi sarà accertata un’incidenza dei fattori ambientali il problema andrà al di là delle scelte personali. Diventerà una questione politica. E se il compito principale è prevenire (ricordando che la vecchiaia espone alle malattie, come gli stati di debolezza del sistema immunitario) la Regione potrebbe fare qualcosa di più, come gli enti locali.