Uno dei Film più importanti della commedia italiana classica è senza dubbio “I Mostri”, diretto nel 1963 da Dino Risi. Venti episodi brevi con protagonisti Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi: le varie figure dell’italiano medio, in chiave ironica e di parodia, ma quanto mai vicine alla realtà. Ieri come oggi.
Con il soggetto e la sceneggiatura di Age & Scarpelli (Agenore Incrocci e Furio Scarpelli), Dino Risi, Ettore Scola, Ruggero Maccari ed Elio Petri, “I Mostri” fu impostato a episodi. Dal genio di questi Maestri del cinema, del resto, non poteva che scaturire qualcosa di straordinario. Prodotto da Mario Cecchi Gori, a dirigere tutti è Dino Risi, e come protagonisti furono scelti Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. La colonna sonora è di Armando Trovajoli, grande amico del regista. Bisogna innanzitutto inquadrare il periodo storico: siamo nel 1963 in pieno boom economico. Ma in un’Italia divenuta più ricca e moderna, dopo i sacrifici del dopoguerra e la repentina ascesa, si possono trovare vari livelli sociali con disparità culturali che anziché diminuire col progresso, vanno ad aumentare addirittura. E in ogni angolo del Paese, soprattutto nelle grandi città, si creano microcosmi con tante cose da raccontare e da cui si può trarre spunto, anche in chiave di parodia. Ed è proprio un ritratto grottesco dell’Italia e dell’italiano medio, in un periodo particolare, che gli autori de “I Mostri” sono andati a disegnare.
Venti episodi, di varia lunghezza, per una durata totale di 118 minuti. Piccole storie e sketch brevi, alcuni davvero sintetici. Ma sferzanti, sarcastici, divertenti, e ciascuno di essi ha il loro significato. Il Film a episodi non era una novità assoluta nel cinema italiano, anche se la critica non apprezzava molto questo tipo di pellocola. Mciò che conta è il suo significato naturalmente. E dopo 50 anni, possiamo certo affermare che “I Mostri” era già attuale e precursore dell’Italia che sarebbe stata di lì a poco e che è oggi.
Assieme in alcuni episodi, affiancati da alcuni attori in altri, Gassman e Tognazzi sono gli autentici mattatori dell’opera di Dino Risi. Ne “L’educazione sentimentale” Ugo Tognazzi “educa” il figlio, interpretato da un piccolo Ricky Tognazzi, a non farsi mai scrupoli e ad approfittare del prossimo, salvo essere lui stesso vittima del figlio dopo qualche anno. “La raccomandazione” vede protagonista Vittorio Gassman, accompagnato da Franco Castellani, e il titolo, sebbene eloquente, riserva una sorpresa finale; “Il Mostro”, nel quale un assassino ricercato viene scovato nella sua baracca, ma i poliziotti che lo arrestano(Gassman e Tognazzi) sono di una bruttezza mostruosa.
Episodio “Il Mostro”
In “Presa dalla vita” un regista fa rapire una povera signora da alcuni delinquenti, per inserire la scena in suo film; “Che Vitaccia!” vede un fanatico del calcio, interpretato da Gassman, sottrarre i pochi soldi coi quali sopravvive la sua famiglia per comprare il biglietto dello stadio e andare a sostenere la sua squadra preferita; “Come un padre” vede Stefano(Ugo Tognazzi) rassicurare l’amico(Lando Buzzanca) sulla fedeltà della moglie, promettendogli di parlarle lui stesso quanto prima: in realtà la donna è già in camera da letto di Stefano; “La strada è di tutti” è uno sketch con Vittorio Gassman che è pignolo da pedone con gli automobilisti ma salito in macchina è scatenato alla guida; “L’oppio dei popoli” è la televisione, con un immobile signore(Ugo Tognazzi) davanti alla tv mentre la moglie si consola con l’amante.
Episodio “L’oppio dei popoli”
In “Testimone volontario” un tale si presenta a processo per testimoniare contro l’imputato, ma l’avvocato di quest’ultimo riesce a smontare tutto quasi coinvolgendo il pover’uomo; “La giornata dell’onorevole” vede un deputato con importanti cariche venire a conoscenza di un’indagine di un generale per truffa ai danni dello Stato, organizzata da un alto funzionario, ma metterà tutto a tacere; quindi “La nobile arte” con il pugile Guarnacci(Tognazzi), caduto in miseria, che convince il collega Antinori(Gassman), adesso cameriere, a tornare in attività per disputare un match e tentare di risollevare la sua condizione. Altri episodi sono “Latin Lovers”, “L’agguato”, “Il sacrificato”, “Scenda l’oblio”, nel quale un signore al cinema, durante un film in cui si assiste a un eccidio nazista, resta colpito ”solo” dalla forma dal muro davanti al quale si svolge una fucilazione e pensa di costruirne uno simile nella sua villa; quindi “Vernissage”, “La Musa”, “I due orfanelli”, “Il povero soldato” e “Il testamento di Francesco”.
Episodio “Testimone Volontario”
Gli elementi di riflessione ci sono tutti: i difetti e i vizi degli italiani di ogni tipo. Il politico furbo che difende gli interessi della casta, uomini senza scrupoli, poveracci disperati(come nel caso dei due pugili) che fanno riflettere con un sorriso amaro, opportunisti, approfittatori, ipocriti(l’automobilista che critica ma è il primo a far danni), falsi. In ogni episodio si cela un suo significato, il tutto con l’interpretazione magistrale di Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, su ruoli perfettamente pensati dagli autori del film, che si integrano perfettamente con le loro personalità e competenze ben distinte. E assieme ai personaggi ci sono oggetti, situazioni, mode del periodo. La cronaca nera nella sua “bruttezza”, come andare a fotografare l’assassino ma pure chi lo cattura, e i due agenti rappresentano probabilmente la “brutta” e morbosa curiosità della gente comune che vuole entrare e ”accompagnare” in tutto e per tutto storie drammatiche che andrebbero lasciate solo a chi di dovere. Tutti sappiamo com’è invece la situazione oggi, coi processi di dominio pubblico in televisione… Quindi la figura dell’ “automobilista”, scatenato sempre più col traffico in continuo aumento a inizio anni ’60. Poi la televisione in quanto mezzo che ipnotizza, addirittura, le persone tanto da far dimenticare chi c’è attorno, come appunto un oppio, e naturalmente nel film il tutto è visto in chiave grottesca con un fantastico Tognazzi nel ruolo. E si può cogliere anche un aspetto non secondario, ovvero come il mondo del cinema non vedesse nei primi anni molto bene il mezzo televisivo. Ma non volendo sempre fare il paragone coi tempi passati, o dire “si stava meglio allora che oggi” e via discorrendo, perché ogni sua epoca ha mode e culture più o meno apprezzabili, è indubbio che “I Mostri” ci sono anche al giorno d’oggi, intesi come quei personaggi pubblici discutibili, nel mondo della politica, della televisione piuttosto che dello spettacolo, ma anche le persone comuni che compongono la maggior parte della società e che coi comportamenti scorretti, sopra le righe o disonesti ne rovinano l’equilibrio. In un’Italia in pieno sviluppo, passare dal troppo poco al benessere certamente provocò degli eccessi di comportamento in quei primi anni ’60. E gli autori de “I Mostri” ne colsero proprio le sfumature, portandole sullo schermo. Saremmo oggi capaci di ridere di noi stessi e di sapere prenderci in giro come allora? Forse sì, ma non sono molti gli sceneggiatori, registi e attori ad avere la possibilità di farlo con la stessa efficacia.
Episodio “Che Vitaccia!”
“I Mostri” diretto da Dino Risi, Italia 1963, Commedia
con Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi e nei vari episodi Ricky Tognazzi(ep. “L’educazione sentimentale”), Franco Castellani(ep. “La raccomandazione), Lando Buzzanca(ep. “Come un padre”), Mario Laurentino(ep. “Il povero soldato”), Maria Mannelli(ep. “Presa dalla vita”), Angela Portaluri(ep. “Che Vitaccia!”), Yacinto Yaria, Francesco Caracciolo, Ugo Attanasio(ep. L’onorevole”), Luciana Vincenzi(ep. “Latin Lovers”), Marisa Merlini, Carlo Bagno(ep. “Testimone volontario”), Daniele Vargas(ep. “I due orfanelli”), il produttore del film Mario Cecchi Gori(ep. “L’agguato”), Luisa Rispoli(ep. “Scenda l’oblio”), Michèle Mercier, Marino Masè(ep. “L’oppio dei popoli), Mario Brega(ep. “La nobile arte”).
Soggetto e Sceneggiatura: Age & Scarpelli(Agenore Incrocci e Furio Scarpelli), Dino Risi, Ettore Scola, Ruggero Maccari, Elio Petri.
Dialoghi: Ettore Scola, Ruggero Maccari
Montaggio: Maurizio Lucidi
Fotografia: Alfio Contini
Musica: Armando Trovajoli
Prodotto da Mario Cecchi Gori per Fair Film, Incei Film, Montflour Film(Roma), Dicifrance(Parigi), bianco e nero, 118′
Giuseppe Causarano
Twitter @Causarano88Ibla