Palazzo del Moro , Mortara (PV), Piazza Silvabella (mappa)
Aperta tutti i giorni dalle 16 alle 19.
Info : 3204557834
Inaugurazione con vernissage : sabato 9 maggio ore 18
Col Patrocinio e la Collaborazione del Comune di Mortara
In collaborazione con Palazzo del Moro, Liceo Artistico Angelo Omodeo, Istituto Comprensivo
Nella splendida cornice di Palazzo del Moro a Mortara, la Casa Museo - Associazione Culturale Spazio Tadini di Milano e la curatrice Caterina Seri, in collaborazione col Comune di Mortara, il Palazzo del Moro, il Liceo Artistico Angelo Omodeo e l'Istituto Comprensivo, presentano una nuova tappa della mostra: "I muri dopo Berlino", mostra "itinerante, nata presso lo Spazio Tadini nel 2009,
(a cura di Melina Scalise e Francesco Tadini), in occasione del Ventennale dalla caduta del muro di Berlino. Una mostra collettiva nella quale si chiedeva agli artisti, più di 80 da tutto il mondo, di esprimere quali fossero i nuovi "muri" da abbattere dopo lo storico abbattimento del Muro che divise Berlino durante la Guerra Fredda.
Allora, come adesso, la mostra non vuole essere solo un'esposizione d'arte, ma una provocazione, uno stimolo a riflettere, un invito a guardare attraverso la lente d'ingrandimento di un artista il mondo che ci circonda e svelarne le barriere, gli ostacoli, i muri da abbattere o forse quelli ancora da mantenere o costruire.
Un modo per restituire all'arte contemporanea un posto preciso nella storia e un'occasione per comunicare una voglia di cambiamento.
I numerosi artisti che avevano aderito al primo progetto del 2009 e le gallerie che in seguito hanno ospitato la mostra, con l'obiettivo di aggregare nuovi artisti locali, hanno appreso appieno questo progetto, come l'Associazione Amici dell'Arte di Cologno Monzese (Milano) che ha presentato la mostra dentro la suggestiva cornice di una chiesa sconsacrata e la Promenade Gallery di Valona in Albania e l'associazione di Vittoria (Ragusa) Spazio Instabile.
"I muri dopo Berlino" e' quindi un "muro viaggiante" i cui "mattoni" sono costituiti da opere 20×30, nelle quali ci sono i sogni, le speranze, i disincanti, la rabbia o la rassegnazione di chi i muri li vede, ma non sa come superarli, di chi li sente e non riesce a dimenticarli.
Gli artisti che hanno abbracciato questa tappa a Mortara della mostra realizzando nuovi "mattoni", chiamati da Caterina Seri e Spazio Tadini sono : Alessandra Bisi, Marco Baj (già presente anche nelle precedenti tappe della mostra), Eleonora Prado, Marco Luzzi (in arte Luz), Riccardo Riva, Gianni Zara (del progetto Metaborg), Marco Ugoni, Johnny Pixel.
Su http://www.spaziotadini.it/MuriDopoBerlino.htm#bio è possibile leggere informazioni sui 72 artisti internazionali che hanno finora aderito al progetto e che saranno quindi esposti anche in questa tappa a Palazzo del Moro. La pagina viene ad ogni tappa arricchita con le biografie dei nuovi artisti aderenti.
La curatela ha chiamato inoltre ad interpretare questo tema anche gli studenti della classe 1AART del Liceo Artistico Angelo Omodeo di Mortara, con la supervisione e la cura della professoressa Filomena Nardillo. I giovani alunni, , sfruttando l'esperienza annuale e le capacità tecniche acquisite nelle discipline plastiche e scultoree, hanno risposto incidendo su tavolette di argilla fresca i loro pensieri e le loro riflessioni destinate a rimanere impresse nella terracotta: i loro lavori, riuniti in un originale progetto dal titolo "IL SONNO", vanno a formare un letto sulla quale è distesa una fanciulla dormiente, della quale si scorge la testa poggiata su un cuscino. Il lenzuolo formato dalle mattonelle di argilla, è una metafora del "muro", in quanto i mattoni sovrapposti rappresentano le "barriere" che convivono dentro e fuori di noi, appesantendo e vincolando la nostra esistenza. Solo nel sonno, attraverso un sogno liberatorio, è possibile annullare questi vincoli.
Durante il lavoro svolto nel laboratorio artistico del Liceo, sono state realizzate riprese video che saranno montate da Leonardo Cucchetti della classe 2AArt. Il video sarà proiettato sabato 9 maggio durante l'inaugurazione della mostra e in anteprima in conferenza stampa.
La mostra ha di per sé anche un interesse didattico, offrendo temi di riflessione sulla pace, su alcuni eventi storici importanti legati alla costruzione e demolizione di muri, ma anche perché stimola una riflessione sulle barriere ideologiche e sociali che devono superare gli esseri umani in relazione alle diverse epoche storiche: pensiamo al razzismo (e al tema dell'immigrazione), alla scoperta dell'inconscio, al diritto di voto delle donne, al divorzio, alla richieste delle unioni gay etc....
Il più famoso è il muro di Berlino, ma il mondo è pieno di barricate che dividono Stati e territori. Se quello di cui si parla maggiormente, per le critiche internazionali, è quello israeliano, esistono però numerosissime altre "frontiere" erette quasi tutte dopo la creazione del muro tedesco. Si va infatti dal muro che separa Stati Uniti e Messico, costruito in funzione anti-immigrazione clandestina, a quello che protegge l'enclave spagnola di Ceuta nel territorio marocchino. E ancora, il muro che divide Corea del Nord e Corea del Sud, o ancora l'Oman dagli Emirati Arabi.
La lista dei muri, che si sono aggiunti o hanno "sostituito" quello da 155 metri appunto a Berlino è lunghissima, a testimoniare come le barriere storiche non solo non sono cadute, ma sono persino aumentare dopo la Seconda Guerra mondiale.
Saranno coinvolti anche alcuni studenti del'Istituto Comprensivo di Mortara in veste di "ciceroni" per visite guidate. Mentre durante l'inaugurazione, gli studenti della 3AArt e della 4AArt del Liceo artistico, guidati dalla professoressa Martina Jelo, realizzeranno foto dell'allestimento e video che saranno presentati al finissage del 30 maggio. Le foto serviranno anche per la realizzazione di una brochure sulla mostra che sarà distribuita lo stesso 30 maggio.
In contemporanea, sarà allestita in apposita sala, una personale del pittore surrealista Lucien Bello, nativo e cittadino di Mortara, una retrospettiva su tutto il percorso dell'artista al quale la città andrà così a rendere omaggio, a cura di Caterina Seri.