Del 2011, mi porterò questo senso di instabilità, quest'essere proiettato verso il futuro e ciò che ancora non è. Mi porterò le mie incertezze e tutto ciò che ancora non sono e non ho. Mi porterò la mia prua, il mio Conrad e il mio Tifone, senz'altro la lettura più importante dell'anno (e una di quelle più intense che io ricordi).
Lascio ancora una volta la mia Berlino dietro di me. Ho ritrovato e riperso Praga, Ho abbandonato e riscoperto il mio Properzio, ho troppe cose di me. Se penso al 2011 oggi, mi sembra che sia troppo ciò che sta a poppa, e... dai, perché non girarsi? Se penso che davanti a me c'è un futuro a cui dare significato, mi vien da ridere, io che ci ripenso su, e ci ripenso, e ci ripenso.
Mi auguro di essere abbastanza forte da scrutare non orizzonti di senso, ma il senso e i suoi orizzonti: giorni, e mesi, e anni, e futuro. Mi auguro di perdermi nel 2012, già in questa notte elettrica e veloce, e di essere un altro a scrivere il mio post di buon 2013, di riconoscermi di meno e conoscermi di più. E a tutti voi, amici miei, auguro altrettanto. Uno splendido 2012!
C'è solo un po' di nebbia che annuncia il sole, / andiamo avanti tranquillamente.