in collaborazione con
Dario Li Voti – batteria, percussioni
Gianluca Pantaleo – basso, contrabbasso
Gregorio Caimi – chitarre, bouzouki
Alfredo Giammanco – programmazioni, tastiere, marranzano, qsiba
Natale Montalto – fisarmonica
Maria Luisa Pala – flauti, ottavino, friscaletto
Debora Messina – voce
Michele Pantaleo – chitarre
Aldo Bertolino – flicorno
Pietro Vasile – violini e viole
Giuseppe Civiletti – violoncello
Francesco Bua – piano
Francesco Giacalone – clarinetto
Armando Calabrò – voce narrante
Nino Casano – tamburo a cornice
Nel 2002 il chitarrista Gregorio Caimi ha riunito intorno a sé e ad un’idea condivisa di ricerca musicale e culturale, un gruppo di musicisti siciliani diversi tra loro per formazione e caratteristiche. È così che nascono “i Musicanti”: più che un gruppo musicale, un progetto di musica popolare. Musica popolare nell’accezione di “etnica”, in modo da mettere in risalto i suoni e le atmosfere della Sicilia, isola mediterranea per eccellenza, crocevia culturale in cui oggi si incontrano e scontrano il forte radicamento della cultura locale con le nuove
tendenze globali. Ed è proprio questo il campo di ricerca battuto dai Musicanti: far propria la tradizione mediterranea e allo stesso tempo farvi confluire le diverse esperienze (jazz, rock, folk, ecc.) dei musicisti che ne fanno parte. I risultati non hanno tardato ad arrivare: in nove di attività i Musicanti hanno al loro attivo 4 cd originali, “A testa mi rici” (2003) , “Assumma Assumma” (2005) e “…pi nun perdiri lu cuntu..” (omaggio a Rosa Balistreri- 2007), “Arsura”(2011), tanti concerti in giro per l’Italia, numerosi passaggi radiofonici e televisivi, con un positivo riscontro di critica e di pubblico.
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I Musicanti–Chiovu abballati I Musicanti–Arraggia lu VentuQuarto capitolo della discografia dei Musicanti, “Arsura” può essere senz’altro considerato una tappa fondamentale nella ricerca musicale del gruppo di Gregorio Caimi. Un progetto aperto a nuove contaminazioni, che somiglia a un viaggio nel Mediterraneo che i Musicanti attraversano portando i Lari e i Penati del proprio percorso artistico. Il loro Mare Nostrum somiglia infatti a un album di famiglia che si apre a nuove rotte, con inedite incursioni nell’elettronica e atmosfere arabeggianti, un Marocco che sembra Palermo (Luna i Marrakesh) e Pessoa che si siede accanto a Buttitta (Pueta fingituri).
Nei testi, però, restano vivi i temi che fin dal 2002 caratterizzano l’identità dei Musicanti, strettamente legati all’anima più autentica e profonda di una Sicilia che si pone in una sorta di continuità cromatica e sociale con le pellicole di Pietro Germi o Giuseppe Tornatore.
Da un lato, quindi, l’omaggio alla semplicità dei siciliani, al loro rapporto con l’ambiente (Arvuli ammenzu ‘u mari, Sutera, Nika, Lacrimi di sali) si accompagna a una tendenza a vivere amori e amicizie senza mezze misure (D’amuri e focu, Malata sugnu).
Dall’altro, una gamma di toni che vanno dall’amarezza alla rabbia, nell’eterna denuncia delle mille occasioni mancate da questa terra per responsabilità autoctone o esterne. Di questo secondo filone fanno parte il brano antimafia ‘Un c’è (riproposto in una versione più “sporca” rispetto a quella che ha partecipato con successo al 10° Festival della Canzone Siciliana) e Ancora na vota…i pirati a Palermo, un atto d’accusa contro il meridione dimenticato con cui i Musicanti tornano ad omaggiare Ignazio Buttitta, autentico nume tutelare dell’intero progetto.
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Fabrizio Borgosano
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