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I need a Cure

Creato il 02 agosto 2012 da Chiaracataldi

Aspetto questo momento da mesi, e non so se sono più eccitata al pensiero di sentire una leggenda del rock inglese, oppure per ciò che vedrò attorno a me, e non solo sul palco… sarà un grande spettacolo in tutti i sensi, me lo sento!
L’aspettativa aumenta sempre più, mentre ci avviciniamo all’Ippodromo Delle Capannelle.
Poi, finalmente, inizio a vederli.
Ragazzi con i capelli cotonati, gli occhi truccati e il rossetto, tutto rigorosamente nero. Signore di mezza età con zeppe altissime, calze a rete e bustini aderenti. Il colore nero regna sovrano nel panorama di giovani e meno giovani che stasera, al solito sguardo trasognato e nostalgico dei dark, hanno aggiunto anche un pizzico di felicità, all’idea di incontrare il loro mito.
È il popolo di Robert Smith, e stasera ne faccio parte anche io, anche se non indosso niente di nero e non conosco a memoria tutte le canzoni dei Cure, ma solo le più famose.
Vediamo passare un ragazzo alto due metri: t-shirt bianca e jeans neri, anfibi, labbra rosse un po’ sbavate e cerone in viso. Dall’alto della sua statura oscilla un po’ e osserva tutti con uno sguardo ironico e beffardo. Sembra il sosia di Robert Smith (30 anni fa e forse anche 30 chili in meno). Tutti lo guardano, e lui ne è chiaramente fiero: sa di avere azzeccato il look di questa serata e soprattutto, sa di essere la copia esatta del suo idolo!
La maggior parte delle persone è arrivata in anticipo, e diversi hanno organizzato dei veri e propri pic-nic, con tovaglie a quadretti stese sull’erba, panini e birre, in attesa del grande evento.
Ci posizioniamo sul prato a destra del palco. Non siamo vicinissimi, ma ci sono i maxi schermi, e almeno c’è spazio per muoversi. Sono in molti ad aver avuto il mio stesso pensiero. Infatti, appena il concerto inizia (alle 21.30 spaccate, con una puntualità britannica che in Italia ci sogniamo) in tantissimi cominciano a ballare.
Non li noto subito (anche perché rimango per un po’ stregata ad ascoltare e guardare Robert Smith), ma proprio accanto a noi c’è una famiglia, una coppia di genitori che avranno tra i 45 e i 50 anni, insieme alla figlia adolescente. Ballano tutti come se fossero in trance per tutta la durata del concerto, con le movenze tipiche dei video anni ’80 dei Cure. Insomma, per intenderci, non vanno molto a tempo. Ma sono bellissimi, e si vede che stanno gustando a pieno questa serata.
Il sole è ormai del tutto tramontato e si è alzato il vento. Voce, musica, atmosfera … stasera è davvero tutto magico. Avevo proprio bisogno di questa cura.



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