I neutrini non sono più veloci della luce

Creato il 23 febbraio 2012 da Tanogabo @tanogabo2

Oggi ho letto una rettifica sulla velocità dei neutrini: non sono più veloci della luce. Lo scrive il numero in uscita della rivista «Science».

L’errore non stava della relatività di Einstein ma in una banale connessione in fibra ottica tra il ricevitore GPS e il computer usato per calcolare il tempo impiegato dai neutrini a viaggiare dal Cern di Ginevra al Laboratorio sotterraneo del Gran Sasso. Era il 23 settembre dell’anno scorso quando l’équipe dell’esperimento «Opera» diretto da Antonio Ereditato diede l’annuncio bomba. Con cautela, va detto. Così come cauti nell’accoglierlo, e spesso scettici, furono i fisici di tutto il mondo. Ma la notizia era così clamorosa che occupò le prime pagine di tutti i giornali. La velocità della luce è una costante della fisica. Superarla non solo metterebbe in crisi la teoria di Einstein ma porterebbe a paradossi imbarazzanti: l’effetto potrebbe precedere la causa. Ora il numero in uscita della rivista «Science» lancia il contrordine. Lo stesso gruppo di ricercatori in un comunicato di dieci righe spiega la causa dell’errore. Ma non è finita. Alle 11 della sera di ieri Antonio Ereditato dichiara all’Ansa che non è detta l’ultima parola: occorre prudenza anche nella smentita…

Leggo su lastampa.it:

I neutrini sono particelle prive di carica elettrica dotate di massa molto piccola (da 100 mila a 1 milione di volte meno degli elettroni). La loro esistenza fu postulata nel 1930 dal fisico Wolfgang Pauli, ma furono osservati solo nel ’56.

Esistono tre tipi di neutrini: elettronici, muonici e tauonici.
L’esperimento condotto dal Cern di Ginevra con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) consiste nell’invio di un fascio di neutrini muonici verso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (Lngs).
I neutrini attraversano la crosta terrestre per 732 km e, una volta a destinazione, si scontrano nel test «Opera», un rilevatore che pesa 4 mila tonnellate ed è composto da 56 lastre di piombo, alternate ad emulsioni fotografiche.
Lo scopo dell’esperimento è osservare l’oscillazione dei neutrini, cioè la capacità di quelli muonici di trasformarsi in tau. Dai dati sull’oscillazione è possibile ricavare informazioni sulle proprietà di queste particelle.


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