I nitriti del cuore /8

Creato il 27 febbraio 2011 da Ilpescatorediperle
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PUNTATA VIII - Dove Dio non è marmellata
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Padre Rudolf aveva molte cose in comune con Gesù. Discendeva da un'importante famiglia, coltivava una barba ed aveva, a fronte di un'abituale serenità d'animo, momenti di vera collera. Certo, i suoi genitori, i conti von Barten, difficilmente potevano essere paragonati ad un divino artefice, e la sua barba era corta e rada; tuttavia le sue collere potevano gareggiare con le dispute del Maestro con i mercanti del Tempio e con i lapidatori di adultere.
Se c'era però una cosa che Padre Rudolf non ammirava particolarmente nel Nazareno era tutta quell'insistenza sull'amore fraterno. Perché perdersi in quell'appiccicosa solidarietà, quando nessuno la meritava davvero? Era già tanto dover tollerare l'anti-igienico rito dello scambio della pace (come se la pace fosse qualcosa che si può scambiare: come una mucca con sei pecore). Ma inutile, dopo il simbolo, ne appariva la pratica.
Padre Rudolf era stato avviato alla carriera ecclesiastica dalla sua famiglia, al cui lustro mancava soltanto un discendente consacrato. Rudolf accettò di buon grado la sua sorte fin dall'infanzia, poiché il suo più intimo amico, Alphons, era stato mandato a sua volta in seminario. Il direttore della scuola, Padre Adolf, amava la disciplina: un modo gentile per dire che era più spietato di Federico di Prussia, se doveva farsi rispettare dai propri figli. I suoi figli erano gli adolescenti imberbi che vivevano nel seminario, e Alphons e Rudolf furono subito presi di mira. La loro amicizia apparteneva al secolo; e per quanto giocare insieme a nascondino non fosse l'esempio più nefasto di corruzione mondana, il seminario doveva rappresentare una rinascita. Dimentichi del proprio passato, i fanciulli venivano cresciuti ad una nuova vita, che li avrebbe portati chissà dove. Tale mutamento di prospettive esigeva una cesura insuperabile con l'infanzia, la famiglia d'origine, persino i vecchi amici. I nuovi sacerdoti dovevano essere temprati ad ogni circostanza, e privi di nostalgie.
Un'amicizia vera all'interno di quelle mura suonava come un atto di sedizione. Rudolf, poi, era piuttosto cocciuto. Odiava alzarsi all'alba, lavarsi in una bacinella di acqua fredda, che d'inverno gelava, e provava un'infinita nostalgia per la madre. Alphons lo proteggeva, lo soccorreva nei suoi ritardi, s'incolpava dei suoi errori. Ben presto Padre Adolf comprese che il loro sodalizio avrebbe messo in crisi la sua opera di edificazione. Così, dalla sera alla mattina, Alphons sparì. Rudolf, piangendo ed urlando, chiese dove fosse finito. Gli dissero solo che era stato mandato in un altro seminario. Si ammalò. Ebbe la febbre altissima per vari giorni. Delirava, invocava l'amico e i genitori. Dopo una settimana, guarì. Si rialzò dal letto come se niente fosse, e riprese, con precisione ossessiva, le incombenze quotidiane. In breve, divenne il miglior allievo della scuola.Padre Adolf aveva vinto la sua battaglia. Ma si trattava di un trionfo apparente. Rudolf, in realtà, non fece altro che buon viso a cattivo gioco, distaccandosi sempre più dal cuore stesso di ciò che gli andavano insegnando. Sperava, così, di uscire il prima possibile dal seminario, per cercare Alphons.  Una volta ordinato sacerdote, cercò di rintracciare l'amico, mobilitò la propria famiglia, ma nessuno sapeva nulla. I genitori di Alphons erano stati informati della sua fuga dal nuovo seminario, ma lì le sue tracce si perdevano. Poteva anche essere morto. Rudolf lentamente si rassegnò al destino che li aveva separati. Dopo alcuni anni di peregrinazioni tra pievi e basiliche, gli fu affidata la parrocchia del suo villaggio natale. L'uomo che prendeva possesso di Sankt Katharina era ben diverso dal ragazzino che i paesani ricordavano. Padre Rudolf predicava un dio che assomigliava in modo impressionante al suo antico precettore. Insegnava che a Dio bisognava credere per timore, non per amore. Chi Dio fosse veramente, era cosa che andava oltre le sue possibilità di comprensione. Forse si poteva arrivare a dimostrarne l'esistenza; difficilmente se ne potevano rintracciare i segni particolari. Per quanto ne sapeva lui, il Padre Eterno poteva essere un vasetto di marmellata parlante. Nel qual caso, Rudolf si augurava non fosse confettura di fragole, ché lo riempiva di brufoli. Quel che contava era la sua posizione di vertice - se poi meritasse davvero il podio non era affar suo.Le società si reggevano molto meglio se in vetta era appollaiato un leader dal pugno di ferro. La paura, non la fede, né tantomeno l'amore, era il cemento del vivere civile. Dio era come la catena arrugginita che reggeva la gigantesca corona lignea, la quale a sua volta sosteneva il pesante baldacchino tarlato che incorniciava il patetico olio su tela di "S. Caterina e la sua ruota", nell'omonima cappella della sua chiesa. Non contava che fosse solo vecchiume pieno di ragnatele: quel che importava era che reggesse il baraccone senza spezzarsi.Da questa granitica visione della società discendeva il suo modo di adempiere al proprio ministero. I riti erano agili, diremmo quasi secchi, privi di pathos. Faccende pratiche che andavano portate a termine nel modo più efficiente possibile. Per accumulazione funzionavano soltanto le omelie, piene com'erano di segnali apocalittici, di minacciosi presagi. Il suo tema preferito erano le pene dell'Inferno. Ogni domenica si impegnava a far scoppiare in lacrime almeno un bambino del coro di voci bianche o una vecchina prossima al traguardo. Se ci riusciva, poteva dire di aver fatto il suo dovere. Questo carattere d'acciaio e questa compiacenza verso le immagini truculente ne avevano fatto il miglior confidente di Cosima von Bauern. Ella non ambiva a progredire spiritualmente - cosa che l'avrebbe distolta da importanti faccende come le punizioni di Frau Heller. Quel che lei ammirava in Padre Rudolf era la capacità di tenere in mano le parti basse di tutto l'uditorio, con la minaccia fin troppo esplicita di serrarle con viva forza se non avessero rigato dritto. Benché le parti basse, in genere, le interessassero poco, era esattamente ciò che si proponeva di fare con i propri domestici. Del resto, Padre Rudolf non era certo la persona giusta per chi avesse un cuore surriscaldato dalla fede. Anche se, chi si trovi in tale stato di esagitazione, difficilmente ha voglia di andare troppo per il sottile, premurandosi di capire che non tutti i preti sono portati per la santità. Un caso emblematico di questa devota dabbenaggine era fornito quasi quotidianamente da Gertha von Bären. La giovinetta era troppo innamorata di Dio per comprendere che Padre Rudolf lo considerava soltanto il suo superiore in trasferta. Per questo, lo aveva da sempre investito del compito, non richiesto, di guida spirituale. A dire il vero, i suoi genitori l'avevano messa in guarda dal parroco del villaggio, memori delle loro stesse disillusioni. Ma Gertha voleva e doveva credere nella bontà del cuore umano, e a maggior ragione in quella degli esecutori testamentari del Cristo.Gertha ricorreva a Padre Rudolf per sciogliere ogni dubbio concernente la fede. Il parroco le rispondeva con strascicata cortesia, cercando più di gettarle fumo negli occhi che di andare al nocciolo della questione, temendo ulteriori domande. Domande che arrivavano comunque. Anche quella mattina, la piccola von Bären aveva sentito l'esigenza di sottoporre un interrogativo al parroco. Vi si era recata in carrozza. Dopo alcuni convenevoli circa il Gran Ritrovo di quella sera (Gertha pretendeva che Padre Rudolf le svelasse il proprio mascheramento, ma questi evitò con cura di farlo), la baronessina giunse al punto che più le premeva:- Dunque, lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio?- Sì, Gertha.- E che cosa significa?- Questa formulazione è legata ad una lunga disputa teologica. Non mi pare il caso di dilungarci in questo.- E' solo che quando prego lo Spirito Santo, non so come comportarmi... voglio dire: gli altri due si offendono?- Come potrebbero? Lo Spirito è una persona della Trinità. Invocandolo, invochi anche gli altri.- Ma io voglio invocare solo lo Spirito!- Fai così, è ben fatto.- Ma gli altri due si offendono?- Gertha, vai e prega. Queste sono questioni che non ti riguardano.- Padre, sapesse, di notte non dormo per decidere chi pregare di più! Padre, ho tanta paura di finire all'Inferno!- Così dev'essere. Devi averne molta, molta paura. Attenta a come ti comporti, o verrai punita violentemente!- Padre, non voglio finire all'Inferno, come posso fare per scamparlo?- Beh, Gertha, se tempesterai di domande il Signore a tal modo, ti ci spedirà solo per non sentirti più!- Padre, che dite!- Gertha, vai pure, non sei nel peccato... per ora.- Grazie Padre! - Di nulla, cara. Ma non devi correre a preparati per stasera?- Sì Padre, ma prima... ho un piccolo pensiero per voi.- Non avresti dovuto.Gertha porse al sacerdote un cesto di vimini, coperto da una stoffa ricamata. Rudolf tolse il panno che chiudeva il cesto. All'interno, c'erano diversi vasetti di marmellata di fragole.- Gertha, hai il talento raro di offrire il dono giusto alla persona giusta. Che Dio ti benedica.- Lo fa già, lo fa già, Padre!- Veramente è solo un modo di dire. - E con queste parole, le chiuse la porta in faccia.
da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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