di Massimo Pittau. attalabihhe, attilibische, attilibilche, atteribilche, tilipirche, thilipirche, thilipriqe, thilibriqe, tilipirche, tilibilche, tilibihhe, tzilipriqe, tzilibrilche, tzilibrínchidi, tzimpilighe (m.)«cavalletta» (log.): relitto sardiano o protosardo da confrontare – non derivare – col greco attélabos, attélebos «cavalletta, locusta». Quasi certamente le forme che iniziano con ti-, th-, tzi- presentano agglutinato l’articolo determinativo sardiano o protosardo ta-/te-/ti-/tu- (vedi). Vedi pure tilibbu,tilibriccu, tilipirche.
tilipirche, thilipirche, thilipriqe, thilibriqe, tilibilche, tilibihhe, tzilipriqe, tzilibrilche, tzilibrínchidi, tzimpilighe (m.) «cavalletta»; telaporca, thelaporca «grossa cavalletta, locusta» (Nùoro) forse incrociato con porcu «maiale».
tilibircare «andare a caccia di cavallette» (detto delle cornacchie) (DitzLcs), da tilibirche «cavalletta» (M.P.).
tilibiscare «ultimare a prendere» (VSI), «racimolare, raggranellare» (DSIL), «raccogliere con avarizia» (Siligo): deriva da thilipirche, tilibihhe «cavalletta» (-ihhe = -ische), col significato effettivo di «sterminare come le cavallette» (M.P.).
tilibriccu, thilibriccu, tilibríu, attilibríu, cilibríu, tzilibríu (Osilo, Padria, Pozzomaggiore, Sennori,) attalibríu «insetto alato» e «geco» (Orosei), «falchetto, gheppio» (Falco tinnunculus).
tilibbu, thilibbu «geco, geco delle caverne, ramarro, salamandra» (Dorgali, Orosei, Sindia): probabilm.ente relitto sardiano o protosardo da confrontare – non derivare – col greco attélabos, attélebos «cavalletta, locusta». Vedi attalabihhe.
Probabilmente tutti relitti sardiani o protosardi da confrontare – non derivare – col greco attélabos, attélebos «cavalletta, locusta» (VoBa), ma con ingerenza del lat. librare «equilibrare» (DELL, DELI), col significato di “librante” e con riferimento al volo caratteristico del «gheppio» (suggerimento di Marco Pittau).
**Estratto dall’opera di Massimo Pittau, Nuovo Vocabolario della Lingua Sarda – fraseologico ed etimologico, II edizione digitale accresciuta ed emendata, 2014 Ipazia Books (Amazon). In quest’opera si trovano anche l’elenco e la spiegazione delle abbreviazioni e delle sigle della bibliografia adoperta.
Nota redazionale: voglio prendere spunto da quest’ultimo pezzo inviato dal professor Pittau, per segnalare che l’articolo linkato qui sopra – con premessa al suo nuovo vocabolario sardo - è il primo articolo di Rosebud nuova stagione che ha raggiunto le 10.000 pagine viste (sotto l’immagine tratta dagli stats-wordpress), senza contare le migliaia di letture degli altri suoi scritti e lavori. Una piccola cosa che non fa che confermare il prof come la stella del sito ma, se posso dire, faccenda irrilevante rispetto al prezioso dono del Massimo Pittau che ho conosciuto di persona e per corrispondenza: un uomo sardo d’altri tempi con tutto ciò che comporta e non è poco. Un abbraccio professore e un grazie de coro.
Featured image, Anacridium aegyptium su un fico al Castello Aragonese di Ischia Autore foto: Roberto De Martino, fonte Wikipedia.