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I nostri autori – Intervista a Velia Rizzoli Benfenati

Creato il 08 luglio 2014 da Triskell

Buongiorno a tutti! Oggi vi diamo la possibiltà di conoscere un po’ meglio Velia Rizzoli Benfenati, utrice di “Amnésie à Paris” che ha gentilmente risposto alle nostre domande.

 

  1. Quando e perché hai cominciato a scrivere?

Il primo romanzo che ho scritto risale al 2002. All’epoca ero molto attiva all’interno del gruppo di Amnesty International della mia città, così mi documentavo. In quel periodo mi venne un’idea. Scrivere mi ha aiutato a uscire da un brutto periodo e, da allora, non ho mai abbandonato la “terapia”. Quel romanzo, rimasto sempre e solo nella memoria del computer, è stato l’inizio di una bella avventura.

  1. Hai qualche modello di riferimento?

Non saprei, molto dipende da quello che sto leggendo. Adoro Agatha Christie, mi piace tornare al periodo da lei descritto. Mi piacerebbe scrivere gialli, ma per ora mi limito alle trame per le “cene con delitto”.

  1. Cosa influenza la tua scrittura?

In genere quello che sto leggendo nel periodo. Negli ultimi mesi sto scoprendo gli scrittori italiani contemporanei. Ce ne sono di bravissimi.

  1. Quali sono le tue passioni letterarie?

Io non posso dire di avere una “passione”, vado a periodi. E, in quei periodi, tendo a diventare compulsiva. Da Agatha Christie a Ellis Peters, passando per Isabel Allende, Luis Sepulveda, Isaac Asimov, Graham Greene, Antonio Tabucchi, Peter Hoeg e Nicola Lecca giusto per citare i primi che mi vengono in mente.

  1. Hai qualche nuovo progetto in cantiere?

Io ho sempre un qualche progetto in cantiere! Purtroppo, o per fortuna, mi vengono continuamente in testa nuove storie e, prima ancora di finire una novella o un racconto, ne ho già in mente un’altra se non di più.

  1. I personaggi che più ami dei tuoi libri. E quelli che non tolleri (se ce ne sono).

Credo che alla decima rilettura anche il più grande capolavoro faccia schifo e le mie creature non sono capolavori neanche alla prima lettura. Quindi finisco per detestare più o meno tutti i miei personaggi. Sicuramente quello che mi ha dato più i nervi sin dall’inizio è stato Kasper (La Neve Sul Mare). E poi sono affezionata a Javier e Claudio perché sono stati i primi che ho pubblicato. Spero che possano avere altri “fratellini”.

  1. C’è qualcosa di autobiografico in ciò che scrivi?

Non saprei. Quando ho letto questa domanda, di getto, avrei risposto di NO, ma riflettendoci, non sono così sicura. Sicuramente ci sono alcuni principi che sento miei, ma direi che i personaggi non hanno nulla in comune con me.

  1. Cosa consiglieresti a un aspirante scrittore?

Di leggere molto perché c’è sempre da imparare e di non pensare subito al “questo libro sarà il bestseller che mi renderà ricco e famoso” perché non è per quello che si deve scrivere. Un rifiuto non è la fine del mondo e non è detto che chi ci rifiuta sia necessariamente uno stupido incompetente.

  1. Come scrivi? (Esempio: a mano, macchina da scrivere o computer? Hai qualche rituale particolare che segui quando ti metti a scrivere? Hai una zona preferita della casa dove farlo? Un momento del giorno?)

In questo io sono assolutamente caotica: ho due computer, un notebook e un netbook per potermi portare in giro quello che mi serve per scrivere. Di solito scrivo in casa mia, sul tavolo della sala davanti alla TV, ma molti post per il mio blog sono nati sul treno Bologna-Milano. Infine c’è un luogo speciale che mi rende creativa: la terrazza di casa di una mia carissima amica da cui si domina il Lago d’Orta. In genere sfrutto la domenica e le vacanze per scrivere perché durante la settimana faccio un lavoro molto impegnativo e torno a casa tardi. Stranamente non riesco a scrivere nel silenzio assoluto dello studio. Lì, proprio, non riesco. Poi ho i miei “piccoli rituali”: quando ho l’ispirazione per una storia, inizio a buttare giù le idee su un quaderno, poi comincio con le ricerche e, di solito, quando mi metto al pc ho tutta la storia in testa.

10. Ti sei mai ispirato a situazioni reali o persone conosciute?

No, almeno non consapevolmente. Spesso ho scritto cose che poi ho scoperto essere avvenute davvero… e questo mi ha costretto a una bella revisione!

11. Se l’ispirazione ti abbandona, come reagisci?

In genere non mi succede perché, con i miei tempi, quando inizio a scrivere una storia, in genere l’ispirazione mi ha già in parte abbandonato. Poi, posso essere in un momento di blocco. In quel caso mi lascio ispirare da un’altra storia, creo un “nuovo quaderno” e riparto. Con questo sistema finisco sempre con lo scrivere quello che non vorrei!

12. Scegli un estratto che vorresti condividere con i lettori – da uno dei tuoi libri pubblicati con noi – e spiegaci il perché lo hai scelto

Quello che so essere piaciuto di più è questo ed è quando Javier cerca di spiegare a Claudio l’essenza del loro matrimonio: «Ma perché non vuoi capire? Credi davvero che sia un pezzo di carta che mi “obbliga” a restare con te? Ma non capisci che io VOGLIO stare con te? Che il solo fatto che tu non ricordi chi sei non significa che io non lo sappia? Pensi davvero che io abbia fatto una scelta quel giorno e poi ne abbia solo pagato le conseguenze? Ma non capisci che, per me, quella è stata una scelta di libertà? La libertà di poterti mandare a quel paese quando mi fai arrabbiare perché tanto so che quella è casa nostra, la libertà di poter venire in ospedale e dire ai medici che devono parlare con me perché è quello che tu vuoi anche se, in quel momento, non lo sai! Ma non lo capisci che io ti scelgo continuamente? Ti scelgo nel momento in cui mi chiamano dall’ospedale per dirmi che non sai più chi sono e sei incosciente, ed io corro, chi se ne frega di tutto, io VOGLIO stare con te. Ti scelgo tutti i giorni quando ti preparo la colazione e ti guardo smarrito chiederti cosa ne sarà di te; ti scelgo quando ti mostro dove stanno le cose che tu stesso hai messo via; ti scelgo tutte le notti quando hai gli incubi e mi chiedo come farti smettere; ti scelgo nel momento in cui ti vengo a cercare in una bar e tu mi guardi impaurito perché non vuoi stare neanche un minuto con me; ti scelgo quando passo la notte in giro per una città che tu non ami, ma che fino a un mese fa avevi deciso che fosse la tua città perché ci vivevo io. Ti scelgo quotidianamente da quindici anni e continuerò a sceglierti Claudio».

A me, però, piace anche questo, che viene dal dialogo tra Magnus e suo figlio ne La Neve Sul Mare: «No, mio caro, tu saresti esattamente così, solo che tua madre non te ne farebbe un problema esattamente come non te ne faccio io. Non si cresce a causa di quello che ci viene a mancare, si cresce grazie a quello che ci portiamo dentro» perché è una cosa in cui credo davvero.

13. Cosa stai leggendo ora?

In questo periodo leggo di tutto in modo frammentario, sono particolarmente interessata ai classici da cui sono stati tratti poi alcuni dei più famosi balletti classici.

14. Fatti pubblicità con poche parole.

Oddio! Se ci sono due cose che non so fare sono farmi pubblicità e usare poche parole! Spero che le mie storie possano interessarvi perché ne ho ancora molte in giro tra i bit del mio pc e la mia testa!

15. Come hai conosciuto Triskell Edizioni?

Grazie ad un amico che mi ha suggerito di partecipare al concorso Midnight in Paris.

I miei contatti:

su Twitter: @velia76

su Facebook c’è una pagina: Velia Rizzoli Benfenati

su Google+: Velia Rizzoli Benfenati

il mio blog: http://veliaergoest.blogspot.com

la mia e-mail: [email protected]


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