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Sono stati analizzati i risultati di 14 studi, condotti fra il 1985 e il 2008, in merito alle modalità di gioco nei bambini fra i 6 e i 10 anni [ http://alturl.com/3i8ku ]: sono riprese video di 5 minuti durante le quali, attraverso un preciso protocollo di lavoro, vengono valutati il comportamento, la tipologia di emozioni, il grado di immaginazione verbale e posturale, manifestate dai bambini durante una seduta di gioco con mattoncini e pupazzetti, rimasti sempre gli stessi per tutti gli anni dello studio.
Nell’arco di questi vent’anni, sono certamente cambiate le abitudini sociali e familiari, e quindi anche quelle dei bambini: è stato infatti dimostrato che è diminuito il tempo dedicato al gioco più libero, quello non guidato da stimoli esterni. Infatti è contemporaneamente aumentato il tempo dedicato alla televisione, all’utilizzo del computer e di internet, anche per scopi ludici. Questo forti, e in parte già precostituiti, stimoli esterni non sembrano però avere inciso sull’immaginazione dei bambini. Le due psicologhe americane, autrici dello studio, sottolineano addirittura che i bambini riescono ad auto-coinvolgersi ancora di più nei loro giochi, manifestando sentimenti più positivi che in passato. Ovviamente, ci tengono a precisare, questi comportamenti ludici non hanno nulla a che fare con il grado di intelligenza individuale.
Quindi, l’ammonimento finale – quasi materno – degli psicologi è quello di lasciare assolutamente il tempo di giocare ai bambini: nella nostra società ormai è poco, però è importante per il loro equilibrio, per la loro crescita e per sviluppare un atteggiamento costruttivo nei confronti dei successivi stimoli nella vita quotidiana.
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