Può sorprendere in questi giorni l'accanimento della stampa nel cercare notizie sui figli dei nostri nuovi ministri e viceministri. Tuttavia mi sembra giustificato dalla raffica di interventi con i quali costoro qualificano bamboccioni, mammoni e sfigati i NOSTRI figli che rispetto ai loro hanno avuto molte meno opportunità.
Parlare di questi aspetti è importante per almeno due motivi:
- I numerosissimi interventi di esponenti del governo hanno mostrato la loro scarsa conoscenza della realtà sociale nella sua complessità. Dall'interno di un mondo protetto (prestigiosi e meritati incarichi, solidità economica, una sfera di relazioni ricca di occasioni, figli occupati sotto l’ala protettrice dei genitori) riesce loro difficile uscire da luoghi comuni che non fotografano esattamente la realtà (bamboccioni, mammoni, sfigati fuoricorso). Tale miopia potrebbe rendere molto meno efficace l’azione del governo ed è quindi necessario richiamarli agli effettivi problemi sociali.
- L’attuale governo, mentre scorrono i mesi, appare sempre molto meno pragmatico e sempre più portatore di un’ideologia difficilmente condensabile in una sola definizione (forse liberalismo) ma tuttavia ben leggibile proprio sotto la definizione di governo “tecnico”. Faccio esempi minimi ma paradigmatici: Il viceministro Martone insiste per poter aver mano libera sulla mobilità degli impiegati pubblici, pur in una sostanziale assenza di esuberi; il ministro Cancellieri parla della poca disponibilità dei giovani ad allontanarsi da casa in presenza del 10% dei laureati che si trasferiscono all'estero e di centinaia di migliaia di giovani che ogni anno si trasferiscono al Nord; il ministro Fornero mette nel mirino l’art. 18 che in realtà protegge da licenziamenti per discriminazione e non ha niente a che vedere con la crescita economica. Anche questo può essere un serio ostacolo all'efficace azione di governo, in un momento cruciale per il futuro di tutti.
Salvatore Gioitta (GAS)