Una delle migliori interpretazioni di Alessandro Gassman in “I nostri ragazzi” di Ivano De Matteo, grandioso film drammatico che si inserisce nel filone cinematografico sui rapporti, o meglio, in non-rapporti, fra genitori e figli. Genitori assenti, o troppo comprensivi, o che fanno gli “amici”, o che hanno il prosciutto sugli occhi, mentre i figli, immersi nel vuoto dei social networke dei whatsapp, possono arrivare con noncuranza all’omicidio, che rientra anch’esso in un reality, nelle avventure di un videogioco.In realtà il regista con durezza e senza infingimenti disvela l’ipocrisia celata in alcune “anime belle” c.d. progressiste, sempre pronte a scandalizzarsi e a puntare il dito contro la “grettezza”, l’ ”egoismo” e la “chiusura mentale” di coloro che incasellano come retrivi “uomini di destra”: il ciak finale dipanerà il loro vero animo.Una ultima parola va spesa sull’eccellente cast tutto italiano: Alessandro Gassman (avvocato cinico e attaccato alle apparenze e ai soldi, il cattivo insomma, che invece sa fare tesoro dei propri errori, elaborandoli e meditandoli, per mostrare nelle battute finali il drammatico coraggio di prendere decisioni anche dirompenti), Giovanna Mezzogiorno (madre devastante), Luigi Lo Cascio (pediatra di valore pieno di nobili ideali, che si infrangono però quando a rispettarli deve essere lui), Barbora Bobuvola (barby ma con il cervello), Rosabell Laurenti Sellers e Jacopo Olmo Antinori (promettenti promesse del cinema che rappresentano potentemente il “Nulla” che una parte della comunità giovanile contemporanea esprime).Fabrizio GiulimondiMagazine Cultura
Una delle migliori interpretazioni di Alessandro Gassman in “I nostri ragazzi” di Ivano De Matteo, grandioso film drammatico che si inserisce nel filone cinematografico sui rapporti, o meglio, in non-rapporti, fra genitori e figli. Genitori assenti, o troppo comprensivi, o che fanno gli “amici”, o che hanno il prosciutto sugli occhi, mentre i figli, immersi nel vuoto dei social networke dei whatsapp, possono arrivare con noncuranza all’omicidio, che rientra anch’esso in un reality, nelle avventure di un videogioco.In realtà il regista con durezza e senza infingimenti disvela l’ipocrisia celata in alcune “anime belle” c.d. progressiste, sempre pronte a scandalizzarsi e a puntare il dito contro la “grettezza”, l’ ”egoismo” e la “chiusura mentale” di coloro che incasellano come retrivi “uomini di destra”: il ciak finale dipanerà il loro vero animo.Una ultima parola va spesa sull’eccellente cast tutto italiano: Alessandro Gassman (avvocato cinico e attaccato alle apparenze e ai soldi, il cattivo insomma, che invece sa fare tesoro dei propri errori, elaborandoli e meditandoli, per mostrare nelle battute finali il drammatico coraggio di prendere decisioni anche dirompenti), Giovanna Mezzogiorno (madre devastante), Luigi Lo Cascio (pediatra di valore pieno di nobili ideali, che si infrangono però quando a rispettarli deve essere lui), Barbora Bobuvola (barby ma con il cervello), Rosabell Laurenti Sellers e Jacopo Olmo Antinori (promettenti promesse del cinema che rappresentano potentemente il “Nulla” che una parte della comunità giovanile contemporanea esprime).Fabrizio GiulimondiPossono interessarti anche questi articoli :
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