Alla recente edizione di SANA 2014, sono stati presentati i dati della consueta ricerca dell’Osservatorio SANA in collaborazione con Nomisma. L’indagine, tramite un sondaggio che ha visto coinvolti circa 1200 responsabili acquisti alimentari mirava a raccogliere metriche di mercato sia qualitative che quantitative.
La crescita del biologico
La prima domanda riguardava il cambiamento nelle abitudini di acquisto, a seguito della crisi. Come si può vedere anche in Italia c’è stato, coerentemente ad altri Paesi europei.
In generale i consumi sono in calo, ma non quelli di prodotti bio! Che sono in controtendenza, in decisivo aumento, come vedremo più avanti. Intanto è bello sapere che il 59% degli intervistati ha dichiarato che negli ultimi 12 mesi ha acquistato almeno un prodotto bio, un dato in crescita rispetto agli anni precedenti: nel 2013 era il 54.5%, nel 2012 il 53%. Tradotto in numeri significa che in 2 anni più di 1.7 milioni di italiani si sono aperti al mondo del biologico.
Dove vengono acquistati i prodotti biologici?
quasi la metà (46.3%) in negozi specializzati, poi nella grande distribuzione (27%), poi al ristorante e altri canali.
Quando l’acquisto avviene nella grande distribuzione le motivazioni sono principalmente la comodità (fare la spesa tutta in un unico punto) e la convenienza (costano meno). Chi invece sceglie i negozi specializzati lo fa perché c’è maggior assortimento, soprattutto nel reparto prodotti freschi, e in generale una maggior fiducia, con la convinzione che siano più buoni.
E’ interessante notare che chi fa questa scelta, poi tende a diventare un “frequent user” ovvero una persona che acquista spesso prodotti bio.
Se si cerca di analizzare le caratteristiche del consumatore bio, si vede che tendenzialmente ha un buon reddito, una buona istruzione, figli piccoli, a volta ha intollerenze o ha fatto scelte di alimentazione più estreme (vegetariano o vegano).